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Jury Chechi: “La ginnastica è più di un tatuaggio e uno smalto. Il reality non ha fatto promozione. Federazione incapace di gestire rapporti e cercare sponsor. Voglio il cambiamento. La Serie A…”

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Jury Chechi è sempre più lanciato nella corsa verso la Presidenza delle Federazione Ginnastica d’Italia. Il Signore degli Anelli, Campione Olimpico ad Atlanta 1996 e Campione del Mondo per cinque volte consecutive, è pronto per la sfida a Gherardo Tecchi (da anni nel giro della politica sportiva) e ribadisce per l’ennesima volta la sua voglia di cambiamento nell’intervista rilasciata al Corriere Fiorentino.

È su questo punto che si gioca tutta la campagna elettorale in vista delle elezioni in programma sabato 17 dicembre: tutte le società d’Italia e le rappresentanze di atleti e tecnici saranno chiamate a scegliere tra un taglio netto rispetto al passato oppure se continuare sulla stessa linea.

 

Riprendiamo i passaggi più importanti: un’analisi dura, obiettiva e puntuale sulla situazione dell’artistica italiana ad oggi. Senza nascondersi dietro un dito come spesso si vuole fare.

Non nego che il reality show Ginnaste – Vite Parallele abbia dato visibilità alla ginnastica e sicuramente ha avvicinato i più giovani allo sport ma non ha fatto promozione. Sarà che ho una idiosincrasia per i reality show ma credo che la ginnastica sia molto di più di un tatuaggio o di un colore di uno smalto.

L’operazione è stata buona, lo ripeto, ma non ha reso più moderna la Federazione. Oggi occorre entrare strutturalmente nelle scuole. Occorre fare promozione partendo dai bambini più piccoli e coinvolgendo le famiglie. Se sarà Presidente vorrei una Federazione migliore e più moderna”.

 

L’attacco al reality show farà certamente discutere (lo ha già fatto negli ultimi mesi). Un programma che ha sì portato notorietà e una buona dose di tesseramenti in più, sgonfiata però nelle ultime due stagioni: “Credo siano stati fatti tanti errori negli ultimi anni e vorrei che non venissero più commessi. La Federazione Italiana Ginnastica è attualmente al 19esimo posto nella classifica mondiale. Questa Federazione non è capace di gestire i rapporto con il mondo esterno. Non si cercano sponsor e ci si limita a sopravvivere con i contributi del Coni e dei tesserati che, nell’ultimo quadriennio, sono diminuiti di 30000 unità. Qualcosa che non funziona c’è”.

A Jury non è davvero andata giù la debacle della Nazionale maschile ai Mondiali di Glasgow, chiusi con un mesto 19esimo posto che ha impedito di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016: “Ha fatto scattare in me la molla per presentare la candidatura, spinta dall’amore che ho per questo sport”. Attualmente parlare di quel disastro sembra ancora un tabù e si alzano difese a oltranza dai protagonisti che non hanno mai accettato una critica.

 

C’è spazio anche per parlare della Serie A, campionato di poco appeal se non tra gli appassionati. “Si svolge in sole quattro tappe nel corso dell’anno. Non siamo il calcio che gioca tutte le settimane ma è chiaro che la formula va ripensata. Tra l’altro cambiano le regole tutti gli anni e gli attuali dirigenti non lo fanno per migliorare lo spettacolo e attirare più pubblico, lo fanno solo per accontentare qualche società. Da Presidente vorrei un campionato di ginnastica più lungo e dove il valore da portare avanti sia soltanto la meritocrazia”.

 

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