Pallanuoto

Pallanuoto femminile, Chiara Tabani IN ESCLUSIVA: “Qui a Sabadell è tutto diverso. A Rio ho vissuto in un mondo parallelo…”

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Continua il nostro giro di interviste tra le protagoniste del Setterosa d’argento a Rio 2016: oggi è il turno del “cucciolo” del gruppo, Chiara Tabani. La ventiduenne di Prato è da poco sbarcata in Spagna, sponda Sabadell, per l’inizio di una nuova avventura sportiva ed umana; Chiara ha aperto lo scrigno dei suoi pensieri per i lettori di OA Sport, tra interessanti riflessioni professionali e profonde deviazioni sentimentali legate a quello che è stato, è e sempre rimarrà il suo nido, l’Italia. Buona lettura a tutti e un grosso in bocca al lupo a lei per la sua nuova esperienza in crema catalana!

È già scattata la stagione agonistica ufficiale in Spagna? Gli obiettivi di Chiara Tabani per la stagione 2016-2017.

“Sono tre settimane che mi sto allenando con la mia nuova squadra, il Campionato inizierà il 22 ottobre ma le partite delle coppe spagnole sono già iniziate. Gli obiettivi sono molti, sicuramente il primo è quello di dare il massimo in questa nuova esperienza, poi raggiungere il meglio dando sempre tutta me stessa”.

Dopo poche settimane di vita catalana, quali differenze/analogie hai potuto già riscontrare fra il mondo pallanuotistico del Club Natació Sabadell e quello del Prato o, più in generale, dell’Italia?

“Qua è tutto diverso! Gli allenamenti sono più brevi ma molto più intensi; la palestra è totalmente diversa da quella che ho sempre fatto. Infatti cerco sempre, allenamento dopo allenamento, di fare le cose bene ma non è facile, non avendole quasi mai fatte… Però mi piacciono molto questi tipi di programmi!”.

Sei finita in uno dei club più prestigiosi d’Europa, difenderai anche l’Euroleague conquistata dalle tue compagne lo scorso anno. Mica male, che pensieri ti frullano sotto la calottina quando sei in acqua?

“Mille pensieri… Ma il principale è quello di non deludere la mia squadra e me stessa. Di dare il 100% ogni secondo che gioco”.

Con i tuoi (quasi) 22 anni sei stata a Rio la più giovane giocatrice del Setterosa. Come ci si sente a vincere un argento olimpico da matricola?

“Sì, ho vissuto la mia prima Olimpiade a 21 anni, perché ancora non ne avevo compiuti 22… Tutto è stato bellissimo, è stato come vivere in un mondo parallelo; poi quando arrivi a giocarti una finale olimpica non riesci a realizzare bene la cosa perché è il sogno di tutti gli atleti. Appena sali sul podio senti tutte le emozioni strepitose che ti saltano addosso”.

Qual è ora la tua “consapevolezza” all’interno della squadra di coach Conti? Sta per partire un nuovo, importante corso e tu sei ora molto più di una giovane di belle speranze…

“La consapevolezza è quella che non bisogna mai smettere di lavorare forte e fare ogni cosa al massimo, recuperando quando puoi recuperare… Spero che anche questa mia nuova esperienza mi aiuti a crescere dal punto di vista pallanuotistico e come persona”.

Ecco la domanda più scontata, per qualsiasi appassionato, tifoso, “osservatore” della pallanuoto rosa nostrana. Ma perché il Campionato italiano in blocco s’è fatto sfuggire un profilo come Chiara Tabani?! Giovane, forte, nel giro della Nazionale già da un po’ (pure educata e simpatica!)…

“Grazie mille per i complimenti! Diciamo che sono stata più io a volermene andare, a voler provare nuove cose, mi sono voluta mettere alla prova. Nuovi allenamenti, nuove compagne, nuove avversarie: tutto diverso. Come infatti poi è stato. Ovvio, mi manca un sacco l’Italia ma sono orgogliosa di giocare in questa squadra”.

Fino ad oggi quali sono stati i modelli (puramente sportivi, ma anche quelli etico-comportamentali) a cui ti sei ispirata per affermati nella pallanuoto agonistica?

“Questa domanda è difficile… Diciamo che a me la pallanuoto non piaceva, assolutamente mai mi sarei immaginata in vasca con una calottina in testa… Tutto è partito da mia sorella, che iniziò a giocarvi, ed io dopo due anni l’ho seguita perché i genitori delle sue compagne mi spingevano a provare; dopo un po’ mi sono lasciata convincere, anche se è stato difficile iniziare. Una volta iniziato e vedendo un po’ di ‘mondo della pallanuoto’, sono rimasta affascinata da un sacco di persone. Tra queste, Elena Gigli, una grande atleta con cui ho avuto anche la fortuna di giocare insieme e che mi ha insegnato molto; Tania Di Mario, il mio capitano, sono felicissima di aver vissuto con lei delle esperienze importanti e soprattutto di aver potuto condividere con lei mille allenamenti in cui mi ha sempre aiutata a migliorare. Ti potrei fare altri mille nomi di atlete, ma dopo loro mi fermo qui perché penso siano state il massimo per me”.

Ultima domanda, la più cattiva, perché nostalgica. Sai già che dell’Italia ti mancherà più di ogni altra cosa…

“Mi mancherà tanto tutta la mia famiglia, che mi ha sempre seguito, mi mancheranno le mie amiche e i miei amici di sempre, il cibo italiano…molte cose! Ma sono sicura che quando tornerò un po’ a casa, le apprezzerò più del normale…”.

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto: archivio privato Chiara Tabani (credit MTB SPORT PHOTO)

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