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Pallanuoto maschile, Marco Del Lungo IN ESCLUSIVA: “La Pro Recco non è imbattibile. Già pensato a Tokyo 2020…”

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A Rio 2016 ha conquistato una preziosissima medaglia di bronzo con il Settebello di Sandro Campagna, ma il podio brasiliano ha rappresentato per lui solo l’inizio di una “nuova” avventura in azzurro, da protagonista assoluto… Stiamo parlando di Marco Del Lungo, ventiseienne portierone laziale in forza all’AN Brescia da ormai cinque anni e per tre anni vice di Stefano Tempesti in Nazionale. Dopo l’addio alla massima calottina tricolore dell’Airone di Prato, toccherà a lui l’onorevole ed oneroso ruolo di “Saracinesca d’Italia”, senza mai perdere di vista le importanti ambizioni del suo club. Gentili lettori, a voi, Marco Del Lungo. Buona lettura!

Dopo gli impegni europei, domani si parte con la prima di Campionato. Obiettivi stagionali dell’AN Brescia e di Marco Del Lungo.

“Gli obiettivi stagionali dell’AN Brescia rimangono gli stessi degli scorsi anni, ovvero la vittoria del Campionato e un cammino più lungo possibile nella Champions League”.

È battibile questa Pro Recco? Da parte del tuo compagno di Nazionale Andrea Fondelli sono arrivati attestati di stima e grande rispetto per la vostra squadra. Proverete a far cadere l’Impero recchelino?

“La Pro Recco? È una squadra composta da elementi molto esperti ma questo non significa che sia imbattibile…”.

Il tuo è un ruolo delicato, anche da un punto di vista del “carisma”, fondamentale per ottenere l’attenzione massima dei tuoi compagni durante il match… Quanto importante è stato Stefano Tempesti nel tuo processo di crescita in tal senso?

“Il portiere ha un ruolo di grande responsabilità e, sotto il profilo psicologico, bisogna mantenere il giusto “carisma”, perché uno ‘stato di attivazione’ troppo elevato o troppo basso può causare performance non ottimali. Per me Stefano è stato un grande compagno di squadra, tra di noi è nata una sana concorrenza agonistica che ci ha spinti a lavorare sempre di più e a migliorarci. Penso che lui mi abbia trasmesso un grande insegnamento, cioè che l’unica via per poter arrivare e rimanere in alto sia quella del lavoro e del sacrificio”.

Abbiamo nominato l’Airone di Prato, inevitabile dunque parlare di Nazionale. Tra poco si riparte anche con il Settebello: essere indicato come l’erede in Nazionale di Stefano suscita in te più senso d’orgoglio o di responsabilità?

“Di certo, come ho detto prima, il portiere è un ruolo fondamentale e questo discorso dell’erede di Tempesti è una cosa che crea grande responsabilità, ma allo stesso tempo sarà molto stimolante per me perché sarà l’inizio di un cammino molto faticoso…”.

Il tuo personale podio dei bombardieri più temibili che hai dovuto respingere in questi anni.

“I tiratori più forti? Beh, ce ne sarebbero troppi da elencare…(ride parecchio, ndr).

Hai 26 anni, quindi il grosso e il bello della tua carriera potrebbe ancora venire… Potessi prevedere il futuro oggi, cosa augureresti al Marco Del Lungo pallanuotista tra 10 anni?

“Più che ‘auguri’, per i prossimi 10 anni direi a Marco Del Lungo di mantenere sempre un profilo basso e gli ricorderei che, se è arrivato fin lì, è stato grazie al lavoro, al sacrificio suo e di tutte le persone che hanno creduto sempre in lui, infine gli consiglierei di mantenere sempre quella strada…”.

Fuori dalle piscine, invece, dove e come trovi spazi e tempi per “ricaricare le batterie”? È risaputo che il vostro è uno sport molto dispendioso a livello psicofisico…

“Per ricaricarmi non c’è posto migliore di casa o magari una bella passeggiata con la mia fidanzata per il centro di Brescia”.

Ti è già capitato di pensare, anche se per pochi secondi, a Tokyo 2020? O è troppo presto…?

“Certo che mi è capitato di pensare a Tokyo 2020, ma ho subito realizzato che devono migliorare delle cose per poter arrivarci al top, quindi mi tocca lavorare ancora di più…”.

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto: archivio privato Marco Del Lungo (credit Edoardo Perlotti)

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