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Sci di fondo, Federico Pellegrino: “Alle Olimpiadi punterò anche sulla tecnica classica. Questa Italia è tra le migliori di sempre”

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Ha già varcato le porte della storia, ora mira alla leggenda. Federico Pellegrino nella passata stagione ha regalato la prima Coppa del Mondo sprint di sempre all’Italia. Lo ha fatto con autorità, con cinque vittorie individuali e miglioramenti consistenti anche in tecnica classica, senza dimenticare i tangibili progressi sulle gare di distanza. All’orizzonte un biennio che porterà prima ai Mondiali di Lahti 2017 e poi alle Olimpiadi di Pyeongchang 2018. Il 26enne aostano lancia il suo guanto di sfida sulla strada verso l’Olimpo.

Dopo aver vinto una Coppa del Mondo, migliorarsi è difficile. Quali stimoli servono per puntare ad obiettivi sempre maggiori?
L’obiettivo è fare sempre meglio. Ovviamente, dopo aver vinto la Coppa, al massimo potrò rivincerla, non fare meglio. Tuttavia per me è importante avere buone sensazioni e, almeno ad inizio stagione, non farò calcoli. Mi concentrerò al 100% su ogni singola sprint, poi per la classifica vedremo più avanti. Farò nel frattempo anche qualche gara distance. Vorrei tornare a vincere in tecnica classica. Ho lavorato molto sulla scivolata spinta. Su alcuni terreni, rispetto ad alcuni avversari, sono sfavorito per l’altezza, ma sto migliorando con tanta palestra e con un lavoro specifico sulla forza. Solo una delle mie otto vittorie è arrivata in tecnica classica, è ora di fare meglio“.

Hai 26 anni e stai per entrare nel periodo della piena maturazione agonistica. Nelle gare di lunga distanza continui a progredire anno dopo anno, tanto che ormai possiamo definirti un fondista polivalente. Pensi di poterti giocare piazzamenti importanti anche in gare diverse dalle sprint?
Non è facile in una stessa stagione andare forte sia nelle sprint sia nelle distance. Ad esempio non puoi gareggiare al sabato in una 30 km ed il giorno dopo essere brillante in una sprint. Finché andrò forte, privilegerò le gare brevi. Con gli anni, tuttavia, lo spunto veloce è destinato a calare e a quel punto potrei dedicarmi maggiormente alle distance, dove serve anche molta esperienza. Il motore c’è, con gli anni la resistenza migliora e quindi potrei avere dei nuovi stimoli“.

Quest’anno ai Mondiali di Lathi si assegneranno i titoli della sprint in tl e del team-sprint in tc, mentre alle Olimpiadi, a causa del regolamento che prevede la rotazione tra le due tecniche, sarà il contrario. Avresti preferito giocarti l’alloro individuale a cinque cerchi a skating?
Il team-sprint è uno dei miei cavalli di battaglia e alle Olimpiadi sarà in tecnica libera. Però sto lavorando per puntare anche alla gara individuale in tecnica classica. Quindi sono tranquillo. Certo, se si svolgessero due sprint individuali, una in classico ed una a skating, sarei più contento“.

I tuoi successi e la crescita esponenziale di Francesco De Fabiani hanno riportato l’Italia dove merita. 
Credo che la Nazionale attuale sia tra le migliori di sempre. Ho vinto una Coppa del Mondo e mi sono aggiudicato 8 gare, nessuno ci era riuscito finora. Stiamo crescendo in tutti i format ed i miei compagni stanno lavorando benissimo. Ci tiriamo a vicenda e siamo una bella squadra. Vedo bene tra gli altri Maicol Rastelli: è convinto e a 25 anni ha capito che è tempo di cambiare marcia. Ora per noi è arrivato il momento di iniziare a raccogliere qualcosa di importante anche nei grandi eventi, io ho vinto un bronzo nella team-sprint dei Mondiali 2015 di Falun, ma non basta“.

Vincere di nuovo la Coppa del Mondo sprint oppure il titolo iridato: cosa sceglieresti?
Vincere il Mondiale avrebbe un grande impatto mediatico perché è ogni due anni ed avremo tanti occhi puntati addosso. Paradossalmente è più difficile una gara di Coppa del Mondo, perché nella rassegna iridata ogni nazione può schierare al massimo 4 atleti. Tuttavia non abbiamo concentrato la preparazione esclusivamente sul Mondiale, perché sarebbe un rischio troppo grande far dipendere un anno intero da una sola gara. Basta una caduta o un bastoncino rotto ed è tutto finito. Invece, come già nella passata stagione, voglio mantenere uno stato di forma buono per tutto l’arco dell’annata. E’ importante arrivare al Mondiale nelle migliori condizioni psicologiche, quindi è fondamentale ottenere prima dei buoni risultati“.

La pista di Lahti si adatta alle tue caratteristiche?
Purtroppo no, non ci ho mai vinto. C’è una lunga discesa prima del rettilineo finale, quindi chi è dietro ha modo di rientrare. Io preferisco piste dove è possibile fare una maggiore selezione. Dovrò capire se spingere a tutta sin da subito o aspettare l’arrivo“.

Sotto questo punto di vista, sei cresciuto moltissimo nel corso degli anni dal punto di vista tattico, dando sempre la sensazione di sapere come comportarti a seconda delle situazioni. 
E’ vero, in 5 anni di Coppa del Mondo sono migliorato tanto, a furia di cadute e rotture di bastoncini ho imparato molto. Ma solo con la tattica non si va da nessuna parte: servono fisico e testa per vincere“.

Dove può arrivare la staffetta dell’Italia? Con il ritiro di Roland Clara, andrà trovato un terzo frazionista affidabile. 
L’anno scorso siamo arrivati sesti a Lillehammer e terzi a Nove Mesto dietro Norvegia e Russia. Siamo una squadra da medaglia, dove tutti possono essere schierati in varie posizioni. Io ad esempio ho gareggiato sia in prima sia in ultima frazione. Dipenderà dal momento. La terza frazione potrebbe essere di Giandomenico Salvadori, perché Rastelli fa ancora un po’ fatica a skating. Cercheremo di fare del nostro meglio. Tanti si aspettano molto da me, ma fare una volata dopo 10 km è diverso che farlo in una sprint, ma mi sto allenando molto per questo, soffermandomi sul passo corto a skating in salita. Norvegia e Russia sulla carta hanno qualcosa in più, ma noi ce la giochiamo da outsider con Svezia, Finlandia e Francia. Abbiamo tanta fiducia in Chenetti (allenatore della Nazionale, ndr) e sappiamo che ai Mondiali schiererà la miglior formazione possibile“.

federico.militello@oasport.it

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Foto: pagina FB Pellegrino

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