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Tuffi, Francesca Dallapè: “Non ho più rimpianti. Tania e io mamme a Tokyo? Mai dire mai”

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Le sue lacrime a Londra 2012 fecero male tanto quanto quelle di Tania Cagnotto, fedele compagna di sincro con cui è imbattuta agli Europei: da Torino 2009, primo grande evento insieme, le due azzurre hanno sempre vinto dal trampolino 3 metri, fino a Londra 2016. Francesca Dallapè ha vissuto momenti altalenanti nei tuffi, minacciando anche il proprio ritiro la scorsa estate dopo la mancata qualificazione olimpica individuale e nel sincro ai Mondiali di Kazan, e sulle pagine della Gazzetta dello Sport ha ammesso: “Ho passato periodi brutti, soprattutto quando ero più giovane, ma non ho mai pensato di mollare. Certo, a volte di fronte a risultati negativi mi sono fatta delle domande, ma per carattere ogni delusione mi è servita per ripartire più forte di prima“.

A Rio 2016, comunque, l’argento vinto sempre nel sincro 3 metri e sempre con Tania Cagnotto al suo fianco ha cancellato ogni amarezza del passato: “La delusione di quattro anni fa aveva lasciato una bella cicatrice, adesso c’è la gioia di aver raggiunto un obiettivo fortemente desiderato. Quando ottieni ciò per cui hai lavorato tanto, ti senti completa e non hai più i rimpianti a farti compagnia. Nel momento in cui abbiamo avuto la sicurezza del viaggio in Brasile, Tania e io abbiamo messo tutto quello che avevamo nell’allenamento e nelle gare di preparazione, sapevamo di non aver lasciato nulla al caso. Poi nei tuffi basta l’errore di un secondo per rovinare tutto, però eravamo consapevoli della nostra forza e dei nostri sforzi“.

Cagnotto-Dallapè è, prima di tutto, una storia d’amicizia, di consigli reciproci ed esperienze condivise tanto che “nei tuffi siamo diventate una persona sola“. “Quando mi hanno messo insieme alla Cagnotto dopo Pechino 2008 (fu sesta nel sincro 3 metri con Noemi Batki, ndr) era una pressione che avvertivo molto, avevo paura di sbagliare e rovinare la carriera di una campionessa – ha ricordato la trentina, classe 1986, moglie dal giugno 2013 -. Tania, che mi è stata vicino fin dall’inizio con umiltà, mi ha sottratto ogni preoccupazione e mi ha stimolato a credere molto di più in me stessa. L’autostima che ho maturato negli anni deriva senz’altro dai suoi consigli“. E dall’altra parte lei ha ricambiato “con il mio entusiasmo contagioso e con la mia personalità vivace: ogni tanto Tania tendeva a chiudersi in se stessa, a volte era troppo concentrata sulla gara, io sono riuscita a farla sdrammatizzare nei momenti decisivi. Una bella combinazione“.

E cosa riserverà il futuro per Francesca Dallapè? “Dopo i Giochi mi sono presa un po’ di tempo per pensare, non ho ancora diradato i dubbi, ma la priorità va alla famiglia. Se riesco, vorrei avere un figlio. E poi, chissà. Allenatrice nella sua Trento, sulle orme della sua storica guida Giuliana Aor? “Per adesso non ci sono le condizioni, anche se le istituzioni a Trento hanno promesso che realizzeranno un polo per i tuffi. In quel caso, perché no“. Ma la suggestione è un’altra, che punta verso Tokyo 2020: alla domanda di Riccardo Crivelli “le dipingo questo quadro: Tania e Francesca, mogli e magari madri, di nuovo insieme sul trampolino a Tokyo 2020…“. “Mai dire mai – la risposta dell’azzurra -. Sicuramente, sarebbe un’altra bellissima esperienza“.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: DeepBlueMedia

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