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Chris Froome: Giro d’Italia e Vuelta a España lo renderebbero più grande? Lui sceglie la sfida al Tour

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Dati alla mano, Chris Froome è da quattro o cinque anni il più corridore da corse a tappe più forte del mondo. Per lui parlano tre Tour de France con sette vittorie di tappa, tre Giri del Delfinato e due Giri di Romandia solo per citare le vittorie più importanti. Un palmares invidiabile che però, quantomeno secondo i critici, manca di due corse fondamentali: Giro d’Italia e Vuelta a España.

Va detto, in primis, che il britannico ha provato in più occasioni a conquistare la corsa a tappe iberica, senza mai riuscirci a causa delle fatiche accumulate al Tour de France. Non è un caso, infatti, che le doppiette Giro-Tour o Tour-Vuelta manchino ormai dal secolo scorso, a dimostrazione che due grandi giri ravvicinati sono quasi impossibili da vincere. Froome ha dato l’impressione di poterci riuscire proprio nel 2016, ma un attacco ad oltre 100 chilometri dal traguardo di Quintana e Contador l’ha di fatto tagliato fuori dalla lotta per la maglia rossa. Quintana, in ogni caso, sembrava avere qualcosa in più del rivale in quell’occasione e difficilmente Froome avrebbe replicato il successo del Tour de France di un mese prima.

Dal 2011 a questa parte, ovvero da quando si è scoperto competitivo per la vittoria nelle corse a tappe di tre settimane, Froome non si è mai presentato alla partenza del Giro d’Italia e il trend non sembra destinato a mutare nel breve periodo. Per Chris e per il Team Sky il Tour de France sembra avere un valore specifico molto maggiore rispetto alla corsa nostrana che invece potrebbe consentirgli di misurarsi e testarsi su percorsi diversi e più impegnativi sotto alcuni punti di vista. Correre il Tour de France, per Froome, è un po’ come correre in casa, su un terreno adatto alle sue caratteristiche e alle caratteristiche della sua squadra. Come si troverebbe su un territorio morfologicamente diverso come quello italiano, capace di offrire insidie sotto diversi aspetti?

Il keniano bianco però, come punto di riferimento per tutti i corridori da Gt del mondo, deve avere la lbertà di mettere in palio il proprio scettro nella competizione che ritiene più adatta: il Tour de France. La corsa francese ha maggiore risalto internazionale, maggiore prestigio. È al Tour de France che si scontrano i migliori atleti del mondo in questo particolare e massacrante esercizio fisico e mentale. Un’eventuale scelta di Froome di impostare la preparazione sul Giro d’Italia, per quanto suggestiva, potrebbe produrre un esodo di massa degli altri atleti con le sue caratteristiche verso il Tour de France: in tanti vorrebbero sfruttare l’occasione per indossare la maglia gialla sotto l’Arco di Trionfo e l’assenza del dominatore degli ultimi anni fornirebbe a tutti la scusa migliore per snobbare Giro e Vuelta in favore della corsa francese. Questo darebbe un sapore insipido tanto alla maglia gialla di quell’edizione del Tour (“Ah ma se c’era Froome“) tanto all’eventuale successo del corridore del Team Sky al Giro (“Eh ma ha corso da solo“). Lo stesso Froome, una volta concluso, magari vincendolo, il Giro potrebbe provare a ripetersi o a riscattarsi al Tour, ma si presenterebbe al via della Grande Boucle in condizioni atletiche deficitarie rispetto a tutti gli avversari, freschi e preparati solo per quella corsa.

Per quanto ci riguarda, la grandezza di Froome non può essere messa in discussione solamente per la sua scelta di offrire a tutti i rivali l’opportunità di sfidarlo ogni anno nella corsa più importante del mondo. Sotto un certo punto di vista, per lui potrebbe essere più facile vincere Giro d’Italia e Vuelta a España nella stessa stagione, magari contro un paio di giovani promettenti o poco più, che ripetersi e concedere il poker a Parigi. La sfida più grande, però, è ancora quella che è in grado di offrire il Tour de France: tre settimane di battaglia in bicicletta tra i più forti corridori del mondo per quanto riguarda le grandi corse a tappe. 

gianluca.santo@oasport.it

Twitter: @Santo_Gianluca

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Foto: Gyrostat (Wikimedia, CC-BY-SA 4.0) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons

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