Ciclismo

Ciclismo, Moreno Moser: “È arrivato il momento giusto per il salto di qualità. Spero di aiutare Aru soprattutto al Giro d’Italia”

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Moreno Moser è uno dei migliori corridori italiani, con un cognome pesante (nipote dell’indimenticato Francesco): tuttavia ha dimostrato di saper reggere la pressione e saperlo portare. Moreno, ex Liquigas e Cannondale, “squadre che lo hanno fatto crescere molto come ciclista e come uomo” dalla prossima stagione correrà insieme a Fabio Aru con la maglia dell’Astana, un grande traguardo o, forse, punto di partenza. Il trentino si è raccontato con un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

Obiettivo per il 2017? “Credo di essere arrivato al momento giusto per il salto di qualità. Mi sento pronto e sono certo che riuscirò ad andare forte. Soprattutto a essere ad alto livello con maggiore costanza“. Magari passando anche per le Strade Bianche: “Ho già vinto questa corsa (nel 2013, ndr) e mi piacerebbe ripetermi. A maggior ragione ora che è diventata una corsa World Tour“.

Anche Fabio Aru, da quest’anno capitano fisso della formazione kazaka, si è espresso con parole lusinghiere sull’ingaggio dell’Astana di Moser: “Ho letto quello che ha detto Fabio e mi ha fatto molto piacere. Credo di essere in grado di ripagare la sua fiducia. Mi vedrete spesso al suo fianco. Soprattutto al Giro d’Italia spero di essergli di aiuto“.

Andando più sul tecnico poi, sulla nuova avventura nel team di Vinokourov, Moser dice: “Cambierà soprattutto l’avvicinamento ai Grandi Giri. Quello che è già cambiato è l’allenatore. Adesso sono seguito da Maurizio Mazzoleni (lo stesso di Aru, ndr). Con lui ho già cominciato a fare qualcosa e mi pare ci sia sintoniaCome corridore, potenzialmente potrei fare tutto, puntare a tutti i traguardi. Forse mi è preclusa solo la vittoria in un Grande Giro, anche se nella terza settimana sono sempre andato forte. O meno piano di tanti altri. Quest tipo di gare mi piacciono, e non le temo. Semi-Classiche ne ho vinte, brevi corse a tappe pure, a crono vado bene…“. E alla domanda “cosa è mancato finora?“, Moreno risponde: “Non lo so. Qui la storia è un po’ come quella delle crono. Le ho corse sempre bene senza mai prepararle, ma sfruttando la condizione. Forse è un segnale che la crono mi manda, mi dice di non trascurarla, cosa che finora ho fatto senza sapere il motivo, anche perché è un’opportunità in più di fare risultato. L’80% dei corridori parte in una corsa a tappe senza volerne sapere delle crono, ma è una stupidaggine. Poi le crono non sono difficili, perché non c’è tattica, i misuratori di potenza ti aiutano. Se hai la condizione basta seguire i dati“.

giuseppe.bernardi@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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