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Formula 1

F1: Nico Rosberg vede il traguardo che vale una carriera. Ma c’è da battere la tensione e qualche volta l’ultima gara ha ribaltato tutto…

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Nico Rosberg è lì, vede all’orizzonte il traguardo dei traguardi, quello che vale un’intera carriera. Quella che potrebbe diventare la sua oasi felice nel deserto arabico, dopo aver superato indenne la tempesta brasiliana (nel senso letterale dell’espressione) che avrebbe potuto complicargli tremendamente i piani iridati… Tra il tedesco della Mercedes e il primo titolo di Campione del Mondo F1 della sua carriera vi sono ormai “solo” i 5,552 km del GP di Abu Dhabi, in programma sul circuito di Yas Marina domenica 27 novembre alle ore 14 italiane, al tramonto negli Emirati Arabi Uniti.

Oltre all’avversario sportivo numero 1, il famelico Lewis Hamilton capace di inanellare tre doppiette pole-vittoria nelle ultime tre gare, l’ex tenero figlio di Keke dovrà superare ad Abu Dhabi il nemico personale che nel recente passato gli ha impedito di spiccare definitivamamente il volo verso l’Olimpo della F1: la tensione. Leggasi pure paura di vincere o sudditanza psicologica nei confronti di un compagno di squadra senza dubbi più istrionico, carismatico, “cattivo”.

Lungi dal voler passare per gli involontari gufi di Nico, purtroppo per lui non sono stati pochi i casi in cui nella Formula Uno moderna il leader del Campionato ha subito proprio all’ultima prova (talvolta alle curve conclusive…) la beffa del sorpasso finale nella classifica generale. Eccovi i quattro illustri precedenti relativi agli ultimi vent’anni della storia delle quattro ruote veloci. Ahinoi, tre volte su quattro con una Rossa a vestire i panni della vittima…

Il 1997, il 1999 e il 2008 sono ricordati dai tifosi del Cavallino per le cocenti sconfitte incassate all’ultimo GP della stagione. A beneficiarne furono rispettivamente Jacques Villeneuve, Mika Häkkinen e Lewis Hamilton, che beffarono rispettivamente Michael Schumacher, Eddie Irvine – autore nel 1999 di una grande annata da prima guida in sostituzione di Schumi, bloccato dall’incidente di Silverstone – e Felipe Massa. Per fortuna ci fu in mezzo il 2007 targato Kimi Raikkonen…

Mondiale 1997. Nella conferenza stampa pre-gara, i due contendenti auspicarono una lotta dura ma corretta: lo stesso Villeneuve punzecchiò solamente la spalla di Schumacher, Eddie Irvine, in passato protagonista di episodi controversi. Al via, il tedesco della Ferrari scattò bene e si portò in testa, mentre il canadese pattinò troppo e venne superato anche dal compagno di squadra Heinz-Harald Frentzen, il quale gli lascerà comunque strada. Schumi rimase in testa anche dopo le tornate dei rifornimenti, ma Villeneuve si mantenne vicino e lentamente gli recuperò terreno. A ventidue giri dal termine, il canadese cercò il sorpasso risolutivo, ma Schumacher lo “chiuse” (eufemismo…) con il solo risultato di terminare la sua gara nella sabbia, permettendo così al canadese di proseguire verso la vittoria del titolo. L’episodio dell’incidente tra Schumacher e Villeneuve ebbe degli strascichi pesanti, tanto che la FIA squalificò il pilota tedesco eliminandolo dalla classifica generale, pur concedendogli di conservare punti e vittorie ottenute.

Mondiale 1999. Come nei due anni precedenti, il Campionato si decise all’ultima gara in calendario sul circuito di Suzuka, in Giappone. I pronostici erano a favore di Eddie Irvine, che si presentò sulla sua pista preferita con quattro punti di vantaggio sul rivale Häkkinen. Tuttavia, già dalle prove del venerdì le cose sembrarono mettersi male per il ferrarista, protagonista di un brutto incidente ed anche in qualifica non andò oltre il quinto posto. In pole position c’era però il suo compagno di squadra, il rientrante Schumacher, che tenendo dietro Häkkinen avrebbe potuto regalargli la vittoria iridata. Allo spegnersi dei semafori, però, i piani della Ferrari e di Irvine andarono in fumo: il pilota della McLaren scattò meglio di Schumacher e si involò verso il doppio trionfo. A poco servì la bella partenza di Irvine, che superò Coulthard e Frentzen, issandosi al quarto posto dietro anche a Panis (il britannico della Ferrari chiuse al terzo posto, alle spalle di Schumi).

Mondiale 2007. Kimi Raikkonen trionfò in Rosso in uno dei finali più incredibili della storia dello sport. Si arrivò al GP del Brasile, ad Interlagos, con tre piloti in sette punti: Hamilton su McLaren con 107 punti, Alonso, sempre su McLaren, con 104 e Raikkonen su Ferrari con 100. L’inglese sbagliò del tutto la partenza perdendo parecchie posizioni, il finlandese invece scappò in testa e, approfittando dell’ultimo posto finale di Lewis e del terzo di Alonso, vinse il suo primo e fin qui unico Mondiale con un punto di vantaggio sugli avversari. Dopo la gara, l’ordine di arrivo finale venne ufficializzato con diverse ore di ritardo a causa di irregolarità rilevate nella temperatura della benzina delle vetture BMW e Williams (la benzina non può avere una temperatura inferiore di più di 10 gradi rispetto alla temperatura atmosferica ufficiale, in quanto il carburante più freddo ha un rendimento migliore, ndr). Se i piloti di tali vetture fossero stati penalizzati dai giudici, Hamilton avrebbe vinto il campionato “a tavolino”.

Mondiale 2008. Sono memorabili le lacrime di Felipe Massa, autore del “quasi miracolo” casalingo… Ad Interlagos, infatti, l’idolo della torcida era Campione fino alla terzultima curva dell’ultimo giro, quando Hamilton superò Timo Glock su Toyota, ottenendo quel punticino che gli permise di essere iridato per la prima volta in carriera. Quando, infatti, ormai tutto sembrava perduto per Hamilton e la McLaren, e mentre Felipe Massa tagliava il traguardo al primo posto come Campione del Mondo virtuale nel tripudio del pubblico brasiliano, alla terz’ultima curva dell’ultimo giro l’inglese sorpassò Glock, lentissimo a causa delle gomme da asciutto. Tale fu il disappunto della tifoseria ferrarista che molti di essi accusarono per molto tempo il tedesco di aver favorito l’inglese, ma il confronto oggettivo dei suoi tempi sul giro con quelli fatti segnare da altri piloti con gomme da asciutto nelle sue stesse condizioni dimostrò che il tedesco non aveva ridotto volutamente il suo ritmo di gara in quel frangente.

Che sia Hamilton o Rosberg a festeggiare ad Abu Dhabi, l’augurio è uno solo: speriamo trionfino lo spettacolo e la sportività, fra i due contendenti, ma anche grazie alla collaborazione di tutti gli altri piloti. Vincerà sicuramente il migliore della stagione e la lotta serrata fra i due alfieri Mercedes passerà alla storia, comunque vada.

giuseppe.urbano@oasport.it

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