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Judo, Antonio Esposito: “Nella nuova categoria mi trovo benissimo. Questo quadriennio non voglio sbagliare”

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ESCLUSIVA – Medagliato d’argento agli Europei Under 23 di Tel Aviv nella categoria 81 kg, il judoka ventiduenne – che ha compiuto gli anni proprio questo 18 novembre – Antonio Esposito è il protagonista della nostra intervista, nella quale abbiamo parlato della rassegna continentale ma anche del suo futuro e della sua particolare esperienza ai Giochi Olimpici di Rio 2016.

Per il terzo anno consecutivo sei arrivato in finale agli Europei U23, con un oro vinto nel 2014 e due argenti nel 2015 e nel 2016: raccontaci com’è andata a Tel Aviv.

Disputare tre finali su tre in un Campionato d’Europa credo che sia una grande cosa, ero andato a Tel Aviv per fare bene e ci sono riuscito. Il sorteggio non mi ha aiutato tanto perché ho dovuto affrontare il bulgaro Ivaylo Ivanov (settimo agli ultimi Giochi Olimpici, ndr) subito al secondo turno, ma ne sono uscito bene con gran carattere e voglia di vincere, visto anche l’infortunio“.

Ti abbiamo visto disputare la finale con una vistosa fasciatura alla testa. Cosa è successo di preciso? Questo infortunio ti ha in qualche modo condizionato?

Sì, avevo la testa fasciata a causa di un vistoso taglio sull’arcata del sopracciglio sinistro, subita proprio contro il bulgaro Ivanov nel secondo turno, per via di una testata involontaria. Mi ha causato non pochi problemi, perché per i restanti incontri ho dovuto combattere con una fascia che mi premeva la testa e mi copriva gli occhi, inoltre continuavo a perdere sangue, e dopo la finale sono corso in Ospedale per farmi curare“.

Dopo gli ottimi risultati nella categoria 73 kg sei passato agli 81 kg, ottenendo questo argento dopo essere già stato campione italiano assoluto nel 2015. Come hai fatto ad adattarti così velocemente? Hai trovato delle differenze tra le due categorie?

Non ho assolutamente trovato difficoltà, nella nuova categoria mi trovo benissimo e sono molto più veloce dei miei avversari. Nei 73 kg perdevo troppi chili, arrivavo in gara troppo debilitato e nelle ultime gare di qualificazione olimpica, per colpa anche degli infortuni, non riuscivo più ad esprimere il mio judo“.

A Rio 2016 non hai combattuto, ma eri comunque presente come sparring partner per gli allenamenti e ti abbiamo visto particolarmente scatenato sulle tribune, soprattutto per la vittoria del tuo amico Fabio Basile. Raccontaci come hai vissuto questa particolare esperienza olimpica.

Sì, a Rio non ho combattuto… Ero lì come partner di Fabio Basile, il mio migliore amico. È stata un’esperienza che mi ha dato tanto e mi ha fatto crescere come persona e judoka, la vittoria di Fabio mi ha dato di nuovo tanti stimoli per il quadriennio che verrà, perché dopo la mancata qualificazione ero molto demotivato, quindi andare lì mi ha aiutato tantissimo“.

Ora è tempo di pensare al futuro, inizia il quadriennio che porterà a Tokyo 2020. Quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti?

Questo è un quadriennio che non voglio sbagliare, quindi insieme allo staff tecnico della nazionale, al mio maestro Raffaele Parlati ed al mio Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre, abbiamo deciso di fare poche gare per i primi due anni e pensare un po’ di più all’allenamento ed alla preparazione per i due anni successivi, che saranno di qualificazione olimpica, ma saró comunque presente agli Assoluti e all’European Open che si terrà a Roma a febbraio“.

Nella categoria 81 kg troverai grande concorrenza con Matteo Marconcini, quinto a Rio 2016, ed altri judoka italiani che sono intenzionati a fare bene. Come affronterai questa rivalità interna?

Spero che questa volta i tecnici della nazionale riusciranno a gestire meglio atleti e gare, dando le stesse possibilità a tutti. Marconcini è un grande atleta e gran rivale, ed è già affermato in questa categoria. Per me non sarà facile, ma ce la metterò tutta!“.

giulio.chinappi@oasport.it

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Immagine: EJU

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