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Karate, i giovani azzurri da seguire verso Tokyo 2020. Silvia Semeraro e Viola Lallo in rampa di lancio, Mattia Busato re indiscusso del kata azzurro

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Otto categorie in totale, quattro per gli uomini e quattro per le donne. Sarà un’Olimpiade molto selettiva quella che segnerà a Tokyo l’esordio del karate nella rassegna a cinque cerchi. L’Italia può cullare ambizioni da medaglia in quasi tutte le categorie di peso previste fra quattro anni in Giappone, ma i criteri per la qualificazione olimpica imporranno scelte mirate e una preparazione oculata per restare ai vertici del ranking e accedere di diritto al prestigioso evento.

Le speranze più fulgide di medaglia coinvolgono indubbiamente Luigi Busà (75 kg) e Sara Cardin (55 kg), entrambi reduci da un Mondiale non all’altezza delle aspettative a Linz, ma smaniosi di tornare sul gradino più alto del podio in quello che potrebbe rappresentare l’ultimo straordinario obiettivo di una carriera già gloriosa. Viviana Bottaro, nel frattempo, sembra entrata in una nuova dimensione grazie ai due bronzi conquistati in Austria e nel kata proverà a tenere alti i colori azzurri nel prossimo quadriennio.

Ma è sulle giovani leve che l’Italia dovrà puntare in vista di Tokyo 2020 ed oltre, per dare ulteriore lustro ad una scuola che ha lanciato sulla ribalta internazionale alcuni tra i migliori rappresentanti della disciplina nel mondo. Occorrerà così prestare molta attenzione a quattro atleti che di recente hanno mostrato progressi enormi a dispetto della giovane età, lasciando intravedere margini di crescita ancora inesplorati.

Silvia Semeraro, in particolare, a soli 20 anni ha sfiorato il bronzo a Linz nella categoria 68 kg, perdendo la “finalina” soltanto per hantei contro la montenegrina Marina Rakovic al termine di un match molto tattico, concluso sullo 0-0. La tarantina è solita prediligere la difesa all’attacco, atteggiamento che le ha fruttato già diverse vittorie internazionali tra i senior. Qualora dovesse affinare ulteriormente la tecnica e acquisire un pizzico di malizia e spregiudicatezza in più, nessun obiettivo le sarebbe precluso in futuro, anche se dovrà forzatamente adeguarsi ad una categoria che potrebbe non rivelarsi congeniale alle sue caratteristiche.

Da tenere in considerazione è anche Viola Lallo (61 kg), il cui cammino dirompente a Linz si è arrestato ai quarti contro la cinese Li. La sua sfrontatezza le ha consentito di rifilare autentiche lezioni di karate a svariate avversarie persino in occasione dei recenti Mondiali e il settimo posto finale le sta davvero stretto per quanto mostrato sul tatami poco più di una settimana fa.

Il kata maschile, invece, ha in Mattia Busato il suo imprescindibile punto di riferimento. Il 23enne atleta del Germinal Karate Castelfranco vanta già successi di prestigio, tra cui spiccano il bronzo agli Europei di Montpellier e la vittoria nello Us Open di Las Vegas, ed è reduce da un Mondiale convincente, in cui è mancato l’acuto nei quarti di finale contro l’esperto venezuelano Diaz.

Un posto d’onore tra le speranze azzurre di medaglia olimpica lo merita senz’altro anche Gianluca De Vivo, argento europeo in carica nella categoria 67 kg. A 24 anni il karateka di San Valentino Torio è da tempo uno dei migliori interpreti della disciplina, ma la sua emotività talvolta gli ha giocato brutti scherzi come a Linz. Se arriverà a Tokyo in perfette condizioni fisiche e mentali, tuttavia, De Vivo potrà tranquillamente ambire a qualcosa di più di una semplice qualificazione alle Olimpiadi.

mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Mattia Busato

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