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Olimpiadi 2024: Los Angeles verso la sconfitta per colpa di Donald Trump? Allyson Felix lancia l’appello
Alla vigilia delle elezioni presidenziali statunitensi, il comitato promotore per la candidatura di Los Angeles all’organizzazione dei Giochi Olimpici del 2024 non aveva nascosto i propri timori circa un’eventuale elezione di Donald Trump. Alla vittoria del candidato repubblicano, il messaggio ufficiale proveniente dalla California ha mostrato una faccia più diplomatica: “Puntiamo a lavorare in collaborazione con il neopresidente eletto Donalda Trump e con la sua amministrazione attraverso il governo federale“.
Ma quale peso effettivo può avere la vittoria di Trump sul futuro della candidatura di Los Angeles? Il punto non sta nel capire la posizione del prossimo inquilino della Casa Bianca circa l’organizzazione dei Giochi Olimpici, visto che Trump si insedierà il 20 gennaio ed avrebbe solamente nove mesi di tempo prima che la scelta venga fatta, ma piuttosto la sua presidenza potrebbe avere un effetto negativo sui 98 membri del CIO provenienti da tutto il mondo. Un personaggio sui generis come Trump, infatti, potrebbe nuocere all’immagine degli Stati Uniti presso l’opinione pubblica internazionale, e dunque sottrarre voti alla candidatura in occasione della decisione che verrà presa il 13 settembre 2017 a Lima, capitale del Perù.
Donald Trump, effettivamente non si è mai espresso direttamente contro lo svolgimento dei Giochi Olimpici negli Stati Uniti, ed in un Paese di tipo federale l’elezione del Presidente non ha un peso così incisivo sulla candidatura. Lo stesso sindaco della città candidata, il democratico Eric Garcetti, aveva ricordato che l’esito delle presidenziali non avrebbe avuto nessuna influenza diretta sulla corsa verso l’organizzazione delle Olimpiadi del 2024. A pesare, dunque, potrebbero essere le conseguenze indirette: le tante dichiarazioni di Trump a sfondo xenofobo e sessista potrebbero infatti sottrarre tanti voti alla candidatura statunitense. Pensiamo soprattutto ai delegati provenienti dai Paesi musulmani e latinoamericani, spesso protagonisti delle infelici affermazioni del futuro neopresidente, che certamente faranno mente locale prima di esprimere il loro voto in favore degli Stati Uniti. E che dire dei delegati di sesso femminile, considerate come meri “oggetti esteticamente piacevoli“? Propositi non proprio corrispondenti ai principi dello spirito olimpico, insomma.
Membro sudafricano del CIO, Sam Ramsamy, ha voluto però smorzare la polemica a riguardo: “Ha offeso un po’ tutti, ma non credo che possa influenzare il processo di candidatura“, ha dichiarato, nonostante il suo Paese fosse stato definito dallo stesso Trump come un “pericoloso casino“. Il mondo dello sport a stelle e strisce, però, non la pensa così, ed a lanciare un appello è stata la nove volte medagliata olimpica Allyson Felix, nativa proprio di L.A.: “Abbiamo appena finito le nostre elezioni presidenziali ed alcuni di voi potrebbero porsi delle domande circa l’impegno degli Stati Uniti nel rispettare i propri principi fondativi. Ho un messaggio per voi: non dubitate. La nostra diversità è la nostra forza più grande. Siamo una nazione che include anche individui come me, discendenti da persone che sono venute negli Stati Uniti non secondo la propria volontà ma contro quest’ultima. Ma non siamo una nazione attaccata al passato, glorioso o doloroso che sia. Gli americani guardano al futuro. Credo che Los Angeles rappresenti una scelta perfetta per i Giochi del 2024, perché il volto della nostra città riflette quello dello stesso movimento olimpico”.
giulio.chinappi@oasport.it
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Immagine: Donald Trump (Facebook)