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Rugby, Italia travolta dalla Nuova Zelanda. Ma non è tutto nero…

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Sabato scorso si è svolto a Roma il Test Match di rugby tra l’Italia e la Nuova Zelanda. Di fronte al numerosissimo pubblico dell’Olimpico, la sfida si è risolta in un monologo tuttonero con risultato finale fissato sul 68-10 per gli ospiti. Uno scarto di 58 punti, 10 mete subìte contro la sola segnata dagli azzurri, percentuale di possesso palla nettamente favorevole agli All Blacks, eppure questa partita ha regalato tanti spunti per poter guardare al futuro della palla ovale italiana con fiducia e positività.

L’Italia ha schiacciato il pallone dietro la porta avversaria soltanto una volta, vero, ma già questo dato è confortante: la difesa che Tommaso Boni si è trovato davanti mentre correva verso i pali era quella della Nuova Zelanda, della Nazionale di rugby più forte di sempre, leggendaria, mitica,… È stato Ugo Gori, al 67’, a scaricare l’ovale nelle mani del centro veneto che, con una fantastica cavalcata, è riuscito a liberarsi degli avversari e segnare la meta, poi trasformata da Tommaso Allan. Azione simbolo di cattiveria sportiva, grinta e cinismo di una squadra che, nonostante le difficoltà e l’esito della partita già scritto, ha trovato le forze per marcare i 22m avversari.

D’altro canto, nei restanti minuti di match, fatta eccezione per qualche minuto di buon gioco, l’Italia ha subìto totalmente le manovre degli All Blacks. Non poteva essere altrimenti con una squadra, come quella azzurra, che sta vivendo l’inizio di un nuovo corso dopo gli anni trascorsi con Jacques Brunel ct. Il nuovo tecnico O’Shea è ancora alle prime uscite assolute con la Nazionale del Bel Paese e non parla ancora benissimo l’italiano ma il futuro è tutto dalla sua parte. “Nelle prossime due partite risponderemo a questa sconfitta, saremo un’Italia migliore soprattutto sotto il profilo offensivo – così Carlo Canna dopo Italia-Nuova Zelanda, col pensiero già proiettato verso Sudafrica e Tonga.

giuseppe.bernardi@oasport.it

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Foto: Twitter FIR

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