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Volley, Osmany Juantorena: “Zaytsev non mi voleva in Nazionale: abbiamo chiarito e ora lottiamo insieme. L’Italia è la mia seconda Patria: ho pianto a dirotto”

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Domenica si disputerà il big match tra Civitanova e Perugia, valido per l’ottava giornata di SuperLega. La Lube capolista sfida i Block Devils, reduci dalle sonore sconfitte contro Trento e Modena, desiderosi di riscatto. La partita sarà anche lo scontro diretto tra Osmany Juantorena e Ivan Zaytsev, pilastri delle rispettive squadre e anche della nostra Nazionale che ha conquistato l’argento alle Olimpiadi di Rio 2016.

La Pantera ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui è tornato sul suo rapporto con lo Zar, oltre ad aver parlato del suo futuro, dei suoi obiettivi, della sua Cuba e delle emozioni del Maracanazinho.

 

Con Ivan ci siamo chiarati. Lui non era d’accordo che io entrassi in Nazionale. E non era il solo a essere scettico. Ci siamo parlati, abbiamo risolto. Ci ha accomunato l’obiettivo: lottare per la stessa maglia”.

Osmany è diventato italiano solo da alcune stagioni e racconta il suo passato: “L’Italia mi ha adottato nel 2008. Due anni dopo mi sono sposato con Glenda e abbiamo avuto Victoria che adesso ha tre anni e mezzo. Il problema è che qui ci sono venuto regolare, anziché scappare da Cuba. L’essere considerato un dissidente ha complicato tutta la mia vita, privata e sportiva”.

Fu un periodo difficile perché subì una squalifica per doping: “Un incubo. Fermo due anni anche in attesa di ricevere il permesso di giocare all’estero, poi la vana speranza di essere chiamato in Nazionale (di Cuba, ndr). Ho dovuto fare delle scelte”.

 

Sognavo le Olimpiadi fin da bambino. Con Cuba non ci sarei mai riuscito. Rifarei tutto, senza pentirmi di niente. L’Italia è la mia altra patria e mai l’ho capito tanto bene come in Giappone l’anno scorso prendendo il pass per i Giochi (secondo posto in Coppa del Mondo, ndr). Ero in squadra da un mese scarso, il gruppo veniva da un’estate complicata con le dimissioni dell’ex CT Berruto e l’insediamento di Blengnii che è anche mio coach a Macerata. Su di me c’erano aspettative e pressioni, molti avevano investito su di me, sentivo di dover dimostrare qualcosa in più, che la maglia me la meritavo. Quando siamo riusciti a staccare il biglietto per Rio ho pianto a dirotto”.

Sulle Olimpiadi 2016: “Quando ci ricapiterà più? A me molto difficilmente. Abbiamo perso una grande occasione. Una finale olimpica in Brasile coi padroni di casa. Sarebbero bastate due palle diverse, un po’ di continuità e non ambire alla perfezione. Invece parlano i fatti. Il Brasile ha vinto. La partita non l’ho rivista, troppa amarezza. Anche se l’argento so che a poco poco, un giorno, diventerà gioia piena”.

 

1 Commento

1 Commento

  1. Nany74

    3 Novembre 2016 at 20:28

    Osmany è sempre un grande! Tanta sostanza e zero fuffa…l’essensa di un campione! Sono felicissimo che rappresenti l’Italia nel mondo!

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