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Calcio, un 2016 ricco di emozioni. Tripudio e lacrime per gli azzurri di Antonio Conte, Juventus a forza 100

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Un anno di gioie e amarezze, di tripudio e lacrime. Il 2016 del calcio italiano è ricco di emozioni forti e, pur senza vittorie da festeggiare in ambito internazionale, consegna al Bel Paese un movimento in salute dopo anni trascorsi su livelli decisamente non all’altezza della tradizione azzurra. Ma andiamo con ordine e partiamo dai club. È il 10 gennaio quando il Napoli, schiantando il Frosinone, si laurea Campione d’Inverno, un titolo che in Italia è spesso il preludio al tricolore, ma che stavolta non fa rima con scudetto. La sera del 13 febbraio, infatti, la Juventus completa una rimonta pazzesca e scavalca il Napoli, battendolo nello scontro diretto con un gol beffardo di Zaza nei minuti finali e prendendo poi pian piano il largo. La giornata decisiva è la 31esima. Una follia di Higuain a Udine sottrae al Napoli il suo bomber e le tre giornate di squalifica che seguono il cartellino rosso rimediato dall’argentino segnano di fatto la fine dei sogni scudetto dei partenopei, che sfumano definitivamente il 25 aprile in occasione della sconfitta interna con la Roma e del contemporaneo successo della Juventus al Franchi, un trionfo che si materializza addirittura tre settimane prima della fine del torneo.

Per i bianconeri è una conquista incredibile, che corona una scalata contrassegnata da 26 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta nelle ultime 28 giornate del campionato. La Juventus di Andrea Agnelli con il quinto scudetto consecutivo eguaglia la striscia della Juve del primo dopoguerra (1931-1935) e dell’Inter post Calciopoli (2006-2010), un filotto quest’ultimo che parte tuttavia con lo scudetto assegnato a tavolino nel 2006. Il Napoli può consolarsi con il record del suo bomber Gonzalo Higuain, che con i suoi 36 gol in campionato supera persino il leggendario Nordahl e si issa in testa alla classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi in un singolo torneo di serie A. Lo spettacolo offerto dalla massima serie, tuttavia, non trova riscontro sul palcoscenico internazionale. Napoli, Sampdoria e Fiorentina lasciano la contesa troppo presto in Europa League e soltanto la Lazio riesce a qualificarsi agli ottavi, cedendo il passo al non irresistibile Sparta Praga dopo aver visto svanire il sogno Champions nei preliminari contro il Bayer Leverkusen, un sogno inseguito invano dalla Roma e dalla Juventus con esito identico ma riscontri differenti. I capitolini negli ottavi oppongono poca resistenza al Real Madrid, poi vincitore del trofeo, mentre la Juventus disputa una prova memorabile il 16 marzo all’Allianz Arena, sfiorando il colpaccio e facendosi raggiungere soltanto all’ultimo respiro per poi chinare il capo nei supplementari, un’autentica mazzata sulle ambizioni bianconere pur con la consapevolezza di potersela giocare ad armi pari con l’élite europea.

L’ultimo atto della stagione calcistica è la finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan, culmine di una competizione contrassegnata dalla favola dell’Alessandria, club di Lega Pro che riesce persino a qualificarsi per le semifinali per poi sbattere contro il blasone dei rossoneri. È un gol di Morata nei supplementari a regalare il double alla Juventus al termine di un match decisamente equilibrato e deciso soltanto da un’improvvisa folata del fuoriclasse spagnolo.

Ma è già tempo di pensare agli Europei di Francia, dove la Nazionale di Antonio Conte si presenta senza squilli di tromba e, secondo l’opinione comune, si appresta a svolgere un ruolo da comprimaria. Il 13 giugno gli azzurri scendono in campo a Lione contro il Belgio, accreditato alla vigilia dei favori del pronostico. È un tripudio azzurro. I ragazzi guidati da Conte dominano la gara dal primo all’ultimo minuto e portano a casa i tre punti grazie alle reti di Giaccherini e Pellè, infondendo fiducia ad un ambiente che adesso finalmente crede nella grande impresa. Contro la Svezia un’Italia cinica porta a casa il match nel finale con un guizzo di Eder e passa il turno, prima di cedere il passo all’Irlanda nell’ultima partita del girone. Agli ottavi di finale il 27 giugno ad attendere gli azzurri a Saint-Denis ci sono i campioni in carica della Spagna, una sorta di rivincita della finale del 2012 dominata dalle Furie Rosse. Stavolta però il copione è differente, Chiellini e Pellè stendono gli iberici e tutta l’Italia inizia davvero a sognare in grande.

Il 2 luglio è il giorno di Germania-Italia. I campioni del mondo sono solidi e compatti, hanno qualità e grinta e passano anche in vantaggio con Ozil ad inizio ripresa, ma gli azzurri non hanno alcuna intenzione di fare da sparring partners e trovano il pari con un rigore di Bonucci, freddissimo dal dischetto. Il match è palpitante e Buffon salva il risultato su Gomez prima che si arrivi alla sanguinosa lotteria dei penalty. La fiera degli errori coinvolge Bonucci, Zaza, Pellè e Darmian, troppa imprecisione per poter ambire a passare il turno. Sono lacrime amare. Buffon e Barzagli lasciano il campo in preda alla disperazione, ma con l’orgoglio di aver restituito agli italiani la passione per quella Nazionale che 10 anni alzava al cielo la Coppa del Mondo.

Arriva l’estate e il clima si fa rovente. Higuain “tradisce” il Napoli per accasarsi alla Juventus, che versa l’intera clausola rescissoria per accaparrarsi il bomber e coprire in tal modo la lacuna tecnica generata dall’addio di Pogba, approdato al Manchester United con l’esborso record di 110 milioni di euro. L’argentino impiega appena 6 minuti per ricordare a tutti di essere il miglior attaccante del torneo e il 20 agosto alla prima giornata castiga la Fiorentina con un tap in micidiale, ripetendosi tra l’altro in altre 9 occasioni e rivelandosi decisivo nel derby contro il Torino, nello scontro diretto con la Roma e soprattutto nella sfida contro il suo vecchio amore, il Napoli, tramortito dal suo rasoterra implacabile. Manco a dirlo, è ancora la Juventus a dominare in campionato, stavolta con un trend diverso rispetto alla stagione precedente. I bianconeri, infatti, sono già Campioni d’Inverno con due partite d’anticipo e guardano tutti dall’alto lasciando per ora soltanto le briciole agli avversari. La Roma e il Napoli, però, non demordono e possono ancora ambire al massimo traguardo, ma i 100 punti conquistati dalla Juventus nell’anno solare sono un marchio indelebile sulla clamorosa superiorità dei bianconeri rispetto al resto del plotone. La vera sorpresa tuttavia è il Milan, che, in attesa del passaggio di consegne tra Berlusconi e i cinesi, decide di puntare tutto sui giovani italiani per ricostruire l’organico dalle fondamenta e lancia sulla ribalta nazionale i teenagers Donnarumma e Locatelli, futuri perni della Nazionale azzurra, la cui guida tecnica è ora nelle mani di Giampiero Ventura.

L’ex tecnico granata decide di confermare l’assetto tattico di Conte, variando però gli interpreti e proiettando sulla scena il suo figliol prodigo Andrea Belotti, un attaccante di caratura internazionale che l’Italia attendeva da anni. Senso del gol, velocità e fisicità ne fanno il perno di un gruppo che può finalmente guardare al futuro con ottimismo, ma che intanto affronta le durissime qualificazioni ai prossimi Campionati Mondiali. L’esordio ufficiale di Ventura avviene il 5 settembre contro Israele e per l’Italia sono subito applausi. Il 3-1 in trasferta, a dispetto dell’uomo in meno, conferma la ritrovata solidità di un gruppo che il 6 ottobre riesce a tenere a bada anche la Spagna, fermata sull’1-1 da un rigore di De Rossi. Il 9 ottobre in Macedonia è Immobile a scacciare i fantasmi e a concretizzare la rimonta in extremis, poi col Liechtenstein il 12 novembre arriva un altro perentorio successo che consente agli azzurri di affiancare gli iberici in testa alla classifica, rimandando ogni discorso al prossimo mese di marzo. Il 2017, dunque, sarà l’anno della maturità acquisita oppure del fallimento di un progetto che è partito sotto i migliori auspici, ma che necessita di conferme per poter sancire l’effettiva guarigione del calcio italiano.

mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Uefa

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