Combinata nordica

Combinata nordica, Coppa del Mondo 2016/17. Flop azzurro dal trampolino, urge un “salto” di qualità. Naufragio Pittin, si salva soltanto Samuel Costa

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Un salto… nel buio. Mai espressione fu più consona a descrivere il disastro azzurro che si è materializzato a Lillehammer nelle prove dal trampolino della seconda tappa della Coppa del Mondo 2016/17 di combinata nordica. Il Provisional Competition Round di giovedì ha messo in luce tutte le carenze di un gruppo che persevera nel manifestare evidenti limiti tecnici nella specialità del salto, divenuta col passare degli anni sempre più selettiva e penalizzante per i colori italiani.

Il solo Samuel Costa, infatti, è riuscito a superare il PCR, guadagnandosi l’accesso alla prima Gundersen, chiusa al 20° posto dopo un buon salto che lo ha tenuto a contatto con la top ten nelle prime battute della prova di fondo. Costa si è poi ripetuto con una discreta prestazione dal trampolino lungo, un 18° posto che non è riuscito a preservare nel fondo, andando a malapena a punti a causa della sua scarsa confidenza con la 10 km, caratteristica che lo distingue nettamente dai suoi compagni di squadra. Difficile, tuttavia, accontentarsi di due piazzamenti stentati nella top 30, a fronte soprattutto del flop collettivo di cui si sono resi mestamete protagonisti gli altri interpreti azzurri della disciplina.

La bocciatura più sonora riguarda Alessandro Pittin, il talento più puro che l’Italia abbia mai espresso nella combinata nordica, vincitore in passato di una medaglia olimpica e mondiale, oltre che di ben tre prove consecutive di Coppa del Mondo nel 2012. È cosa nota che l’alfiere azzurro patisca da sempre uno scarso feeling col trampolino, salvo poi effettuare strepitose rimonte nel fondo, specialità di cui è uno dei migliori interpreti in ambito internazionale. La costante esigenza di rimontare posizioni su posizioni nella 10 km, tuttavia, sembra averlo logorato sul piano mentale prima ancora che sotto il profilo tecnico e atletico e da qualche anno Pittin è in preda ad una preoccupante involuzione che lo ha relegato ai margini di una disciplina in cui riesce ad emergere soltanto in prosimità dei grandi eventi. La mancata qualificazione nel Provisional Competition Round dal trampolino normale, a lui solitamente più congeniale, è un segnale preoccupante in prospettiva futura e non è un caso che non sia stato neppure schierato il giorno seguente dal trampolino lungo, dato che con ogni probaibilità l’esito non sarebbe stato differente.

Pessime anche le prove di Lukas Runggaldier, Armin Bauer e Manuel Maierhofer, lontani non solo dal gruppo dei migliori ma persino dalla zona punti. Runggaldier non ha superato il PCR ed è stato escluso dalla prima Gundersen, mentre Bauer e Maierhofer hanno completato le loro prove rispettivamente al 58° e 60° posto, condizionati dal pessimo rendimento dal trampolino. Urge, dunque, un “salto” di qualità per invertire una tendenza preoccupante e affinare la tecnica in una disciplina che in Italia sembra davvero tabù.

mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Red Bull Italy

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