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Ginnastica, che 2016 è stato per l’Italia? Ferrari sfiora l’alloro olimpico, la squadra manca la Finale, le giovani crescono

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Si sta per chiudere il 2016, la stagione della ginnastica artistica si è conclusa qualche settimana fa ma che annata è stata per l’Italia? Il bilancio parla di zero medaglie tra Europei (seniores) e Olimpiadi: ormai le medaglie internazionali di primissimo piano mancano dall’oro continentale che Vanessa Ferrari conquistò al corpo libero nel 2014. Un lungo digiuno che però non rende giustizia al valore dimostrato dalle ragazze nel corso dell’ultimo periodo.

La qualificazione ai Giochi Olimpici, ottenuta meravigliosamente sul campo grazie al quinto posto conquistato ai Mondiali 2015, è sinonimo del buon lavoro che si sta svolgendo nel nostro Paese e di una scuola di ginnastica che si sta sviluppando costantemente. Sotto sotto si vuole provare a fare il risultato di spessore, il colpaccio mai ottenuto nella nostra storia, magari alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

Valutando esclusivamente questa stagione, però, il bicchiere è mezzo vuoto. La squadra ambiva quantomeno alla qualificazione alla Finale Olimpica e invece, a causa di una rotazione sciagurata alla trave, non è andata oltre all’undicesimo posto, fallendo l’obiettivo minimo. L’atteggiamento però è stato quello corretto perché le azzurre erano partite per il Brasile, con il compito di tentare il tutto per tutto, magari per provare a inseguire una medaglia oggettivamente impossibile. Gli errori sono stati la conseguenza di elementi complessi, portati in gara nel contesto più importante per fare la migliore figura possibile.

La migliore ginnasta è stata ancora una volta Vanessa Ferrari, sempre più eterna e da clonare, a un soffio dal tanto agognato podio a cinque cerchi: ancora quarto posto, dopo le lacrime di Londra 2012, questa volta per una piccola sbavatura sulla diagonale finale che le ha impedito di festeggiare come avrebbe meritato. Un riconoscimento alla carriera della Campionessa del Mondo 2006 che stenta ancora ad arrivare: con un tendine al limite ci ha creduto per l’ennesima volta e non è detto che sia finita qui.

 

Da elogiare anche Sofia Busato, al primo anno da senior e subito capace di sfiorare la medaglia agli Europei: quarto posto al volteggio con un doppio avvitamento sempre più preciso che lascia intuire anche dei margini per l’Amanar. Doppio e mezzo che sembra sempre più alla portata delle terribili ragazzine della classe 2003 (Asia e Alice D’Amato, Giorgia Villa, Elisa Iorio), una delle note più positive della stagione, il Progetto del quadriennio che prosegue a gonfie vele insieme anche alle altre juniores tra cui Martina Maggio (oro al volteggio agli Europei di categoria) e Martina Basile (bronzo nel concorso generale e argento alla tavolo nella rassegna continentale riservata alle under 16).

Erika Fasana si è confermata al vertice mondiale per quanto riguarda il corpo libero: finalista alle Olimpiadi dopo aver strappato sul campo il pass per l’atto conclusivo ai Mondiali 2014 e 2015. La comasca ribadisce le proprie potenzialità al quadrato, riuscendo a rientrare sempre tra le grandi. Basta questo risultato per promuovere la sua stagione, in recupero dall’infortunio alle tibie.

Carlotta Ferlito è stata la migliore italiana nell’all-around delle Olimpiadi, peccato per la caduta dalla trave in qualifica che le ha impedito di lottare per un posto in finale nella sua disciplina prediletta. Agli Europei ci eravamo presentati con una formazione “B”: strappato il pass per la finale in maniera rocambolesca e fortunosa, le ragazze hanno poi concluso al quinto posto, manifestando alcune difficoltà (la Francia si è messa al collo la medaglia di bronzo…).

Al maschile, dopo la debacle dei Mondiali 2015 (19esimo posto e mancata qualificazione ai Giochi), l’Italia ha conquistato la Finale a squadre degli Europei e ha mosso qualcosa con il settore giovanile me la strada per risalire è davvero lunghissima.

 

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