Ciclismo

IL PAGELLONE 2016 del ciclismo: Sagan, 10 e lode! Tutti i voti ai big internazionali ed italiani!

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A pochi giorni dall’anno nuovo, ecco il pagellone finale per quanto riguarda il 2016 ciclistico. Un occhio di riguardo, come sempre, per i corridori italiani che si sono distinti o che non hanno rspettato le aspettative, provando a dare spazio a tutti colroo che hanno reso il viaggio dalle prime corse nell’emisfero australo fino ai Mondiali di Doha degno di essere affrontato. Andiamo con i voti:

SAGAN Peter, voto 10 e lode: la prima Classica Monumento, un Tour de France da sogno e il secondo titolo Mondiale consecutivo. Alla classe e i risultati in bici riesce a mescolare l’esuberanza di quando non è in competizione: è la stella polare di tutto il movimento ciclistico internazionale e non sembra intenzionato a fermarsi.

FROOME Chris, voto 9: il Tour de France è casa sua e non tradisce, conquistando la terza maglia gialla della carriera con una supremazia quasi imbarazzante. Alla Vuelta non riesce a confermarsi, ma nel mezzo si è concesso anche il lusso di una medaglia di bronzo alle Olimpiadi nella prova a cronometro.

VALVERDE Alejandro, voto 8: sette vittorie e tre grandi giri completati. Dal punto di vista dei risultati non è stata la sua annata migliore, ma ha sicuramente colpito per l’abnegazione con cui ha portato a termine 92 giorni di corsa, al termine dei quali è anche riuscito ad arrivare sesto a Il Lombardia. La pensione, se continua così, è ancora lontana.

VAN AVERMAET Greg, voto 8: l’oro olimpico è un capolavoro per la preparazione cui si è sottoposto per risultare adeguato ad un percorso molto esigente. al Tour de France ha mostrato di andare forte anche in salita, a Rio è stato bravo a resistere e poi a sfruttare al meglio l’occasione che gli è capitata, anche con un pizzico di fortuna. Ora può concentrarsi sulle Monumento, che ancora mancano nel suo palmares.

QUINTANA Nairo, voto 6,5: si salva in corner grazie alla Vuelta a España, dove finalmente riesce a battere Froome nel confronto diretto. Peccato, però, che solo un mese prima in Francia il britannico l’avesse lasciato al palo e il colombiano poi ha deciso di non partecipare alle Olimpiadi, preparandosi solo per la corsa spagnola. Un’allergia? Probabile, ma l’anno prossimo lo attendiamo competitivo fino alla fine della Grande Boucle. 

Foto Di Jérémy-Günther-Heinz Jähnick / Gent – Omloop Het Nieuwsblad, 27 februari 2016 (E10) / Wikimedia Commons, CC BY-SA 3.0, Collegamento

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KRISTOFF Alexander, voto 5,5: dopo due annate scintillanti nel 2014 e nel 2015 il norvegese sembra essere tornato sulla terra. 12 vittorie più la classifica generale  del Tour des Fjords non sono sufficienti, poiché arrivati quasi esclusivamente in corse di seconda fascia. Da rivalutare a fine 2017.

BARDET Romain, voto 8: la prima parte di stagione sembra controllato. Va forte ma non fortissimo, fino al mase di giugno. Secondo al Delfinato e poi secondo al Tour de France, primo degli umani dietro Chris Froome. Si tratta del primo della carriera in un Gt, se continua così certamente il primo di una lunga serie. Nel finale di stagione trova altri piazzamenti nelle classiche italiane.

CONTADOR Alberto, voto 5: nelle corse a tappe di preparazione sembra andare fortissimo, quasi ritrovato. Poi si scioglie come neve al sole durante il Tour de France (dove è soggetto a due cadute che lo eliminano dalla contesa, ma la colpa è anche se non sopratutto sua) e la Vuelta a España, dove è bravo solo a promuovere l’azione che consente a Quintana di ribaltare la situazione. Un “vorrei ma non posso” che ormai si protrae da troppo tempo. Eppure l’anno prossimo sarà ancora in gruppo.

ULISSI Diego, voto 7: due vittorie al Giro d’Italia di gran classe ne impreziosiscono il 2017 che però, ancora una volta, manca del grande successo in campo internazionale. Ad Amstel e Freccia si difende in top 10, alla Liegi invece sprofonda mentre al Lombardia, cui è arrivato con ottimi risultati alle spalle, non fa meglio di 22esimo. Ormai le stagioni passano ma i miglioramenti in questo campo stentano. Delude agli Europei.

NIZZOLO Giacomo, voto 7,5: vittorie, il campionato italiano e il quinto posto del Mondiale che deve servirgli da stimolo in ottica futuro. Nizzolo non è un velocista puro e la strada intrapresa in questo 2017, con la volontà di migliorare in salita e in determinate situazioni di gara, sembra quella giusta.

Foto: Valerio Origo

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CAVENDISH Mark, voto 8,5: Cannonball è tornato! Il britannico ha avuto un impatto devastante sul Tour de France, dove ha ottenuto quattro vittorie pur ritirandosi prima dell’arrivo in quel di Parigi. La nuova squadra e l’approccio che passa dalla pista sembra aver dato i suoi frutti anche su strada. Tra i velocisti puri chiude l’anno da numero 1.

KITTEL Marcel, voto 7,5: torna ad alti livelli ma le batoste subite da Cavendish in Francia si fanno sentire. Quantomeno torna in doppia cifra di vittorie e questo basta per un voto alto.

CHAVES Esteban, voto 8: non è una sorpresa, ma la crescita di questo ragazzo colombiano ogni anno riesce a stupire. Sfiora la vittoria al Giro d’Italia, che gli viene negata solamente da un Vincenzo Nibali memorabile e della bronchite, poi si riprende tutto al Lombardia dove in volata riesce a conquistare la prima vittoria della carriera in una Monumento. Per ora, probabilmente, abbiamo visto solamente l’antipasto di quello che potrebbe diventare questo folletto.

BOASSON HAGEN Edvald, voto 6,5: timidi segnali di ripresa da parte del talentuoso corridore norvegese che riesce a togliersi qualche bella soddisfazione. Le attese nei suoi confronti erano più alte, ma dopo qualche anno buio il 2016 ce l’ha restituito ai livelli cui appartiene.

COLBRELLI Sonny, voto 7: ennesima stagione ad alto livello con la Bardiani Csf prima del passaggio in una squadra World Tour. L’azzurro si comporta bene e fa quello che deve fare per il team, arrivando anche a chiudere al terzo posto l’Amstel Gold Race. Il 2017 sarà l’anno della verità.

CANCELLARA Fabian, voto 8: due lampi di pura classe. La Strade Bianche vinta per la terza volta in carriera e il secondo oro olimpico danno un lustro speciale alla sua ultima stagione da protagonista, che l’ha visto anche chiudere al secondo posto il Fiandre dietro il mostruoso Peter Sagan. L’ultima sua corsa resterà la cronometro individuale di Rio. Grazie per le memorie, Fabian.

Foto: Fabian Cancellara – By James Boyes from UK (Fabian_Cancellara_SUIUploaded by Flickrworker) [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons

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ALAPHILIPPE Julian, voto 6,5: nonostante la giovanissima età dobbiamo trattarlo come un campionissimo. Parte con qualche difficoltà, poi cresce e sulle Ardenne arriva la conferma di quanto fatto di buono nel 2015. Corre un Tour de France tutto d’attacco, mentre alle Olimpiadi perde troppe volte il momento buono: e alla fine è solo quarto. Lo attende un futuro splendente.

PORTE Richie, voto 6,5: primo anno libero dai vincoli di Chris Froome, decide di sfidarlo al Tour de France. Ancora una volta, però, lascia per strada troppi secondi nelle prime tappe e non entra mai in lotta per la vittoria. Le gambe ci sono, ora deve concretizzare. Ormai 32enne, le occasioni potrebbero non essere più molte.

NIBALI Vincenzo, voto 7: recupera per i capelli un Giro d’Italia che sembrava perso, sfruttando classe, bravura e anche quel pizzico di fortuna che non guasta mai. Alle Olimpiadi sembra involato verso una medaglia, ma viene fermato da una caduta. Sfortuna, colpa sua? Probabilmente entrambi.  Per il resto si vede poco e dargli un voto più alto risulta difficile.

MATTHEWS Michael, voto 6,5: quella che poteva essere la stagione della consacrazione è passata come transitoria. Sfortunato alla Sanremo, autore di una buona primavera, poi vincitore di una tappa al Tour e quarto al Mondiale. Livello alto per tutta la stagione, ma è mancato il botto che ci si poteva attendere.

GROENEWEGEN Dylan, voto 7: velocista atipico di soli 23 anni che in questa stagione si è palesato al mondo. Nei prossimi anni potrebbe fare grandi cose, anche perché si adatta bene alle classiche e ha uno spunto veloce notevole. Lo aspettiamo con interesse ad una conferma.

DEMARE Arnaud, voto 7: ha riportato una Monumento alla Francia dopo moltissimi anni. Per il resto, però, si vede poco e non lascia il segno. La volata della Sanremo, però, resta il manifesto di un talento purissimo e che ancora deve sbocciare al 100%.

ZAKARIN Ilnur, voto 7: un ulteriore passo avanti rispetto allo scorso anno. Nonostante sfiori il metro e 90 si è messo alla prova ed è riuscito a fare classifica al Giro d’Italia, resistendo anche  sulle salite più impegnative. È stato tagliato fuori da una caduta, particolare su cui deve lavorare in ottica futura. Nel tempo libero anche una vittoria al Tour de France, per gradire.

Foto: Cometto Boschetti

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RODRIGUEZ Joaquim, voto 5,5: lascia il ciclismo in netto calo, dopo una stagione priva di apici positivi e tante prestazioni opache. Alla fine, comunque, porta a casa un settimo posto nella generale al Tour e il quinto alle Olimpiadi, mentre nel finale di stagione è un fantasma. Poca classe nell’annunciare il possibile rientro in corsa con la Bahrein-Merida per poi fare uno scontato retrofront nelle ultime settimane. Da Purito ci aspettavamo un trattamento diverso.

BOONEN Tom, voto 9: non coglie vittorie di prestigio, ma la sua stagione è da incorniciare. Parigi-Roubaix e Mondiali sono due opere da esporre in museo per tutto il carisma e la conoscenza di questo sport utilizzate per rincorrere i sogni. Mancano pochi mesi anche al suo ritiro, ma per quanto fatto vedere nel 2016 può ancora farci divertire.

BRAMBILLA Gianluca, voto 7,5: in territorio italiano è sicuramente la rivelazione dell’anno. Va forte sempre, comunque e dovunque, nel 2017 può ancora migliorare ma i segnali mandati sono sicuramente importanti. Come la tappa vinta al Giro d’Italia.

POELS Wout, voto 8: vince la Liegi-Bastogne-Liegi tra la neve, poi si presenta al Tour de France in condizioni smaglianti. Lavora egregiamente per Froome e spesso e volentieri lo scorta fin sul traguardo anche nelle tappe più impegnative: pronto per essere capitano al Giro o alla Vuelta?

GAVIRIA Fernando, voto 7,5: il ragazzo è giovane e la sensazione è che in questo 2016 abbia fatto solamente le prove generali. Caduto alla Sanremo e al Mondiale, che potevano essere i suoi grandi obiettivi, è riuscito a raccogliere comunque vittorie di peso senza scontentare i compagni. Sarà lui la nemesi di Peter Sagan?

GALLOPIN Tony, voto 5: si vede poco. Il talento c’è, ma fatica a raccogliere risultati e sopratutto a dare continuità alle sue prestazioni nei momenti chiave della stagione.

Foto: By Felouch Kotek (Own work) [CC BY-SA 3.0], via Wikimedia Commons

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VISCONTI Giovanni, voto 6,5: dopo quasi 3 anni è tornato alla vittoria. Un buon punto di partenza, anche considerando che il prossimo anno si rimetterà in gioco nel nuovo Team Bahrein. Le prospettive per fare bene ci sono tutte, magari anche rilanciandosi nelle classiche delle Ardenne.

ARU Fabio, voto 4,5: sulla sua stagione pesa il pesantissimo flop del Tour de France, su cui aveva incentrato la preparazione. Poi si vede giusto in occasione del Giro del Delfinato e al Lombardia, dove capisce troppo tardi che Diego Rosa può essere più competitivo di lui. Un anno da cui trarre insegnamenti importanti in ottica futura ma con pochissimi lati positivi dal punto di vista dei risultati.

VANMARCKE Sep, voto 5,5: gli anni passano e lui non vince. Le prestazioni ci sono, ma per imporsi tra Fiandre e Roubaix, le uniche corse che lo vedono realmente protagonista, ha bisogno di involarsi da solo verso il traguardo con margine sugli avversari. Di questo passo potrebbe terminare la carriera da eterno incompiuto.

YATES Adam, voto 7,5: spicca al Tour de France, dove conquista un ottimo quarto posto in classifica generale e la maglia di miglior giovane. La sensazione è che lui e il fratello Simon si stiano finalmente adattando al mondo dei professionisti. E attenzione che se esplodono definitivamente possono fare male.

GILBERT Philippe, voto 5,5: la sua avventura in Bmc si è conclusa tra tante ombre e pochissime luci. Per il 2017 cambierà squadra, ma sarà sufficiente per tornare ai fasti del passato?

MARTIN Tony, voto 6: ennesimo fallimento degli ultimi due anni. Non convince alle Olimpiadi, poi quantomeno riesce a mettere in tasca il titolo di campione del mondo in quel di Doha su un percorso adatto alle sue caratteristiche. Il grande appuntamento, però, era un paio di mesi prima.

Foto: Valerio Origo

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LOPEZ Miguel Angel, voto 7: giovane talento colombiano cresciuto all’Astana, si è tolto qualche soddisfazione importante, ad esempio vincendo il Giro di Svizzera e la Milano-Torino. Sotto alcuni aspetti è ancora acerbo, ma è uno dei nomi nuovi che ci ha consegnato il 2016.

KWIATKOWSKI Michal, voto 5: ex campione del mondo cercasi. Il polacco si ricorda di essere un fenomeno solamente in occasione dell’E3 Harelbeke, quando in volata riesce a beffare Sagan con astuzia e gambe. Per il resto stagione opaca e lontana dagli standard di rendimento cui è atteso.

FELLINE Fabio, voto 9: atleta in fortissima crescita e pronto a raggiungere i massimi livelli Mondiali. Ad aprile una caduta prima del via dell’Amstel Gold Race sembrava addirittura poterne mettere a rischio la carriera ma il piemontese è tornato a tempo di record e ha disputato una seconda parte di stagione da assoluto protagonista. Per lui, dunque, anche doppi applausi.

BETTIOL Alberto, voto 7: attenzione attenzione perché tra i giovani italiani che si sono messi in mostra c’è anche lui. In questo 2016 ha dimostrato di avere i numeri, sopratutto su percorsi vallonati e chilometraggi lunghi. Ancora giovanissimo nonostante sia professionista ormai da qualche anno, potrebbe aver trovato la propria dimensione.

ROSA Diego, voto 7,5: non si fa vedere spesso, ma quando ha la gamba poi diventa quasi imbattibile. Memorabile una vittoria con oltre 100 chilometri di fuga in solitaria al Giro dei Paesi Baschi prima di una buona campagna delle Ardenne. Bene al Tour de France come appoggio ad Aru e poi fenomenale al Lombardia, dove corre da gregario fino agli ultimi chilometri sfiorando comunque la vittoria.

Foto: Valerio Origo

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KRUIJSWIJK Steven, voto 7: il suo Giro d’Italia è da vittoria. Rovina tutto con una caduta a due tappe dalla fine, quando il vantaggio sui rivali era incolmabile. Farà tesoro di questa batosta, ma finalmente dopo un lungo apprendistato sembra pronto per scrivere le pagine più importanti della sua carriera.

ENGER Sondre Holst, voto 7: il velocista rivelazione del 2016, con tanti piazzamenti al Tour de France che ne hanno messo il nome sul radar di tanti addetti ai lavori. È giovane, potrebbe fare il ballerino (come si può vedere cliccando su queste parole) e correrà nell’AG2R: gli elementi per tenerlo d’occhio ci sono tutti.

MOSCON Gianni, voto 7: antenne tese anche per questo giovane italiano che va fortissimo su tutti i terreni. Il Team Sky ha deciso di puntare su di lui, e questo dovrebbe già essere una garanzia di qualità. Il tempo per emergere c’è, fino ad ora comunque ha già raccolto vittorie e piazzamenti importanti.

STUYVEN Jasper, voto 7: un gran pedalatore, capace anche di vincere corse importanti specialmente al nord. La sensazione è che la Trek-Segafredo abbia trovato in casa l’erede designato di Fabian Cancellara.

LANDA Mikel, voto 5: fermato da problemi fisici al Giro d’Italia, sfruttato molto presto nelle economie del team Sky al Tour de France.  Una stagione molto al di sotto delle aspettative per quello che veniva riconosciuto come uno dei migliori scalatori al mondo. Urge inversione di tendenza.

VILLELLA Davide, voto 7: il talento e la classe si vedrebbero anche sotto una decina di divise invernali. Ora iniziano ad arrivare anche i risultati e per Villella potrebbe iniziare una fase molto più appagante della carriera.

HAYMAN Mathews, voto 9: l’uomo del destino, capace di sfruttare alla perfezione l’occasione più incredibile di una carriera da gregario. A quasi 38 anni ha vinto la seconda corsa in carriera imponendosi nella Parigi-Roubaix: in fondo, basta questo.

VIVIANI Elia, voto 10: su strada combina poco o nulla, vero. Ma anche solo la forza del sacrificio fatto e delle vittorie sacrificate per arrivare alla medaglia d’oro olimpica su pista dovrebbero essere d’esempio per tutti. In ogni caso, si toglie la soddisfazione di battere anche Kittel prima di dedicarsi ai velodromi.

Foto: Twitter Paris-Roubaix

Twitter: @Santo_Gianluca

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