Judo
Judo: Antonio Ciano ci spiega in esclusiva il nuovo regolamento dal punto di vista degli atleti
In seguito alla pubblicazione delle tante novità regolamentari promosse dall’International Judo Federation per il prossimo quadriennio, con entrata in vigore a partire dal 2017, abbiamo voluto sentire il parere di un atleta di grande esperienza. Grazie all’aiuto di Antonio Ciano, a lungo pilastro della nazionale azzurra, abbiamo provato a mettere in risalto quello che è il punto di vista dei veri protagonisti di questo sport, i judoka, per capire come cambieranno gli incontri che vedremo dal nuovo anno.
Antonio Ciano, nella tua lunga carriera agonistica hai avuto modo di vedere diversi cambiamenti di regolamento nel judo. Era proprio necessaria questa nuova rivoluzione?
“Troppa, tanta rivoluzione. Potevano secondo me fare delle piccole modifiche, soprattutto per la sicurezza degli atleti“.
Proviamo ad analizzare quelle che saranno le novità più importanti. Innanzi tutto, la sparizione dello yuko, che verrà accorpato al waza-ari. Cosa comporterà tutto ciò per gli atleti?
“Prima si potevano sommare solo i waza-ari (due, awasete ippon), ora di quei waza-ari ne serviranno quattro ed anche lo yuko verrà valutato waza-ari. Quindi ci sono solo due metri di valutazione, waza-ari e ippon, chiaramente per semplificare – gli spettatori vedranno solo due tipi di valutazioni e non quattro come era il regolamento originale (prima del 2010 era previsto anche il koka, ndr) – e per portare gli stessi atleti a finalizzare la tecnica quanto più possibile, quindi alla ricerca costante dell’ippon“.
Anche gli shido saranno modificati: se ne potranno prendere al massimo tre e non saranno decisivi per il verdetto finale nel tempo regolamentare. Vedremo realmente incontri meno tattici come dice l’IJF?
“Per forza, bisognerà effettuare uno score per poter vincere, quindi quella tipologia di atleti che faceva sua la tattica degli shido per poter vincere si dovrà sforzare non poco a portare l’incontro a casa, visto che sarà obbligatorio lo score. Differente sarà al golden score, dove una penalità basterà per fare la differenza e portare a termine l’incontro con la vittoria“.
Invece gli shido potranno appunto decidere l’esito dell’incontro al golden score…
“Prima, con differenza di shido, se finiva l’incontro vinceva chi ne aveva avuti di meno, anche se i due concorrenti non avevano ottenuto score. Ora, invece, se l’ncontro finisce con disparità di shido e senza score per entrambi si andrà al golden score e, solo in questo caso, il primo dei due che prenderà la penalità perderà, anche senza score“.
Gli incontri maschili verranno ridotti a quattro minuti. Anche qui potrebbero esserci dei cambiamenti, pensiamo ad esempio alla preparazione degli atleti.
“Sicuramente, ci sarà più competitività, perché anche chi è poco allenato riuscirà a portare a termine i quattro minuti, mentre prima tanti atleti non allenati allo scoccare dell’ultimo minuto calavano la loro intensità. Quindi anche le varie preparazioni fisiche, tecniche e strategiche andranno cambiate: il rapporto quantità e qualità di allenamento andrà a favore della seconda. Quindi più qualità, i lavori saranno più intensi e dureranno di meno“.
In generale, in che direzione sta andando il judo con queste modifiche? E cosa cambieresti tu, dal punto di vista di atleta?
“Non ti saprei dire in che direzione sta andando, certo è che ognuno si adatterà come meglio crede e in base anche alla propria esperienza vissuta. La semplice modifica che apporterei è la presa alle gambe quando Uke è di schiena mentre attacca (ad esempio nel te-guruma) oppure su attacco di torì (per esempio sode tsuri-komi-goshi bloccando anche la gamba)“.
Chiudiamo con una domanda su di te. Di recente ti abbiamo rivisto sul tatami per i Campionati Italiani a squadre: cosa stai facendo ora e quali sono i tuoi prossimi progetti?
“Dovevo alla mia società, le Fiamme Gialle Roma ,la gara a squadre. Gareggiare in Italia dà quel mix di sensazioni, tra aspettative da parte degli altri e il dover dimostrare di essere sempre quel campione che la gente vuole vedere, che mi gasa. L’ho dimostrato agli Assoluti e qui a Monza. Nei miei progetti ci sono la mia società e i miei figli che stanno crescendo e si sono affacciati a questo mondo: vedremo, ma come già ti dissi tempo fa la mia vita è stare a piedi scalzi su una materassina, atleta o tecnico che sia“.
giulio.chinappi@oasport.it
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Immagine: Fijlkam – Emanuele Di Feliciantonio