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Motocross: l’Italia ha un futuro dopo Tony Cairoli? Al momento, c’è ben poco in giro…

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Passato recente, presente e futuro prossimo del Motocross italiano rispondono sempre, solo e comunque ad un solo nome: Tony Cairoli. Il già leggendario pilota messinese ha chiuso il Mondiale MXGP 2016 al secondo posto della classifica, alle spalle dell’imprendibile Tim Gajser, l’enfant terrible sloveno che si sta appropriando prepotentemente della scena iridata delle due ruote artigliate. Dietro di lui, un desolante vuoto azzurro…

Per il “Tony Nazionale” non soltanto parlano gli otto titoli vinti tra MX1, MX2 e MXGP, infatti i Campionati mondiali delle due maggiori categorie (MXGP e MX2) e i Motocross delle Nazioni continuano a confermare che i colleghi dello Stivale del crosser di Patti sono parecchio lontani dai suoi standard agonistici e, soprattutto, da quelli dei vari Gajser, Febvre, Herlings, Seewer, eccetera eccetera.

Partiamo dai numeri più attuali. Il viterbese classe ’91 Alessandro Lupino, laureatosi Campione italiano MX1 poco più di due mesi fa, ha chiuso al 20° posto il Mondiale MXGP 2016 con 119 punti, non lottando mai per il podio. Il trentatreenne dal sangue per metà belga David Philippaerts (iridato 2008 in MX1), che ha conteso strenuamente l’ultimo “Tricolore” a Lupino, appartiene oramai al passato glorioso del Motocross italico e non può certo essere preso in considerazione per un discorso prospettico dello stesso.

Non più giovanissimo e mai veramente sbocciato del tutto al momento del salto tra i “grandi” a livello globale, Marco Maddii, ventinovenne figlio d’arte capace di conquistare il titolo di Campione europeo della 300cc nel 2015, è anch’egli escluso dalle teoriche liste di coloro i quali vorrebbero raccogliere un giorno lo scettro del totem Cairoli, ancora nettamente fuori dalla portata di tutti per tecnica di guida e testa. Senza parlare del palmarès…

Scendendo di categoria, in MX2, il 2016 degli azzurri ha visto Samuele Bernardini (ventun’anni, talento precoce e probabilmente il più “futuribile” dei crossers italiani) conquistare un discreto ottavo posto iridato, senza però podi all’attivo; al 16° posto si è piazzato il classe ’96 Michele Cervellin, buon profilo, da testare tuttavia ancora tanto nel Mondiale Motocross. Al di fuori dai “confini tecnici” di questi nomi, non ce la sentiamo di spingerci oltre, oggi, considerando che abbiamo osato già tanto…

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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