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OSCAR 2016 – L’Uomo Italiano dell’Anno è… La top 15: le bracciate di Greg, le proiezioni di Fabio, la doppietta di Nicco e…

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FABIO BASILE

 

Il numero dell’immortale, della leggenda, del caposaldo che rimarrà a imperitura memoria. L’oro numero 200 dell’Italia ai Giochi Olimpici. Una cifra tonda che riempie la bocca, gonfia il petto, fa palpitare il cuore, raggela il sangue, fa alzare le braccia al cielo in segno di gloria, ci lascia di stucco e increduli proprio come l’impresa di un esemplare Samurai venuto dal Mediterraneo.

Fabio Basile ha riportato il judo italiano sul Trono a Cinque Cerchi, in Cima all’Olimpo degli imbattibili, indomito guerriero che ha ribaltato le gerarchie abbattendo qualsiasi ostacolo gli si ponesse dinnanzi. Un carrarmato, un rullo compressore, uno tsunami che travolgeva progressivamente le stelle della sua categoria, correndo possente verso l’oro bramato.

Si è qualificato all’ultimo assalto utile, ha preso l’aereo per Rio, è sceso sul tatami e ha iniziato una progressione al limite del surreale. Una serie di ippon impossibili, una tecnica d’eccellenza sciorinata nel contesto maximo dell’arte del combattimento. Campione Olimpico dei 66kg (epocale l’ippon dopo 84 secondi inflitto al Campione del Mondo nella Finalissima), senza se e senza ma: dopo 16 anni l’Italia ritornava sul gradino più alto del podio a cinque cerchi tra gli uomini. Quando Maddaloni si consacrava a Sydney, il piccolo Fabio aveva appena sei anni ma quei ricordi rimangono indelebili.

Basile è poi diventato subito un personaggio: bello come il sole per le ragazze, simpatico e affabile davanti alle telecamere, pronto per un futuro televisivo (dovrebbe partecipare a Ballando con le Stelle e lui vorrebbe avere un ruolo nella serie Gomorra). Sempre con un oro al collo.

 

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