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MotoGP
Paolo Simoncelli: “Riportare i colori di Marco nel Motomondiale rappresenta la mia nuova vita”
Sono passati cinque anni ormai da quel tragico 23 ottobre 2011 di Sepang (Malesia), quando Marco Simoncelli, in sella alla sua Honda n.58, perse la vita. Un personaggio sui generis il centauro italiano, generoso e sempre scanzonato, diverso dall’ormai standardizzato cliché del pilota 2.0, troppo politicamente corretto. Ebbene, la sua scomparsa così improvvisa ed inaspettata è stata un duro colpo per il Circus ma in particolare per la famiglia a cominciare da papà Paolo, onnipresente nel paddock ed accanto al povero Marco fino alla fine. Un dolore immenso che solo il gran coraggio di incominciare può lenire. E’ con questo spirito che a partire dalla prossima stagione, nel Mondiale di Moto3, vi sarà il teamSic58 squadra corse, fondata proprio da Simoncelli senior: “Riportare i colori di Marco nel Motomondiale era la mia scommessa”. Una Scuderia partita dal basso ed iscritta nel 2016 al campionato italiano e spagnolo junior. Una squadra che ha come obiettivo lanciare giovani piloti nel mondo delle due ruote.
“Sono stato parecchio tempo senza guardare le gare, poi pian piano sono ripartito. Ma in certi posti non ho mai più messo piede – ammette Simoncelli intervistato dal Corriere della Sera – Infatti ho chiesto a mia moglie di venire al primo GP in Qatar ed in Malesia. Mi serviva una spalla”.
Come detto, il nome del Sic tornerà a far da capolino ai box grazie al team italiano. Due moto ufficiali fornite dalla Honda, guidate dal talentuoso Tony Arbolino e dal più esperto Tatsuki Suzuki. “Con i giovani non è sempre facile, alcuni ti ascoltano ed altri proprio no. E’ un po’ il rapporto che c’è fra genitori e figli, spesso devono sbattere il muso prima di darti retta. Ai miei ragazzi chiedo di divertirsi e di ascoltare. Chi vuole stare con me bene, altrimenti lo mando a casa. Servono dedizione, impegno ed allenamento costante. Non c’è posto per chi si monta la testa, per chi si sente arrivato. Tutti sognano di diventare Valentino (ndr. Valentino Rossi), ma pochi hanno quella spinta interiore per proseguire. Una volta che hanno superato quest’ostacolo è solo questione di doti. E poi sia a loro sia ai genitori lo dico sempre che questo è un mestiere pericoloso, dove c’è velocità c’è il rischio”.
Simoncelli ha parlato poi dei primi passi della sua Scuderia nel 2013 nel CIV: “In quel momento ho capito che poteva essere la mia nuova vita, essendo così impegnato pensavo meno e mi faceva stare bene. Il nome di Marco mi ha aperto quasi tutte le porte: è bastata qualche telefonata agli sponsor storici ed hanno accettato. E’ diventato più complicato quando si è trattato di fare il salto nel Motomondiale, ma se ti circondi di persone brave i problemi si superano“.
L’allusione è chiaramente alle grandi spese che un team iscritto nel Circus richiede. Ora il traguardo è stato raggiunto ma è tempo della sfida più importante ed ambiziosa: “Mi attende un compito impegnativo e non posso sbagliare!”.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto da profilo twitter Tony Arbolino