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Scherma, Enrico Garozzo: “Obiettivo Mondiale di Lipsia, con la squadra vogliamo entrare nella storia”

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ESCLUSIVA- OA Sport ha intervistato Enrico Garozzo, argento olimpico a squadre a Rio 2016 e numero uno della spada italiana. Una bella e lunga chiacchierata, tra emozioni passate e speranze future, con anche qualche incursione fuori dalla pedana.

Prima di tutto uno sguardo al passato: Olimpiadi di Rio 2016, finale del fioretto maschile e l’abbraccio con tuo fratello Daniele. Ancora prima dei risultati individuali, questa è la prima immagine che si ricorda di voi in Brasile. Un momento bellissimo. Cosa hai provato e se il tutto è stato casuale?

“Ti racconto. Lui vinceva 14-10 e tutti esultavano, ma io non mi sono mai alzato ad una sola stoccata e ho seguito l’incontro in silenzio. Dopo aver messo la quindicesima stoccata ho visto mio fratello correre immediatamente, ma io ho aspettato ancora la decisione dell’arbitro ed ero l’unico seduto in mezzo a tantissima gente che era già in piedi ad esultare. Nel momento in cui l’arbitro assegna ufficialmente la stoccata mi ricordo di aver perso ogni ritegno e mi sono alzato ed ho iniziato a correre. Ad un certo punto nella mia corsa senza alcuna meta precisa, decido di puntare il parterre e di saltare e scavalcare tutti, compresa la sicurezza. Entro nel parterre e mio fratello mi vede e poi successivamente ci abbracciamo. Anche per me resta l’immagine che mi porto dietro da Rio, insieme a quella dell’ingresso allo stadio nella cerimonia”.

Enrico e Daniele Garozzo scherma foto augusto bizzi federscherma

 

Da Rio torni con una medaglia d’argento nella prova a squadre, ma anche con un pizzico di delusione per una prova individuale che ti vedeva tra i favoriti. Quanto rammarico c’è e quanto quella medaglia ne ha cancellato?

“Sono due gare che viaggiavano su due livelli paralleli e nessuna delle due doveva intaccare l’altra. Io avevo preparato al massimo entrambe ed arrivavo a Rio da numero due al mondo e quindi andavo per prendere una medaglia e non per partecipare. L’Olimpiade comunque è strana, è ogni quattro anni e se avessi fatto questo risultato in qualsiasi gara X sarebbe stato buono. Ho perso contro un avversario molto forte e che aveva un ranking basso solamente perchè tornava da un infortunio grave al ginocchio ed è un atleta che vale un oro olimpico. Ti resta nella mente comunque il pensiero per quattro anni di aver sprecato una medaglia, soprattutto quando sai di valerla. L’Olimpiade è questa e bisogna subito riprogrammare ed io ho avuto la fortuna di avere subito l’opportunità di una vita, perchè comunque potevo lottare per un’altra medaglia olimpica. Devo dire grazie a chi mi è stato vicino, soprattutto a Luigi Mazzone il nostro mental coach, che mi ha rimesso in piedi ed ero più forte di prima e il 14 agosto è stata l’apoteosi”.

 

Un argento voluto e arrivato da lontano per la vostra squadra..

“Preparavamo questa gara a squadra da oltre due anni e per tutto questo periodo noi non abbiamo pensato che alla qualifica olimpica e a quella gara. La medaglia d’argento vale tantissimo e questa squadra secondo me è solo all’inizio di un percorso che nei prossimi quattro anni ci deve vedere protagonisti a livello mondiale in assoluto”.

Santarelli Fichera Pizzo Garozzo spada maschile Italia rio 2016 foto bizzi federscherma

Una squadra forte ed in continua crescita. L’esplosione di Marco Fichera, la solidità di Paolo Pizzo ed Andrea Santarelli e giovani all’orizzonte. Dove può arrivare l’Italia?

“L’argento di Rio deve essere un punto di partenza, perchè la squadra è molto giovane, a parte Paolo che ha 33 anni, ma nella spada mondiale è un’età quasi da ragazzino, se si va a considerare la medaglia olimpica individuale di Imre (42 anni ndr) ed hai ancora almeno un altro quadriennio davanti. La squadra è molto forte e compatta. Marco sta crescendo tantissimo e potrà dare sempre un maggior contributo alla squadra e lo stesso anche per Santarelli. A me non piace nascondermi e non lo faccio mai ed è chiaro che l’obiettivo è l’Olimpiade di Tokyo, ma ci sono in mezzo Mondiali ed Europei e noi dobbiamo prendere tutto. In questo momento come valori in campo solo la Francia può starci. L’obiettivo è quello di iniziare un ciclo di vittorie importanti e noi vogliamo arrivare nella storia come squadra”.

 

Dal punto di vista individuale gli obiettivi di questa stagione quali sono?

“Ho iniziato tranquillamente la stagione dopo l’Olimpiade e nonostante tutto sono arrivati due quinti posti in Coppa del Mondo che mi fanno dire che ormai sono arrivato ad un livello tale che ormai sono sempre lì anche quando la condizione non è al top. Spero di arrivare al massimo della forma ad inizio gennaio e poi continuare con questa regolarità in Coppa del Mondo, vorrei vincere una gara, ma poi soprattutto il grande obiettivo è il Mondiale di Lipsia”. 

Enrico Garozzo - scherma - foto augusto bizzi federscherma

Torniamo al rapporto con Daniele. C’è un po’ di rivalità tra fratelli? Come mai due armi diverse, lui il fioretto e tu la spada?

“Spesso mi è capitato di sentirmi chiedere se tra noi due c’è uno spirito di rivalità, ma credo che tra fratelli, almeno per me, questa cosa non deve proprio esistere. Ogni vittoria sua è anche mia e viceversa. Poi chiaro siamo fratelli ed ovviamente ci prendiamo in giro, ci punzecchiamo e viviamo il rapporto come tutti i fratelli del mondo. Ho scelto la spada per pura casualità, perchè mi trovavo in gita scolastica e l’autobus avrebbe fatto fermata per visitare la città di Cosenza e il giorno dopo ci sarebbe stata la prova nazionale Under 13 di spada. Parlando con il mio maestro, mi ha consigliato di farla. Non avevo mai preso la spada in mano ed io ho vinto la gara e da quel giorno non l’ho più lasciata”. 

 

Sei esperto di calcio e soprattutto un grande tifoso della Lazio. E’ la giornata del derby. Pronostico? La squadra di Simone Inzaghi sta facendo benissimo: ti ha stupito e dove può arrivare secondo te?

“Il pronostico non lo faccio per scaramanzia. La Lazio mi ha veramente sorpreso e non mi aspettavo che Simone Inzaghi facesse cosi bene. Nelle ultime partite della scorsa stagione aveva portato già un po’ di normalità. Si è parlato tanto nell’ultimo periodo di normalizzatore per Pioli, ma lo è stato certamente di più Inzaghi fin dall’anno scorso. Ha messo le pedine al posto giusto e la Lazio, sinceramente gioca molto bene. La squadra è comunque molto organizzata e nonostante gli infortuni in difesa è riuscita a mantenere una certa stabilità. Dal centrocampo in su, tolta la Juventus, la Lazio non deve avere invidia di nessuno e non deve cercare molto in giro. Biglia è il più forte centrocampista centrale d’Italia e i due interni (Milinkovic Savic e Parolo) sono fortissimi e poi in attacco Felipe Anderson e Keita sono tornati sui loro livelli ed Immobile in Italia fa gol. Questa Lazio può andare lontano”.

 

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Foto: Augusto Bizzi per Federscherma

andrea.ziglio@oasport.it

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