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Scherma, Paralimpiadi Rio 2016: Bebe Vio e l’arte di rendere normale un’impresa titanica

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Alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, nello stesso giorno in cui Alex Zanardi ha vinto a 49 anni la sua terza medaglia d’oro paralimpica, l’Italia ha ottenuto un altro oro da una delle sue atlete più note e attese, Beatrice Vio, fiorettista di 19 anni. Vio ha battuto in finale per 15 a 7 la cinese Jingjing Zhou, atleta 29enne che con Vio era tra le favorite per la vittoria finale. Nel corso della fase eliminatoria, Vio aveva ottenuto una serie di risultati impressionanti vincendo 5 a 0 tutti e cinque i match del girone A, cosa che nessun’altra atleta è riuscita a fare. Nei quarti di finale ha battuto 15 a 6 la polacca Marta Makowska e in semifinale ha sconfitto nettamente per 15 a 1 una delle favorite, la cinese Yao Fang.

Beatrice Vio, chiamata da tutti “Bebe”, è sicuramente una delle atlete paralimpiche italiane più note e influenti: dal 2011 ha vinto tutti i più importanti tornei di scherma, dai campionati nazionali agli Europei e ai Mondiali. Le sue vittorie sono particolarmente seguite e significative perché nel 2008, quando aveva undici anni, Vio venne colpita da una grave meningite, che costrinse i medici ad amputarle gambe e braccia pur di tenerla in vita. Successivamente è diventata la prima schermitrice disabile al mondo a gareggiare con quattro protesi artificiali.

Anche se, come lei stessa ha detto più volte, a 14 anni avrebbe già voluto partecipare alle Paralimpiadi di Londra, consigliata dai suoi genitori e da chi la seguiva nella scherma decise di non gareggiare, per non rischiare di perdere con atlete troppo più forti ed esperte di lei. A Londra però ci andò lo stesso, come tedofora nella giornata inaugurale delle Paralimpiadi e come rappresentante dei “futuri paralimpici”, semplice preludio ad un’impresa che quattro anni dopo l’avrebbe proiettata in una dimensione tutta speciale. A stupire non è infatti soltanto il successo carioca intriso di gioia, ma tutti i progetti futuri che la vedono protagonista.

Tiene incontri motivazionali in tutta Italia, fa parte da tempo di un gruppo scout, quest’anno farà la maturità e poi andrà a lavorare per Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione fondato dal gruppo Benetton e da Oliviero Toscani, che ha sede poco lontano da casa sua. Ha in programma inoltre di continuare con la scherma e partecipare alle prossime due Paralimpiadi. Cosa dire se non chapeau!

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Bizzi per Federscherma

 

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