Sci di fondo

Sci di fondo, infinito Giorgio Di Centa: torna in Coppa del Mondo a 44 anni! L’Italia ha il suo quarto frazionista?

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Per sognare davvero in grande, la staffetta italiana di sci di fondo necessita di un quarto tassello all’altezza. Federico Pellegrino e Francesco De Fabiani sono due giovani campioni che hanno rilanciato un movimento ancora numericamente troppo esiguo, Dietmar Noeckler garantisce affidabilità in tecnica classica. Manca tuttavia il “quarto uomo”.

Dai giovani non sono arrivate le attese risposte. Giandomenico Salvadori, dopo i progressi evidenziati nella passata stagione, ha offerto un rendimento sottotono a Lillehammer, tanto da collocarsi ad anni luce di distanza dai migliori al mondo. Stesso discorso per Maicol Rastelli, altro atleta che proprio non riesce a compiere l’auspicato salto di qualità. Né Salvadori né Rastelli, oggettivamente, possono rappresentare al momento una sicurezza in ottica staffetta.

Alcuni hanno pensato addirittura all’ipotesi Dominik Windisch, biathleta molto dotato nella componente fondo, in grado di fornire un contributo apprezzabile in un’ipotetica terza frazione a skating.

Il Salvatore della Patria, tuttavia, potrebbe assumere le sembianze dell’infinito Giorgio Di Centa. Il carnico non si è mai ufficialmente ritirato, anzi. Nelle ultime settimane ha partecipato a delle gare Fis e di Coppa Italia, vincendole tutte, surclassando avversari anche di due decenni più giovani.

Non è un caso che il campione olimpico di Torino 2006 sia stato convocato per la tappa di Coppa del Mondo in programma sabato a Davos, una 30 km in tl dove potrà far valere le proprie qualità di resistenza. Il friulano si mette a disposizione per un eventuale posto in staffetta, come ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport: “Ero d’accordo con il coach degli azzurri, Sepp Chenetti, che se i risultati fossero arrivati, avremmo anche potuto vedere. Se posso dare una mano alla squadra e serve un frazionista, sono disponibile. Certo dovrò meritarmi la convocazione e andare forte, molto forte. In caso contrario non avrebbe senso. Sono sempre stato abituato a conquistarmi la fiducia ed il posto in squadra con i risultati“.

Eloquente il commento di Chenetti: “Tanto di cappello a Giorgio, perché si conferma il più forte. Se hai talento, non c’entra l’età. Lui è un campione e lo ha sempre dimostrato“.

Il vero sogno (non dichiarato) dell’azzurro, tuttavia, possiede il contorno dei cinque cerchi. A Pyeongchand 2018 avrebbe 45 anni, uno in più di Maurilio De Zolt quando conquistò l’oro in staffetta a Lillehammer 1994. Nulla è impossibile quando la passione è il motore dei nostri sogni. E lo scorrere inesorabile nel tempo non può che inchinarsi, per il momento, dinanzi alla tempra di questo campione leggendario.

federico.militello@oasport.it

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