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Precisione
Tiro a segno, si chiude un buon 2016 per l’Italia. Niccolò Campriani e Petra Zublasing restano i migliori azzurri
Si chiude il 2016, anno ricchissimo per l’Italia dello sport ma soprattutto per quella del tiro che, anche alle Olimpiadi di Rio, si è confermata tra le migliori al mondo, se non la migliore. Accantonando ora il settore del tiro a volo, in cui il Bel Paese ha letteralmente dominato, anche nei poligoni del tiro a segno il Tricolore ha saputo confermarsi ad alti livelli, grazie soprattutto ad un Niccolò Campriani pazzesco, in grado di confermare l’oro di Londra 2012 nella carabina 50m 3 posizioni e di fare un upgrade conquistando l’alloro a cinque cerchi con la stessa arma anche nella prova da 10m, competizione che ai Giochi di Londra gli regalò “soltanto” la medaglia d’argento.
Prove davvero eccezionali quelle del tiratore fiorentino. Basti pesare alle due finali olimpiche, concluse entrambe con il nuovo record della competizione a cinque cerchi (206.1 dai 10m, 458.8 dalla distanza di 50m) e conquistate con non poche difficoltà da parte dell’azzurro, che ha però saputo domare le sue emozioni centrando a dovere il bersaglio grosso. Indimenticabile il finale della gara della carabina 50m 3p, vinta sul russo Sergey Kamenskyi, non l’ultimo arrivato nel panorama del tiro a segno internazionale. Sono gli ultimi colpi, quelli che possono spedire un atleta nell’Olimpo dei migliori: Campriani fa 9.2, uno sparo insufficiente, col quale tutto sembra perduto ma Kamenskyi fa peggio e stampa un 8.3 che riporta l’azzurro in testa alla classifica, mettendogli di fatto al collo la medaglia dal metallo più prezioso.
È stato un 2016 deludente, invece, per la compagna di Campriani, Petra Zublasing che nel corso della stagione non è riuscita a sparare al meglio, concludendo un’annata decisamente sottotono. La bolzanina, dopo diversi anni ai vertici della disciplina, non è riuscita a trovare il feeling perfetto col poligono carioca, concludendo di fatto le Olimpiadi con un 33esimo posto (eliminata in qualificazione) nella specialità a lei più congeniale, la carabina 10m aria compressa, e con un’amarissima quarta piazza nella prova 50m 3 posizioni, poi vinta dalla tedesca Barbara Engleder. In quest’ultima gara, la Zublasing sembrava davvero poter acciuffare quantomeno il podio, trovandosi seconda a tre colpi dal termine, a 0.1 di ritardo dalla cinese Du Li. Invece, sul finale, è arrivato il crollo che l’ha fatta sprofondare ai piedi del podio.
Petra rimane, tuttavia, una delle migliori a livello mondiale, dato che, in Italia, soprattutto al femminile, non esistono altri elementi in grado mettere in difficoltà le big internazionali. Cambia di poco il discorso tra gli uomini, con la presenza di diversi veterani come Giuseppe Giordano, Riccardo Mazzetti o Marco De Nicolo che però quest’anno hanno faticato a dire la loro. Le nuove leve verso il nuovo quadriennio che porterà a Tokyo 2020 comunque promettono benissimo…
giuseppe.bernardi@oasport.it
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