Precisione
Tiro a volo: la pioggia di medaglie a Rio 2016
Sarà difficile fare meglio in futuro. Due ori e tre argenti sono un bottino straordinario per il tiro a volo che a Rio ha raccolto i frutti di un quadriennio da incorniciare. Una spedizione trionfale in cui sono emerse le doti e la classe di tiratori giovani ed esperti, alcuni al primo acuto olimpici atri riconfermatisi nell’Olimpo. Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, non è arrivata la conferma di Jessica Rossi nel trap ma è probabile che la campionessa di Londra 2012 voglia puntare, con i cambi di regolamento, al doppio oro tra quattro anni a Tokyo 2020.
L’INOSSIDABILE JHONNY L’inserimento della gara a squadre in Giappone potrebbe essere una motivazione in più anche per Giovanni Pellielo. Le Olimpiadi del fuoriclasse di Vercelli sono state straordinarie. Non brillante nei mesi precedenti la rassegna carioca, Pellielo ha sfoderato una prestazione straordinaria nell’appuntamento clou. L’oro sfuggito per mano del croato Josip Glasnovic ai tiri di spareggio non ha comunque scalfito l’azzurro, pronto a 46 anni suonati, a intraprendere un nuovo persorso per inseguire la quinta e, perché no, la sesta medaglia olimpica. Un binomio Rossi-Pellielo al top della condizione risulterebbe difficilmente scalfibile.
LIETO FINE INNOCENTI All’ultimo tentativo olimpico della carriera, Marco Innocenti si è reso protagonista di una bellissima cavalcata stoppata soltanto dal kuwaitiano Fehaid Aldeehani. Lo splendido argento conquistatato dal montemurlese va ad aggiungersi a quelli di Francesco D’Aniello a Pechino 2008 e di Albano Pera ad Atlanta 1996. In campo femminile è stata invece Deborah Gelisio a salire sul secondo gradino del podio a Sydney 2000. L’unico rammarico per questa specialità assente a partire da Tokyo 2020 è non aver mai visto un azzurro sul gradino più alto del podio.
MAMME TERRIBILI “Su quel podio siamo salite come donne, come mogli, come figlie e come mamme” . Le parole di Diana Bacosi e Chiara Cainero rappresentano nel migliore dei modi il capolavoro delle due skettiste a Rio.
Alla fine il duello finale è stato vinto da Diana Bacosi che, come Innocenti nel double trap, non aveva conquistato nessun alloro tra Mondiali e Olimpiadi. Alla prima occasione a cinque cerchi la 33enne di Città della Pieve non si è tuttavia lasciata sfuggire l’occasione, battendo 15-14 la friulana, argento dopo il trionfo di Pechino 2008.
IL PONTIGIANO DORATO La prima giornata non lasciava presagire nulla di buono. Praticamente fuori al termine delle prime tre serie di qualificazione con ben quattro errori, Gabriele Rossetti nella seconda giornata si è tuttavia superato non mancando nemmeno un piattello tra qualificazioni, spareggi, semifinale e finale. Prestazione mostruosa che ha permesso al poliziotto di Ponte Buggianese di eguagliare ad appena 21 anni Ennio Falco e Andrea Benelli, gli unici azzurri a laurearsi campioni olimpici nello skeet maschile.
francesco.drago@oasport.it
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