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Volley, Ivan Zaytsev: “Fare lo schiacciatore mi piace, non sono ancora contento. Perugia più forte della Lube scudettata!”. E su Bernardi…

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Ivan Zaytsev ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport alla vigilia della prima partita del girone d’andata della SuperLega. Lo Zar ha tratto un bilancio di questa prima parte di stagione e si è dilungato su alcune tematiche di grande interesse.

 

Dopo un inizio di stagione da opposto, in attesa del recupero di Aleksandar Atanasijevic, Zaytsev ha cambiato ruolo giocando così da schiacciatore: “Sto lavorando bene in fase di ricezione e anche con la squadra ci stiamo impegnando tanto. L’infortunio di Russell ci ha fatto perdere del tempo per trovare i giusti equilibri, ma grazie a quel grande acquisto che si è rivelato Berger tutto è andato per il meglio. Personalmente non sono ancora contento del mio rendimento e lo sarò quando arriverò stabilmente a un 70% di ricezione positiva e ad almeno un 40% di perfetta. Sinora diciamo che sono andato benino, anche se è ovvio che avere davanti un palleggiatore del valore di De Cecco ci aiuta tantissimo”.

Ammetto che il ruolo di schiacciatore mi piace molto, perché nell’interpretazione c’è un maggior equilibrio tecnico e fisico. È vero che schiaccio meno, ma è così perché lo vuole De Cecco! Lui sa che io sono sempre pronto e non mi serve significa che non si fida di me (ride). Però sino a quando fa così e continueremo a vincere a lui non gli si potrà dire nulla. Io sono contento, perché a me piace vincere anche se schiaccio solo una o due volte a partita”.

 

Esalta la sua Perugia, tra le favorite per lo scudetto e per i grandi traguardi: “Faccio il paragone con la squadra di Macerata con la quale vincemmo il titolo nel 2014 e dico che Perugia di oggi è più forte di quella squadra, soprattutto fisicamente. La nostra esuberanza fisica è un valore aggiunto veramente importante e lo abbiamo dimostrato in particolare nella gara di Verona, soprattutto in battuta e proprio quella partita è stato il simbolo del nostro momento. Con questa squadra facciamo abitualmente delle cose che a quella Lube riuscivano solo poche volte. Insomma non ho dubbi che la Perugia di oggi è più completa rispetto a quella Lube. Ma prima di pensare allo scudetto voglio vincere la Coppa Italia e pensare anche alla Champions League”.

 

Ivan Zaytsev si è soffermato anche sul fatto di essere il simbolo del volley italiano: “Le pressioni non le sento e il fatto che nei palazzetti ci sia così tanta attenzione da parte dei tifosi e anche dei bambini mi fa immensamente piacere. Fosse per me, mi tratterei con tutti a lungo dopo ogni partita, perché la pallavolo ha bisogno di queste situazioni per avvicinare sempre di più la gente”.

Se si è fatto abbastanza per valorizzare l’argento olimpico? “Dopo Rio lo abbiamo fatto noi giocatori individualmente, rispondendo a tutti e mettendoci a disposizione. Certo che si può fare molto di più. Noi del mondo della pallavolo non vogliamo arrivare a essere popolari come il calcio perché siamo consapevoli che le potenzialità sono diverse, ma di strada da fare ce n’è. A noi manca purtroppo una maggior attenzione mediatica e una copertura televisiva adeguata che permetta di diffondere ancora di più la conoscenza di questa disciplina e la passione che questa può trasmettere al pubblico. Sino a quando non avremo ciò sarà difficile fare un salto di qualità”.

 

E poi su Lorenzo Bernardi, nuovo coach dei Block Devils dopo l’esonero di Boban Kovac (sette vittorie consecutive, sei per 3-0): “Nelle ultime sette partite abbiamo lasciato agli avversari un solo set e proprio nella gara con Verona si è avuto il sintomo che i giocatori sono tranquilli. Questo filotto di vittorie è la conferma che stiamo lavorando bene. Non c’entra il calendario e non contano le avversarie che abbiamo affrontato, anche se sappiamo di dover migliorare e che comunque non si potrà sempre vincere 3-0.

Bernardi lo avevo avuto nel 2009 ai Giochi del Mediterraneo e oggi l’ho trovato cambiato tantissimo. Lo vedo come un allenatore positivo. Allora ci furono anche dei problemi, ma lui era agli inizi della carriera e capite bene che io ero invece solo un pazzoide di 21 anni…”.

 

(foto Valerio Origo)

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