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Atletica, caso Schwazer: 5 mesi e la sentenza del Tas manca. Il test del DNA l’ultimo capitolo di una storia infinita

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Un’autentica storia infinita dai contorni oscuri quella dell’ex marciatore Alex Schwazer squalificato 8 anni per doping dal Tas le cui ragioni sono tuttora ignote. Un vero e proprio giallo in cui dubbi e perplessità regnano sovrani e la cui unica certezza, vale a dire la colpevolezza dell’azzurro, è pia illusione.

Un complotto, è questo il termine usato più e più volte dai legali di Alex, a suo dire innocente ed incastrato. In particolare il nodo del contendere è il periodo di tempo in cui la provetta famigerata rimane nella sede dell’agenzia che la Iaaf incarica dei prelievi, fra le 15 del primo gennaio 2016 e le 6 del 2, a Stoccarda, visto che il laboratorio di Colonia, il primo giorno dell’anno, come viene spiegato esaustivamente dall’inchiesta della Gazzetta dello Sport, è chiuso. A detta dei legali di Schwazer si tratta di un buco temporale ambiguo. Arrivate a Colonia (Germania) le analisi risulteranno negative al primo controllo e poi 4 mesi più tardi positive al secondo. Una rilevazione che evidenzia microdosi che solo un test molto accurato avrebbe potuto accertare.

Perplessità che a detta di Valentina Tunisini (argento olimpico nel 2004 dalla carabina) portano a dire che: “I diritti a una giusta difesa sono stati calpestati e Schwazer è stato giudicato con metodi di inquisizione”. Del resto sono proprio i tempi di accusa e difesa che hanno portato il 32enne nato a Sterzing a voler fare nei primi giorni del 2017 la verifica del Dna. Le cadenze temporali, effettivamente, sono alquanto bizzarre: dal controllo del primo gennaio 2016 alla positività comunicata il 21 giugno, ben 6 mesi, mentre poi la difesa non ha quasi avuto modo di svolgere la propria mansione. In tutto questo il Tribunale Arbitrale dello Sport non è stato ancora capace di fornire delle risposte sulla famosa sentenza.

Ed è proprio in attesa di queste motivazioni che la Iaaf ha risposto alla Fidal circa la richiesta di chiarimenti, per aver concesso ad Alex la possibilità di tornare a gareggiare, nonostante si fosse avviato l’esame di secondo livello comportante la positività. Resta dunque tutto fermo ed alla tesi di un programma di microdosi per scappare all’antidoping.

 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto da Pier Colombo

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