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Atletica, Elio Locatelli: “Non mi sento vecchio per fare il DT dell’Italia. Ripartiamo da Tamberi, Trost e Jacobs. Conoscerò tutti gli azzurri”
Elio Locatelli è da un paio di settimane il nuovo Direttore Tecnico della Nazionale Italiana di atletica leggera. A 73 anni è tornato in sella per provare a tirare fuori il nostro movimento da un pantano di immense dimensioni, per uscire dal tunnel dopo le zero medaglie alle Olimpiadi (non succedeva dal 1956) e il digiuno anche ai Mondiali 2015. Locatelli oggi ha rilasciato un’intervista a Tuttosport.
“Se mi sento troppo vecchio per tutto questo? No. Amo l’atletica adesso come 50 anni fa, quando allenavo Maria Vitoria Trio. E voglio rassicurare chi si preoccupa per la mia età: sono in grado ancora di tenere il ritmo dei miei colleghi più giovani. Per essere al Campaccio (oggi pomeriggio, ndr) passerò un’intera giornata tra voli e aeroporti, visto che ho trascorso la fine dell’anno a Dakar, in Senegal”.
Come si muoverà Locatelli e come inizierà la sua attività?: “Dalla conoscenza degli atleti. Li voglio incontrare uno a uno e, nel frattempo, tutti dovranno rispondere a un questionario. Lunedì partirà una mail con sei domande e dalle loro risposte potrò capire qual è la situazione di ciascuno. Quei quesiti andranno al di là di numeri e test fisici. Mi permetteranno di inquadrare in maniera semplice e sintetica chi mi troverò di fronte”.
Dilemma sulla preparazione decentrata oppure su un possibile ritorno ai centri federali: “Valuteremo caso per caso, vedremo i contesti in cui i ragazzi lavorano. Tamberi insieme a suo padre è riuscito a creare una struttura adeguata ad Ancona. I raduni all’estero? Lo stesso Gianmarco ora è in Sudafrica. Per il resto valuteremo ogni volta il progetto che c’è: non ha senso andare per forza fuori dall’Italia. A Formia, ad esempio, si lavora meglio che a Tenerife dove spesso il vento disturba le sessioni di allenamento”.
Su chi può puntare l’Italia: “Oltre a Tamberi che ha iniziato la riabilitazione c’è Marco Fassinotti: una coppia di saltatori in alto così non ce l’ha nessun altro Paese. Restando all’alto, Alessia Trost vale i vertice mondiali e poi, nel salto in lungo, dico di tenere d’occhio Marcel Jacobs”.