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Atletica, la mazzata della IAAF sulla Russia: il doping ha messo ai margini la Potenza

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La IAAF non fa un passo indietro e conferma il proprio pugno duro nei confronti della Russia. Una decisione saggia e corretta da parte della Federazione Internazionale di Atletica Leggera che non riaccoglie sotto la propria ala un Paese al centro dello scandalo doping in tutti gli sport, in particolar modo nella Regina delle Olimpiadi. A Rio 2016 solo la bella Darya Klishina era presente, unica russa accettata e la musica non dovrebbe cambiare poi molto anche nei prossimi mesi.

Ieri sono state comunicate delle direttive che tutti gli atleti russi dovranno rispettare se vorranno gareggiare a livello internazionale, sempre come atleti indipendenti e mai sotto la bandiera russa. Ogni singola persona non deve aver mai avuto contatti con allenatori, medici o qualsiasi individui che attualmente sia incriminato in casi di doping. Inoltre verranno effettuati degli approfondimenti sui whereabouts, sui passaporti biologici, sui precedenti controlli.

La sensazione è che l’atletica russa sia ormai con le spalle al muro e che in pochi si salveranno. La marcia, visto l’elevamento coinvolgimento in casi doping da parte dei principali coach, sembra essere stata totalmente annullata. Nelle altre discipline i nomi che possono salvarsi non sono moltissimi considerando che svariati atleti si allenano in Patria e le strutture interne sono totalmente marce.

L’atletica sembra che debba fare a meno di una superpotenza storica ma questo è un bene se serve a portare più pulizia in uno sport in cui gli scandali sono purtroppo all’ordine del giorno. Gli oltre 200 nomi del rapporto McLaren che la IAAF ha annunciato di possedere sono un ulteriore macigno sull’atletica russa che faticherà a rialzarsi da un colpo mortale.

 

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