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Dakar 2017, Ottava tappa Uyuni – Salta: la carovana ritorna in Argentina tra guadi e dune, attenzione alle temperature. Vietato commettere errori
La Dakar 2017 entra sempre più nel vivo della battaglia, ed ogni giorno che passa il percorso diventa sempre più impervio ed insidioso, tanto da costringere i piloti alla massima allerta per evitare guai che potrebbero compromettere l’intera corsa. Non sono mancate fino a questo momento le sorprese, con molti dei favoriti costretti all’inseguimento o ancor peggio al ritiro, ma proprio nell’imprevedibilità risiede uno dei lati più affascinanti di questa manifestazione titanica.
La carovana affronterà oggi la frazione numero 8, da Uyuni a Salta, per un totale di 892 km. La giornata sarà caratterizzata da guadi e dune: si lascerà infatti l’Altopiano boliviano per fare ritorno in Argentina, un preludio alla durissima nona tappa che probabilmente segnerà un esito quasi decisivo per tutte le categorie. Con la stanchezza accumulata e la settimana trascorsa in altitudine, sarà più facile commettere errori. A fare la differenza saranno anche le temperature previste, che in territorio argentino dovrebbero aggirarsi fra i 26 e i 31 gradi e umidità mai sotto il 75%, ma per fortuna dovrebbero essere assenti precipitazioni.
Le classifiche sono ancora tutte piuttosto incerte, ed eventuali errori potrebbero costare carissimi proprio perchè ci si avvia verso la fase conclusiva e allo stesso tempo più complicata dell’edizione di quest’anno. Non sono di certo state assenti nemmeno le polemiche fino a questo punto, rivolte in particolare da Sven Quandt, boss del team X-raid, contro i rivali della Peugeot e all’organizzazione: “Molto semplice. In una Dakar nella quale la navigazione è ancor più fondamentale del solito, la Peugeot ha a disposizione più informazioni di noi e questo fa chiaramente la differenza. Con ció non voglio certo dire che le Peugeot non siano okay, anzi, sono validissime ma il punto è un altro. Accadono cose poco giuste“. Sul momento decisivo della Dakar 2017, Quandt non ha dubbi: “In Argentina, a due-tre giorni dalla fine si disputeranno tappe determinanti come non mai”.
simone.brugnoli@oasport.it
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Foto: Pagina Facebook Dakar