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Rugby, Sei Nazioni 2017: Inghilterra davanti a tutti, Irlanda e Francia minacciose. Incognita Galles, speranza Italia

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A meno di una settima dall’inizio del Sei Nazioni 2017 di rugby, l’attesa è davvero alle stelle per vedere all’opera le migliori compagini del Vecchio Continente in una manifestazione piena di campioni, oltre a sottolineare che si tratta della prima edizione del Torneo nella quale sono previsti i punti di bonus in classifica e dell’esordio di Conor O’Shea sulla panchina dell’Italia. Andiamo ad esso ad esaminare le ambizioni delle singole Nazionali quando ormai ci avviciniamo sempre di più al momento tanto agognato del fischio di inizio.

Irlanda

Difficile tagliare fuori gli irlandesi dal discorso relativo alla vittoria finale, se si considera che i verdi sono stati capaci sconfiggere gli All Blacks nel mese di novembre oltre ad ostentare una qualità di gioco fluida e raffinata. Si tratta dunque di una delle contender al titolo di maggior spicco, il cui movimento sta trovando ottimi riscontri anche a livello di franchigie, dove Munster e Leinster la stanno facendo da padrone nelle competizioni europee ed il Connacht è andato vicinissimo ad una storica qualificazione ai quarti. Senza dimenticare la favola Ulster, grazie alla quale si ravvisa la presenza di ben tre team nelle prime sei posizioni del Guinness Pro12.

Inghilterra

E’ la favorita d’obbligo di questa manifestazione in qualità di campione in carica, oltre ad aver raggiunto una certa aura di invincibilità da quando Eddie Jones si è seduto sulla panchina: gli inglesi non hanno infatti mai perso una partita nel nuovo corso, ostentando a chiare lettere la volontà di insidiare gli All Blacks ai prossimi Mondiali in Giappone del 2019. L’unica insidia potrebbe essere legata alla situazione infortuni che ha un pochino condizionato le convocazioni, altrimenti appare davvero difficile pensare che i britannico possano farsi sfuggire un leggendario back to back.

Scozia

Il movimento scozzese si è reso protagonista di evidenti progressi nel periodo recente, tanto che lo schieramento allenato da Vern Cotter ha confermato l’impressione di avere le capacità per poter contrastare anche avversarie più blasonate. Storicamente la Scozia ha sempre fatica ad essere pungente in fase offensiva, ma stavolta la situazione appare davvero cambiata come testimoniato dai quarti di finale raggiunti dai Glasgow Warriors nella Challenge Cup.

Galles

La formazione gallese è davvero di altissimo livello se guardiamo al coefficiente tecnico dei singoli giocatori, eppure permane qualche dubbio circa la capacità di questa squadra di offrire un rendimento continuo nell’arco delle manifestazioni più importanti. L’assenza di Warren Gatland rappresenta un macigno non indifferente, ed anche gli altri infortunati costringeranno i britannici a dover sfruttare il proprio status di outsider per far saltare il banco. Già l’esordio contro l’Italia ci sarà molte indicazioni significative circa le reali prospettive della trionfatrice del Sei Nazioni nel 2012.

Francia

Squadra davvero giovane quella che prenderà parte al Torneo, frutto in parte degli infortuni molteplici accumulatisi nel corso del tempo e della volontà di favorire quel ricambio generazionale necessario per proseguire la propria marcia ad alti livelli anche nei prossimi anni. Nonostante queste premesse, i transalpini sembrano in grado di poter ambire ad un piazzamento di alta classifica, anche se l’inesperienza di alcuni giocatori potrebbe davvero far pendere l’ago della bilancia sia da una parte che dall’altra. Sarà dunque necessario trovare la giusta alchimia fin dalle prime partite, onde evitare che il percorso di crescita intrapreso subisca una brusca battuta d’arresto.

Italia

I miglioramenti ostentati dagli azzurri durante il nuovo corso di Conor O’Shea sono sotto gli occhi di tutti, perfettamente esemplificati dallo storico successo maturato contro il Sudafrica a Firenze nei Test Match di novembre. L’Italia parte oggettivamente un gradino sotto rispetto alle altre Nazionali di questa manifestazione, nella speranza però che il gap si sia accorciato rispetto agli ultimi anni soprattutto sotto i profili della prestazione e dell’attitudine. Ci si aspettando dunque cinque prestazioni che rendano onore al lavoro svolto fino a questo momento, premettendo che se i nostri portacolori dovessero riuscire ad acquisire un buon margine di fiducia allora non sarebbe utopia aspirare a qualche soddisfazione tanto inaspettata quanto emozionante.

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Profilo Twitter RBS 6 Nations

 

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