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Golf
Golf, PGA Tour 2017. Sam Saunders al comando del Genesis Open. Deludono i big, partenza a rilento per Francesco Molinari
Tra i tanti big che affollano il Riviera Country Club di Pacific Palisades, teatro del Genesis Open, torneo inserito nel circuito del PGA Tour 2017, a sorpresa al comando c’è lo statunitense Sam Saunders, autore di un primo round privo di sbavature, concluso con ben 7 colpi sotto il par. Saunders ha interpretato al meglio un percorso che ha mietuto vittime illustri sin dalle prime battute, ipotecando il primato con 7 birdie e nessun bogey e distanziando di due lunghezze un plotone composto dagli statunitensi Dustin Johnson, J.T. Potson, Daniel Summerhays e Brett Stegmaier e dall’australiano Cameron Percy, tutti a pari merito a quota -5. Le gerarchie, tuttavia, potrebbero mutare parecchio sin da domani, dato che il primo round è stato sospeso per oscurità e svariati atleti non hanno potuto completare la propria prova.
I favoriti della vigilia, intanto, sono confinati nelle retrovie e rischiano persino di non superare il cut. Il vincitore della passata edizione del Genesis Open, Bubba Watson, stavolta non ha trovato il feeling giusto con il tracciato e ha chiuso ampiamente oltre il 100° posto con 3 colpi sopra il par, escludendosi di fatto dai giochi per la top ten. Male anche lo spagnolo Sergio Garcia (+1), vincitore nella recente tappa di Dubai dell’European Tour, e gli americani Patrick Reed (+1) e Brandt Snedeker (+2), ma non hanno brillato neppure lo statunitense Justin Thomas, reduce dai successi nel SBS Tournament of Champions e nel Sony Open in Hawaii, e l’australiano Jason Day, numero uno del World Golf Ranking, entrambi al 74° posto in perfetta linea col par. Decisamente meglio ha fatto Jordan Spieth, tornato alla vittoria in occasione dell’AT&T Pebble Beach Pro-Am e attualmente 30° con due colpi sotto il par, identico punteggio degli inglesi Justin Rose e Paul Casey. Poco più indietro, in 51esima posizione, c’è il giapponese Hideki Matsuyama (-1), trionfatore due settimane fa nel Waste Management Phoenix Open.
Deludente, infine, la prova dell’azzurro Francesco Molinari (92°), autore di un primo giro costellato di errori e concluso con un colpo sopra il par. Il detentore dell’Open d’Italia è partito con due bogey alle buche 1 e 6, poi ha piazzato un birdie alla 8 e altri due bogey alla 9 e alla 10, salvo migliorarsi nella seconda parte con tre birdie alle buche 11,15 e 16, intervellate dall’ennesimo bogey alla 13. Molinari è chiamato ora a compiere un autentico miracolo se vorrà superare il cut e ottenere un piazzamento di prestigio tra le stelle che affollano il field californiano.
mauro.deriso@oasport.it
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Foto di Pier Colombo