Motocross
Mondiale Motocross 2017: cinque buoni motivi per credere nel nono titolo iridato di Tony Cairoli
Premessa doverosa: il Mondiale Motocross 2017 è lungo, anzi, lunghissimo (19 Round complessivi, appuntamento di Charlotte permettendo…) e quello andato in scena in Qatar lo scorso weekend è stato solo il primo gradino di una scalata che si preannuncia, per chiunque, dura, impervia, insidiosa, con “nemici” disseminati in ogni dove pronti a strappare piazzamenti, punti, podi preziosi come lingotti d’oro. Anche perché saranno in otto-nove a contendersi i podi della classe regina, GP dopo GP. Non pochi pretendenti, insomma…
Il nostro Tony Cairoli è partito come meglio non avrebbe potuto a Losail: sontuosa doppietta gara-1/gara-2, messaggi eloquenti urlati in faccia a Romain Febvre e Tim Gajser, su tutti. Con un guanto di sfida lanciato ancora una volta dall’alto delle sue otto corone mondiali, che ne fanno di gran lunga il pilota in gara più titolato.
Lungi dal voler vedere in una rondine del deserto qatariota la nona primavera iridata del rider messinese, ci sono tuttavia almeno 5 buoni (concreti, oggettivi) motivi per mettere fin d’ora Cairoli in pole position sulla virtuale griglia che porta dritto all’alloro MXGP 2017. Eccoli:
1-2) Ritrovata forma fisica e fiducia che ne deriva. Probabilmente le cause principali della “grigia” annata 2016, caratterizzata da infortuni e sfortuna fin dal suo principio. Oggi Tony sta bene, pare avere la tenuta atletica di un ragazzino (ha circa dieci anni in più rispetto ai diretti concorrenti…) e il morale non può che beneficiarne alla grande. Nel post-gara di sabato, si è potuto riammirare un Cairoli sorridente, solare, entusiasta, carico, con una voglia matta di volare in Indonesia e bissare la straordinaria performance arabica.
3) Feeling con la moto. La KTM SX-F 450, lo scorso anno, lo ha fatto spesso riflettere, talvolta “penare”, di sicuro lo ha portato a sperimentare in itinere soluzioni in sinergia con il suo box. Risultato: accantonata il nuovo mezzo per un po’ in favore della vecchia ma stravincente 350. Dopo svariati test invernali, “il responso ha detto 450” (ipse dixit, clicca qui per leggere la nostra intervista a Cairoli) e su quella moto, ora, Antonio vi troneggia da Re del Motocross globale quale è…
4) Esperienza. Classe, velocità, talento, strategia non sono doti acquistabili al mercato o costruibili in laboratorio. TC222 ha 31 anni, con oltre 15 d’esperienza nel Circus delle Ruote Artigliate (impreziositi da 8 titoli senior)… Curriculum impareggiabile, inarrivabile per chiunque, oggi, nel Mondiale Motocross: tutti a scuola da Tony.
5) Timore reverenziale degli avversari. Emblematica è stata la sbavatura del fenomenale ventenne sloveno nel finale di gara-2 a Losail; quando c’è “quello lì” nelle vicinanze, i polsi tremano e viene il “piedino”, inevitabile. Si diceva prima dell’enorme divario anagrafico ed esperienziale fra Cairoli e i vari Febvre, Herlings, Gajser ed anche se non si può parlare propriamente di paura, quantomeno un po’ di timore reverenziale nello sportellare con un competitivo trentunenne-otto-volte-campione-del-mondo va preso in considerazione…
Tony, questo è quanto. Ora tocca a te non smentirci né smentirti: alla fine, devono essere gli altri a preoccuparsi del trionfante pilota venuto da Patti, mica il contrario…
giuseppe.urbano@oasport.it
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Foto: Pier Colombo