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Rugby, Sei Nazioni 2017: il nuovo ciclo di O’Shea per un futuro ambizioso. Necessario costruire le fondamenta in proiezione Mondiali 2019

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Si avvicina sempre di più il debutto dell’Italrugby nel Sei Nazioni 2017, con la squadra azzurra chiamata subito ad un test impegnativo contro il Galles in programma domenica 5 febbraio allo Stadio Olimpico di Roma. Si tratterà anche dell’esordio assoluto di Conor O’Shea sulla panchina italiana nel Torneo, dove tradizionalmente la nostra Nazionale non ha mai particolarmente brillato attirandosi anche numerose critiche da parte degli addetti ai lavori.

Il lavoro svolto in questi mesi dal tecnico irlandese sembra comunque aver aperto nuovi spiragli di positività all’interno del movimento azzurro, i cui progressi si sono già intravisti nel corso dei Test Match match di novembre culminati con lo storico successo centrato ai danni del Sudafrica a Firenze. Sacrificio e abnegazione sembrano rappresentare i cardini del nuovo corso guardando già all’obiettivo rappresentato dai Mondiale del 2019 in Giappone, oltre ad un ricambio generazionale sempre più facilitato dalla costante collaborazione tra lo staff tecnico della Nazionale e quello delle franchigie.

Un concetto ribadito anche ultimamente da O’Shea: “Aumentare la competitività delle franchigie sicuramente è uno degli obiettivi nel lungo termine, ma il percorso così come è oggi è giusto. Bisogna sbloccare il potenziale del movimento italiano, ma il cammino disegnato per giovani, con il passaggio da Eccellenza a PRO12 sino alla Nazionale, è corretto. E le persone che fanno parte del sistema sono valide. Da uomo e da tecnico sono dispiaciuto per Gianluca Guidi (coach delle Zebre di recente esonerato), è un grande allenatore e spero potrà avere ancora un impatto importante sul sistema rugbistico italiano”.

Il nostro selezionatore ha anche definito gli obiettivi da cogliere durante questo Sei Nazioni: “Vogliamo una grande, grande prestazione questo weekend per far capire a tutti che siamo sulla strada giusta. Stiamo cambiando, cambiare la nostra storia è possibile: lo sport è molto strano e si modifica molto velocemente, noi sappiamo dove vogliamo andare nel lungo termine, ma dobbiamo anche pensare al breve termine, a questo 6 Nazioni, e al medio termine, ad aumentare la competitività della rosa in vista dei Mondiali”. “Il Galles – ha proseguito O’Shea – è una grande squadra, con fantastici trequarti ed individualità come quelle di North, Roberts, Halfpenny. Un gruppo con grandi skills, una incredibile fisicità, una rosa particolarmente ampia. Sappiamo che le ultime due gare contro di loro sono state molto difficili per noi, ma ci concentriamo su noi stessi, sul lavoro da fare. Dobbiamo imporre il nostro piano di gioco su di loro e, alla fine degli ottanta minuti, vedremo”.

Non c’è dubbio, pertanto, che questa manifestazione già molto prestigiosa sarà resa ancora più importante per l’Italia dalla consapevolezza di dover dimostrare qualcosa, non tanto in termini di risultati, quanto piuttosto sotto i profili dell’attitudine e dell’approccio alle gare, a causa dei quali purtroppo tanti appassionati si sono allontanati da questo meraviglioso sport negli ultimi anni.

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Profilo Twitter FIR

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