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Tennis, Fed Cup 2017: c’era una volta l’Italia vincente….Ora il fantasma della Serie C incombe!
C’era una volta l’Italia della Fed Cup, quella dei 4 successi del 2006, 2009, 2010 e 2013 che aveva regalato al nostro Paese momenti di grande tennis: la classe di Roberta Vinci, la determinazione di Francesca Schiavone e Sara Errani e la forza di Flavia Pennetta. Erano queste le nostre eroine, tutte per una ed una per tutte.
Dall’anno scorso, la favola ha lasciato spazio ad un incubo senza fine: sconfitta contro la Francia ai quarti di finale, ko contro la Spagna nel play-off del World Group I ed altro risultato negativo contro la Slovacchia nel primo round del World Group II. Ora, dal 22 al 23 aprile vi sarà un altro spareggio per evitare l’ennesima retrocessione (Serie C) ed il nome della prossima sfidante è ancora da definire (clicca qui per saperne di più)
Tuttavia, qualunque sarà l’avversario, oggi più che mai lo sport con racchetta e pallina è al buio. Una crisi che già da qualche tempo gli addetti ai lavori avevano previsto, anche rappresentate dalle convocazioni del neo capitano Tathiana Garbin che ha puntato molto sull’esperienza di Francesca Schiavone e Sara Errani con la leonessa, nell’ultimo anno di carriera, e Sarita afflitta da problemi fisici da ormai una stagione. In buona sostanza la vecchia guardia non può più bastare per nascondere la mancanza di un ricambio generazionale adeguato che ci si augura prima o dopo diventi realtà nel circuito WTA. Al di là infatti delle scelte della Garbin di chiamare Jasmine Paolini (n. 215 Wta) e Martina Trevisan (n 230 Wta) di concreto nei tornei di ogni settimana si vede decisamente poco. Quanto avvenuto oggi sul rosso forlivese, infatti, è la logica conseguenza. Sintomatico altresì che a mettere la parola fine al confronto del PalaGalassi sia stata una talentuosa slovacca classe ’96 di nome Rebecca Sramkova che a suon di drittti e rovesci, di una potenza inaudita, è stata la stella incontrastata della due giorni di Fed Cup italiana prendendo a pallate le nostre due veterane ieri ed oggi.
Prima o dopo si deve ripartire. Lo sa il capitano azzurro, lo sanno le cariche dirigenziali italiane della Fit. Si avrà, dunque, il coraggio di investire o si andrà avanti nel ricordare ciò che è stato?
giandomenico.tiseo@oasport.it
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