Tennis
Tennis, Fed Cup 2017: Italia, senza Roberta non Vinci! Scarsa programmazione e scelte sbagliate
Il PalaGalassi di Forlì ha dato un’ulteriore conferma: l’Italia del tennis femminile è in crisi ed i fantasmi della Serie C iniziano ad aleggiare sul capitano Tathiana Garbin e le sue ragazze. Martedì sapremo il nome dell’avversaria del playoff che si terrà il 22/23 aprile per scongiurare il rischio di una retrocessione che sarebbe umiliante per una Nazionale di tradizione come la nostra. Il tabellone sarà composto dalle quattro perdenti del primo turno del World Group II e dalle quattro vincitrici dei Gruppi 1 di America, Asia/Oceania e Europa/Africa. L’Italia, al momento sesta nel ranking ITF per nazioni, sarà testa di serie, insieme a Australia, Romania e Canada, che nel nuovo ranking (sarà pubblicato lunedì) dovrebbe superare Taiwan. La nostra avversaria uscirà dunque da questo quartetto: Taiwan, Serbia, Kazakistan e Gran Bretagna. Con tutte sarà necessario il sorteggio per stabilire la sede dell’incontro ed è in programma martedì a Londra alle ore 11 italiane.
Ma quali sono le cause di questa disfatta? Sul banco degli imputati un ricambio generazionale inesistente ed anche le convocazioni della Garbin. Ebbene, se sono bastate le riserve delle riserve di una Slovacchia incerottata con l’enfant prodige Rebecca Sramkova e la quasi pensionata Daniela Hantuchova a dettar legge, qualcosa che non è andato per il verso giusto c’è stato.
L’aver puntato sulle eroine di vecchia data Francesca Schiavone, all’ultimo anno di carriera, e Sara Errani non al 100% che in questo 2017 ha trascorso più tempo in infermeria che sui campi da gioco, mette in evidenza la mancanza di alternative qualificate tra le giovani e l’assenza pesante di Roberta Vinci.
La scarsa programmazione della Fit sul tema nuove leve è evidente. Al di là delle scelte del nuovo capitano azzurro di coinvolgere le giovani Jasmine Paolini e Martina Trevisan, la necessità di iniziare un nuovo corso è impellente e siamo in ritardo. Di fatto, queste ragazze ancora non hanno un’esperienza paragonabile alle coetanee straniere. Del resto, se l’Italia è stata buttata fuori da una classe ’96 che, al posto della racchetta, sembrava possedere una mazza da baseball, si comprende bene che siamo decisamente indietro rispetto alla concorrenza.
L’affidarsi alla vecchia guardia è stato una sorta di ripiego ed anche mal riuscito perchè, forse, al cospetto di un avversario tutt’altro che impossibile, scegliere la Vinci, la nostra n.1, non sarebbe stato così male, anche se la pugliese pare che abbia gentilmente ‘declinato’ l’invito.
Sono dunque tanti i temi che si intersecano tra loro che portano, però, alla medesima conclusione: investire maggiormente sul movimento perché serve a poco mettere i buchi con la storia passata.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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