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Formula 1

F1, Mondiale 2017. Red Bull: la Power Unit Renault ti toglie le ali?

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La Red Bull è, come da tradizione ormai quasi decennale, uno dei team più attesi alla partenza del Mondiale di F1, pronto a scattare domenica in Australia. La scuderia anglo-austriaca è da anni ai vertici della categoria, ha vinto molto e, anche quando le cose sembravano volgere al negativo, grazie ad un efficace lavoro di sviluppo condotto durante la stagione è riuscita a risollevare le proprie sorti, togliendosi da situazioni scomode. Ultimo esempio di tale attitudine è il campionato 2016, laddove Red Bull, partita come vettura da zona punti e nulla più, è riuscita a ricucire il gap con la Ferrari, divenendo stabilmente la seconda forza in griglia nella seconda parte di stagione, approfittando dei passi falsi della Mercedes per portarsi a casa due vittorie, con Max Verstappen in Spagna e Daniel Ricciardo in Malesia.

Quest’anno gli occhi del seguito della F1 sono puntati sulla Red Bull per un motivo in particolare, e cioè per il recupero di importanza del fattore aerodinamico nell’ambito della progettazione delle macchine, incidendo questo in maniera sicuramente più ampia rispetto a quanto non fosse accaduto nel triennio precedente, a partire dall’introduzione della tecnologia ibrida. Se si guarda al quadriennio 2010-2013, laddove Red Bull dominò la scena grazie soprattutto a Sebastian Vettel, si nota come la vettura della casa produttrice di bevande energetiche abbia una straordinaria capacità di generare carico aerodinamico in curva, facendo una differenza notevole nei tratti guidati e riuscendo in tal modo a contenere il recupero degli avversari nelle zone più veloci, non avendo mai avuto in tale ambito il punto di forza preponderante, utilizzando storicamente la motorizzazione Renault. Non a caso Adrian Newey, progettista delle vetture Red Bull dal lontano 2006, per parole del team principal Chris Horner si è riavvicinato molto al progetto F1, in quanto ora più vicino ai suoi interessi, fissati soprattutto in campo aerodinamico, laddove è stato capace di ideare soluzioni a volte geniali che hanno permesso di fare le fortune della scuderia anglo-austriaca.

Il quadro delineato, tuttavia, non è così ottimale come potrebbe sembrare in prima battuta, ed i test di Barcellona hanno dato conferma che c’è un problema importante in casa Red Bull, da risolvere quanto prima se non si vorrà trascorrere una stagione fatta soprattutto di bocconi amari da digerire: la Power Unit Renault. Nel corso delle sessioni disputate sul tracciato spagnolo, infatti, il propulsore della casa francese (rimarchiato Tag-Heuer per ragioni di sponsorizzazione) ha fatto riscontrare problemi di affidabilità, dovendo essere sostituito in alcune giornate su tutte le vetture che lo monteranno nel 2017 (oltre alla Red Bull, anche la stessa Renault e Toro Rosso) e facendo perdere, di conseguenza, tempo prezioso per poter lavorare su altri aspetti della vettura. Questa controtendenza rispetto ad un positivo 2016, laddove la power unit transalpina aveva dimostrato una crescita notevole tanto in termini di prestazione quanto, appunto, di affidabilità, è spiegata dal tentativo di progresso ulteriore attuato dal motorista francese: per bocca del managing director di Renault, Cyril Abiteboul, il cambiamento nelle componenti utilizzate è stimabile in una percentuale del 90%, con in particolare profonde novità in tema di ERS (Energy Recovery System). Ma non solo, altre rivisitazioni hanno riguardato il sistema di raffreddamento, il packaging, la diminuzione del peso e la possibilità di modulare l’intensità dell’elettricità a seconda delle diverse condizioni climatiche. Insomma, le modifiche sono state importanti e richiedono tempo per essere perfezionate, ma è chiaro che il punto interrogativo ad inizio Mondiale è grande e non fa stare sereni gli uomini di Milton Keynes.

La speranza è ovviamente quella di vedere una Red Bull in grado di non soffrire tali problemi di affidabilità, perché il potenziale della vettura c’è ed i test in Spagna non sembrano aver mostrato tutte le carte a disposizione nel mazzo della scuderia anglo-austriaca. Il che non rappresenterebbe una novità, sapendo la arcinota capacità del team di saper trovare soluzioni tecniche incisive in tempi relativamente brevi, per condurre al meglio lo sviluppo del mezzo nel corso della stagione. Soprattutto poi pensando a chi potrebbe usufruire di una vettura competitiva, cioè i succitati Ricciardo e Verstappen: la coppia probabilmente più esplosiva dell’intera griglia del Mondiale 2017, capace di coniugare talento, determinazione, istinto ed aggressività come nessun’altra tra quelle presenti. Sarebbe un peccato madornale non vederli lottare nelle posizioni che contano, contribuendo ad aumentare lo spettacolo e l’incertezza in ogni singola gara, per la gioia di noi appassionati.

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