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Canoa slalom, Giovanni De Gennaro: “Il 2016 è stato l’anno della svolta per me. Aver avuto Riccardo come fratello-avversario è stata una grande fortuna…”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Giovanni De Gennaro è un canoista italiano classe ’92, specializzato nel K1 slalom. Inizia a praticare il suo sport a 8 anni, mettendosi subito in mostra nella K1 Ragazzi e Junior vincendo 4 titoli Italiani (oltre a svariati titoli a squadre) e partecipando ai Campionati Mondiali ed Europei di categoria. Conquista poi il titolo europeo Junior a squadre nel 2009 in Slovacchia e nel 2010, a 18 anni, si laurea Campione del Mondo Junior a Foix, Francia. A 19 anni è già saldamente nel giro della Nazionale maggiore con cui partecipa alla Coppa del Mondo, nonché al Mondiale Senior di Bratislava, dove vince il bronzo a squadre. Giovanni arriva a giocarsi addirittura il posto per i Giochi Olimpici di Londra 2012, in virtù degli ottimi risultati in Coppa: i suoi “antagonisti” sono Daniele Molmenti (che vincerà poi il titolo olimpico) e suo fratello Riccardo… Nel 2013, oltre ad entrare a far parte del Corpo Forestale dello Stato, conquista la medaglia di bronzo ai Mondiali U23, il 7° posto al Campionato del Mondo senior e il titolo mondiale assoluto di squadra insieme a Molmenti e Romeo, a Praga. L’anno successivo, nonostante un problema al pettorale patito nelle qualifiche, conquista l’argento al Mondiale U23 australiano e per il secondo anno consecutivo centra la finale mondiale con il 6° posto alla kermesse iridata assoluta, negli States. Nel 2015, ultimo suo anno da “under”, l’obiettivo è qualificare la barca azzurra per le Olimpiadi di Rio, ma il 12° posto alle qualifiche lo tiene fuori dalla finale, dove invece si qualifica Daniele Molmenti, che conquista il posto-barca e quindi il vantaggio nelle qualifiche per l’anno successivo. Il 2016 di Giovanni si apre però alla grande, con la conquista di tutte le prove selettive e la sua prima vittoria in Coppa del Mondo a Ivrea, proprio davanti a Molmenti, mostrando uno stato di forma eccezionale che lo porterà a conquistare il pass olimpico agli europei di Slovacchia. Ai Giochi di Rio, dopo la vittoria nelle batterie di qualifica e il passaggio in finale col 9° tempo, purtroppo, il sogno-medaglia si infrange nella manche finale, chiudendo la sua prima Olimpiade al 7° posto. Archivierà poi la stagione con la medaglia d’argento nel C2 con Roberto Colazingari ai Campionati Italiani assoluti. Il 2017 segna l’inizio della sua avventura professionale nel Gruppo Sportivo dei Carabinieri e…il primo passo di un cammino lungo quattro anni che noi tutti gli auguriamo possa portarlo sul podio olimpico di Tokyo 2020. Ad maiora, Giovanni!

Ciao Giovanni. Innanzitutto, facciamo il punto della situazione in questa fase di preparazione alla nuova stagione agonistica. Che tipo di lavoro stai svolgendo?

“Siamo in una fase specifica, abbiamo terminato i grossi carichi di lavoro invernali ed ora stiamo finalizzando il tutto con allenamenti miranti a velocità e reattività. Diciamo che ora si può iniziare con i lavori divertenti a ritmo-gara…”.

Gli obiettivi stagionali?

“In questa stagione l’obiettivo principale è il Campionato del Mondo in Francia, a Pau, in ottobre. Ci sono altri appuntamenti internazionali durante l’anno ai quali punto, come ad esempio i Campionati Europei a giugno e diverse tappe di Coppa del Mondo, ma la preparazione sarà finalizzata ai Mondiali”.

I tuoi risultati a livello giovanile sono stati ottimi. Pensi sia arrivata la giusta maturità per entrare in pianta stabile nell’élite della canoa slalom mondiale? Magari centrando medaglie internazionali individuali “pesanti”, di qui a Tokyo 2020…

“L’anno scorso ha rappresentato la svolta per me, ho capito di potermi giocare qualsiasi medaglia nella categoria assoluta e soprattutto come lavorare per arrivare ai massimi livelli. Non vedo l’ora di iniziare la stagione per vedere quanto sono riuscito a crescere quest’inverno. Ho molta fiducia nel lavoro fatto”.

Il tuo nuovo allenatore in Nazionale è Daniele Molmenti. Tutto ordinario o ti “fa un po’ strano” essere seguito da un simbolo della canoa azzurra, fino a pochi mesi fa tuo avversario in acqua?

“Io e Daniele abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto nonostante la rivalità in gara. Adesso stiamo iniziando a conoscerci anche su un altro piano di collaborazione. Apprezzo molto che si sia messo a disposizione delle nuove generazioni e sicuramente può aiutare tutta la squadra a crescere”.

Weger, Ivaldi, Vianello, Beda, Romeo: non si può certo dire che manchino qualità e concorrenza, nel comparto-canoa slalom in Italia…

“Siamo una Nazionale molto forte e giovane, tutti noi possiamo trarre vantaggio da questa crescita complessiva del movimento italiano. La concorrenza non la vedo con timore, è un’opportunità in più per prepararsi al meglio per le competizioni internazionali”.

Ora uno sguardo, dolce e amaro allo stesso tempo, a quel che è stato a Rio de Janeiro, la scorsa estate. Vittoria nelle batterie di qualificazione, passaggio in finale col 9° tempo e sogno-medaglia svanito solo nella manche finale, alla porta 5… Settimo posto conclusivo: rimpianti?

“È stata dura accettare quello che ho fatto a Rio… Il rammarico di non essermi espresso a pieno in finale è qualcosa che ancora porto dentro ma, d’altro canto, è uno stimolo per andare oltre quello che ho sempre fatto! Ho molti rimpianti ma voglio raggiungere i miei obiettivi, penso solo a quello adesso”.

Secondo te, servono nuovi format di gara per far crescere la vostra disciplina (soprattutto a livello di spettacolarità)? O alla fine, sarebbe meglio rimanere legati alla tradizione?

“Tendenzialmente sono un tradizionalista, penso che il nostro sport sia spettacolare già com’è oggi. Sono favorevole all’introduzione di nuovi format, per esempio potremmo ispirarci allo sci per ampliare la rosa delle specialità, sono invece contrario alla tendenza dell’ICF a promuovere nuove discipline come lo slalom cross. Per me, questo non ha nulla a che fare con la canoa slalom; piuttosto, se si vuole fare una gara ‘cross’, facciamola in un fiume naturale con maggiore pendenza, non in bacini artificiali!”.

Ultima domanda “famigliare”, inevitabile… Hai dovuto gareggiare e crescere accanto a tuo fratello Riccardo: a conti fatti, è stato un bene, nel tuo percorso agonistico, o non è piacevole doversi battere contro una persona con cui si ha un legame così stretto?

“Io ho avuto una fortuna incredibile ad avere mio fratello canoista. Oltre ad avermi spianato la strada con i nostri genitori, mi ha ispirato, insegnato, aiutato in tutti questi anni. Senza di lui, non avrei mai raggiunto i massimi livelli. Non mi sono mai sentito in concorrenza con Riccardo, in tutta sincerità ho sempre tifato per lui! Grazie a quello che mi ha dato, l’istinto fraterno ha superato la mia competitività: che vincesse lui o vincessi io, per me, era comunque una festa…”.

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: archivio privato Giovanni De Gennaro

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