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Calcio
Champions League 2017: la Juventus può vincere? L’asso nella manica è la difesa ma…
E’ bastato un rigore trasformato da Paulo Dybala (14° gol stagione e 3° in Champions League) a regalare la qualificazione alla Juventus nel match di ritorno degli ottavi di finale, contro il Porto, della massima competizione europea per club. Una prestazione decisamente concreta quella della squadra di Massimiliano Allegri che, sfruttando gli episodi della partita (penalty ed espulsione di Maxi Pereira) ed il risultato dell’andata (vittoria 2-0 all’Estádio do Dragão) ha messo in cassaforte la qualificazione ai quarti già nel primo tempo.
La striscia positiva dello Juventus Stadium si è allungata a 21 incontri: 12 vittorie e nove pareggi il bilancio della compagine di Torino avente nel proprio stadio un autentico fortino. Il segreto di queste statistiche impressionanti risiede nella solidità difensiva della squadra di Allegri. Appena due reti subite in tutto il percorso europeo 2016-2017 sono davvero un nulla se confrontate ai gol incassati dalle altre qualificate, in attesa di sapere chi tra Manchester City-Monaco e Atletico Madrid-Bayer Leverkusen completerà il draw (sfide programmate questa sera).
Le prestazioni dell’ormai arcinota “BBBC” (Buffon-Barzagli-Bonucci-Chiellini) sono da diverso tempo un vanto non solo per il club del presidente Andrea Agnelli ma anche per la Nazionale. Nonostante l’anagrafe presenti il conto ai giocatori menzionati, il loro incedere sul rettangolo da gioco è spesso irreprensibile. Un fattore da cui la Juve può partire per aspirare a vincere questa competizione, riportando il trofeo in Italia dopo 7 anni (Inter di Mourinho 2010) e 21 in casa juventina. Vecchia Signora che, storicamente, ha sempre avuto un rapporto un po’ difficile con la Coppa dalle grandi orecchie: 8 finali e solo 2 vittorie parlano chiaro. Tuttavia, la mentalità di questa nuova Juventus, con gestione ormai da top team, non deve temere di alcun complesso di inferiorità.
C’è però da considerare anche un altro aspetto rilevante. Se è vero che la capolista della Serie A eccelle in fase difensiva, lo stesso non si può dire per quella offensiva in Europa. Nonostante l’apporto del cosiddetto attacco in versione “H.D” (Higuain-Dybala), coadiuvato da Juan Cuadrado e Mario Mandzukic, le realizzazioni siglate sono “solo” 14 con la seguente distribuzione:
Ebbene, dei 14 gol, 10 portano la firma degli attaccanti (tenendo conto anche di Marko Pjaca), decisamente di meno rispetto a quelli del Barça (26), Borussia Dortmund (25), Bayern Monaco (24) e Real Madrid (22). Una filosofia di gioco da migliorare? Senza dubbio, perchè disporre di giocatori di un certo calibro tecnico senza riuscire ad esaltarne le caratteristiche è un problema. In particolare, è a centrocampo che la Juve non convince più di tanto: la manovra, a volte, appare troppo lenta ed il possesso palla prevedibile, consentendo alle squadre avversarie di chiudersi. Ne è consapevole il mister toscano che per puntare alla finale di Cardiff del 3 giugno sarà necessario compiere un ulteriore step in avanti.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto da pagina facebook Paulo Dybala