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Ciclismo
Ciclismo, Strade Bianche 2017: le pagelle. Kwiatkowski concede il bis, deludono gli italiani
Uno spettacolo straordinario impreziosito da uno scenario semplicemente meraviglioso. E’ forse questo il modo migliore per sintetizzare la Strade Bianche 2017, prima vera classica stagionale giunta alla sua undicesima edizione ed inserita da quest’anno nel calendario World Tour. A trionfare per la seconda volta in carriera è Michal Kwiatkowski (Team Sky), che precede grazie ad un’azione poderosa i generosissimi portacolori belgi Greg Van Avermaet (BMC) e Tim Wellens (Lotto-Soudal). Andiamo a vedere le pagelle dei protagonisti che hanno animato la corsa.
Michal Kwiatkowski, voto 9: l’impressione al termine della giornata odierna è quella di aver ritrovato uno dei talenti più cristallini dell’intero panorama internazionale, reduce da due stagioni molto al di sotto delle aspettative e i cui ultimi grandi successi risalivano ai Mondiali del 2014 e all’Amstel Gold Race dell’anno successivo. Se già l’avvio di questa annata era stato piuttosto incoraggiante, oggi il campione polacco è risultato praticamente perfetto: l’ex iridato ha infatti attaccato nel momento più opportuno nonostante la fatica accumulata in precedenza, ostentando una straordinaria brillantezza nel mantenere il vantaggio anche sul tratto immediatamente precedente allo strappo di Santa Caterina. Secondo sigillo per lui in Piazza del Campo ad una sola lunghezza da sua maestà Fabian Cancellara, nella consapevolezza che se Michal mantiene la condizione odierna ci farà sicuramente divertire anche nei prossimi mesi.
Greg Van Avermaet, voto 8: forse un pochino troppo generoso il corridore della BMC con un atteggiamento che ha ricordato abbastanza quello assunto negli anni precedenti da Alejandro Valverde, tanto che questa corsa comincia a diventare maledetta per lui dopo il secondo posto del 2016 alle spalle di un incontenibile Cancellara. Non si può però fare a meno di sottolineare che buona parte dello spettacolo a cui abbiamo assistito oggi porti soprattutto la sua firma, e di questo non possiamo che essergliene grati.
Tim Wellens, voto 8: discorso simile a quello fatto per il connazionale Van Avermaet: l’impressione infatti è che il portacolori della Lotto-Soudal abbia sciupato troppe energie nel corso della gara che gli sarebbero poi state utili nel finale per rispondere allo scatto decisivo di Kwiatkowski, anche se la forma del belga è apparsa davvero straripante e dunque incoraggiante in ottica futura. Torna a casa avendo acquisito una lezione in più e con qualche rammarico, ma certamente non ridimensionato dal risultato odierno.
Zdenek Stybar, voto 7,5: il campione del 2015 è colui che ha brillato meno nel quartetto di testa, incapace di fornire quel cambio di ritmo utile a seguire la progressione del vincitore finale nonostante fosse il corridore ad aver speso di meno tra gli uomini al comando. Probabilmente la sua condizione era buona ma non eccezionale, potendosi comunque consolare con un quarto posto di tutto rispetto oltre alla certezza di essere sempre rimasto nel vivo dei giochi.
Tom Dumoulin e Edvald Boasson Hagen, voto 6,5: entrambi non erano al meglio della loro forma ed infatti sono stati obbligati ad un continuo inseguimento portato spesso a termine sfruttando i rallentamenti davanti; la loro determinazione ha comunque contribuito ad elevarli fra i principali protagonisti della gara, pur senza disporre nei momenti decisivi delle forze necessarie per realizzare quello spunto perentorio finalizzato al trionfo.
Thibaut Pinot, voto 7: sembra decisamente maturato il corridore francese anche in una corsa ben poco adatta alle sue caratteristiche, nella quale l’astuto transalpino ha preferito evitare di rimanere in gruppo con il rischio di incorrere in pericolose cadute optando invece per l’ingresso in fuga, utile a proteggerlo dalle insidie del tracciato vista la presenza intorno a lui di un numero esiguo di corridori e a permettergli quella giusta dose di allenamento in vista dei veri obiettivi stagionali. Per la cronaca, il suo piazzamento in Top 10 (9°) non è assolutamente da buttar via.
Peter Sagan, senza voto: tanta sfortuna per uno dei più attesi protagonisti alla vigilia e fonte certa di spettacolo, con il campione del mondo costretto al ritiro a causa di un malessere palesatosi fin dalla mattinata che non gli ha comunque impedito di onorare la corsa, a testimonianza dell’enorme classe di un corridore la cui sola presenza avrebbe comunque contribuito ad alimentare ulteriormente la bagarre. L’augurio al fuoriclasse slovacco è quello di rimettersi in fretta, la speranza è invece di ritrovarlo l’anno prossimo più affamato che mai sugli sterrati senesi.
Gianluca Brambilla e Fabio Felline, voto 5,5: la rivelazione dello scorso anno proprio su queste strade si è trovato coinvolto anche lui nella caduta che ha fatto esplodere la corsa nella sua fase centrale insieme al connazionale della Trek-Segafredo, essendo il primo obbligato al ritiro pochi chilometri dopo quando ormai il drappello buono era già partito. L’impressione però è che entrambi si siano fatti trovare nel posto sbagliato e soprattutto nel momento sbagliato.
Matteo Trentin, voto 6,5: E’ il migliore degli azzurri nella prima vera classica della stagionale, avendo confermato in parte sia i proclami della vigilia che le ottime prestazioni fornite in Belgio la scorsa settimana alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Rimane nel vivo della gara fino ad una ventina di chilometri dalla conclusione, preludio ad un evidente cambio di marcia da parte dei favoriti che inducono il portacolori della Quick-Step Floor a mettersi generosamente al servizio di Stybar.
Vincenzo Nibali, voto 5: lo Squalo di Messina non è sinceramente riuscito a dare molto senso alla sua partecipazione odierna, premettendo che si trattava di una corsa ben poco adatta alle sue caratteristiche. Non sarebbe stato dunque più utile adottare una tattica simile a quella di Pinot, un corridore dalle peculiarità analoghe al campione siciliano? In casa Bahrain Merida il ragionamento è stato invece diverso ma il risultato purtroppo scadente, nella speranza che Vincenza sappia mostrare tutte le proprie qualità già domani al GP Larciano e poi da mercoledì alla Tirreno-Adriatico.
Diego Rosa e Fabio Aru, voto 5: altre note dolenti nella tempestosa giornata degli italiani, incapaci oggi di lasciare il segno nonostante i buoni propositi della vigilia. Ci si aspettava certamente di più anche da loro oggi, ma evidentemente la forma non era quella dei giorni migliori.
simone.brugnoli@oasport.it
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Foto: Pagina Facebook Team Sky