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Combinata nordica, Italia promossa con riserva. Tre podi in Coppa del Mondo, Samuel Costa si consacra. Timidi progressi per Alessandro Pittin

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La Coppa del Mondo 2016/17 di combinata nordica è appena andata in archivio con il trionfo leggendario di Eric Frenzel, che ha sollevato al cielo la quinta sfera di cristallo consecutiva, unico atleta nella storia della disciplina a raggiungere un simile traguardo. L’egemonia tedesca ha costituito il leit motiv di una stagione culminata nell’en plein ai Mondiali di Lahti di Johannes Rydzek, altro grande protagonista di un’annata caratterizzata da un vero e proprio duopolio, che ha escluso rapidamente dalla lotta al vertice il resto della comitiva.

L’Italia, dal canto suo, esce bene da una stagione che ha visto gli azzurri salire sul podio in ben tre occasioni in Coppa del Mondo, riscontro che mancava ormai dallo storico 2012 in cui Alessandro Pittin macinò record su record conseguendo ben sette piazzamenti tra i primi tre. Il 2017 è anche l’anno della consacrazione di Samuel Costa, 24enne gardenese che costituisce il prototipo del combinatista moderno, eccellente nel salto e solido sugli sci stretti. Costa ha costruito le sue fortune nel mese di gennaio con una straordinaria continuità di prestazioni di elevato spessore dal trampolino ed è riuscito a gestire alla grande il margine acquisito durante i segmenti di fondo, conquistando due terzi posti a Seefeld, seppure attraverso il format atipico del Nordic Combined Triple.

Lahti, Val di Fiemme, Chaux-Neuve e Seefeld sono stati i suoi terreni principali di conquista, che gli hanno consentito di scalare la classifica di Coppa del Mondo e di insediarsi per un breve periodo persino nella top ten. E in Val di Fiemme il gardenese si è tolto anche la soddisfazione di salire sul podio nella Team Sprint insieme ad Alessandro Pittin al termine di un’entusiasmante cavalcata. I problemi fisici accusati nel finale di stagione, tuttavia, non gli hanno permesso di presentarsi nelle migliori condizioni ai Mondiali di Lahti e di approcciare adeguatamente le ultime gare, facendolo scivolare al 14° posto in classifica generale. L’impressione, però, è che l’azzurro abbia ancora margini ulteriori di crescita e che nel prossimo futuro possa costituire una carta importante per l’Italia anche in vista delle prossime Olimpiadi di PyeongChang.

La consacrazione di Costa va di pari passo con i progressi mostrati da Alessandro Pittin, che nel finale di stagione ha ritrovato in parte lo smalto dei bei tempi dopo un 2016 da dimenticare. Il carnico è approdato ai Mondiali in una buona condizione di forma e nelle ultime gare ha sempre messo i suoi sci davanti a quelli dell’ottimo compagno di squadra, segnale evidente dei vantaggi prodotti dalla sana competizione venutasi a creare all’interno del plotone azzurro. Il lavoro da svolgere, però, è ancora tanto per rinverdire i fasti di un passato magico che lo ha visto salire sul podio mondiale e olimpico e conquistare ben tre vittorie consecutive a Chaux-Neuve nel 2012. Nonostante la sua lunga militanza nel circuito, Pittin ha ancora l’età dalla sua parte e a 27 anni può tranquillamente ambire a tornare sui livelli che gli competono e riacquisire la fiducia e la qualità per competere con i big soprattutto in chiave olimpica. Le sue doti da agonista, d’altra parte, gli hanno sempre consentito di esprimersi al meglio nelle gare più importanti e fra un anno le medaglie in Corea potrebbero non essere una chimera.

Le note stonate, infine, riguardano gli altri azzurri impegnati nel circuito. Lukas Runggaldier e Armin Bauer raramente sono riusciti a superare il Provisional Competition Round e non hanno portato a casa neanche un punto in Coppa del Mondo, mentre Raffaele Buzzi è appena rientrato sulla scena dopo un lungo infortunio e ha approfittato dell’ultimo scorcio del 2017 per riassaporare il gusto delle gare ufficiali e rimettersi in carreggiata in vista della prossima stagione agonistica.

mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Red Bull Italy

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