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F1, Mondiale 2017: buona la prima per Antonio Giovinazzi. Sperando non sia l’ultima…

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Il gran premio d’Australia 2017, tappa di apertura del Mondiale F1, è stato memorabile per gli appassionati italiani. Questo non solamente grazie allo spettacolare successo di Sebastian Vettel a bordo della Ferrari, ma anche per il ritorno, sulla griglia di partenza, di un portacolori nostrano, a distanza di 6 stagioni dall’ultima volta. Antonio Giovinazzi, infatti, ha idealmente raccolto la staffetta da Jarno Trulli e Vitantonio Liuzzi, ultimi piloti italiani a correre in F1, disputando il GP in sostituzione dell’acciaccato Pascal Wehrlein, che ha deciso di ritardare il suo debutto stagionale al termine della giornata di prove del venerdì, non sentendosi ancora pronto fisicamente per affrontare un week-end duro, a maggior ragione alla guida delle nuove vetture, più estreme e difficili rispetto al recente passato.

Già solo il fatto di essere stato chiamato a sorpresa rendeva il debutto di Giovinazzi non facile. A ciò si aggiungano altri elementi: jet-lag non del tutto smaltito, essendo arrivato più tardi in Australia rispetto ai piloti “titolari”, non essendo in programma il suo impiego sul tracciato; mancata conoscenza della pista dell’Albert Park, sicuramente tra le più insidiose in calendario, su cui il 23enne pugliese non aveva mai corso in precedenza; minore feeling con la vettura rispetto al resto dei partenti, avendo si disputato la prima sessione di test a Barcellona, tra fine Febbraio ed inizio Marzo, ma lasciando il posto nella seconda all’ufficiale Wehrlein, percorrendo dunque nel complesso un chilometraggio inferiore; infine, il fatto di essere in ogni caso un debuttante assoluto nella categoria, dunque digiuno di competizione a certi livelli.

Gli elementi per rimediare una magra figura c’erano tutti, eppure le cose sono andate in maniera diversa: 16° in qualifica, ad appena due decimi dal più navigato compagno di squadra Marcus Ericsson, con il rammarico di un errore alla penultima curva nel giro buono, che altrimenti gli avrebbe dato la possibilità di stare davanti allo svedese e riuscire ad avanzare in Q2. In gara 12° posto, senza commettere errori e riuscendo, con il passare dei giri, a migliorare il proprio livello prestazionale, specialmente dal momento in cui è passato su gomme supersoft, più rapide rispetto alle soft montate per il primo stint di corsa. L’unica incertezza l’ha avuta in fase di partenza, laddove ha quasi rischiato il contatto con Ericsson, ma per il resto tutto è finito liscio. Altri debuttanti odierni, come Stoffel Vandoorne e Lance Stroll, pur avendo a disposizione vetture e pneumatici maggiormente performanti rispetto ai suoi, si sono resi protagonisti di sbavature anche grossolane, dando una impressione di minore prontezza alla categoria rispetto allo stesso Giovinazzi.

A conti fatti, l’dea è che uno come il 23enne di Martina Franca, nella griglia attuale, ci possa stare eccome. Per quello che ha dimostrato, ma anche se non soprattutto per l’approccio avuto: calmo e voglioso di ben figurare, senza limitarsi di partenza a voler fare il semplice compitino, ma ambendo a dare il meglio pur in una situazione contingente tutt’altro che semplice, visto anche il livello della vettura a disposizione, non propriamente eccelso. La speranza è di poterlo rivedere in pianta stabile, cosa che difficilmente accadrà in condizioni normali nel Mondiale 2017, visto che Ericsson ha il posto blindato causa sponsor e Wehrlein in tempi brevi recupererà dalle sue noie fisiche. Non sarà facile, perché i piloti italiani nel mondo attuale della F1 non godono di particolare considerazione ed appoggi, ma sicuramente con questo debutto Antonio si è dato una mano a costruirsi una credibilità tra gli addetti ai lavori. Ed è già un primo passo.

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