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Gand-Wevelgem 2017: tra i due litiganti il terzo gode. Greg Van Avermaet fa tripletta sfruttando un errore di Peter Sagan

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Greg Van Avermaet non sbaglia un colpo. Da grande piazzato a vero e proprio campione nel giro di un paio di anni: la vittoria ai Giochi Olimpici di Rio sembra aver giovato alla carriera del belga che ormai è diventato una vera e propria certezza del massimo circuito internazionale. Dopo la Omloop Het Nieuwsblad ed il GP E3 Harelbeke arriva una clamorosa tripletta per il capitano della BMC che, grazie all’ennesima prova perfetta, si aggiudica anche la Gand-Wevelgem. Settimana prossima al Giro delle Fiandre sarà sicuramente l’uomo da battere. Non può che restare l’amaro in bocca, ancora una volta, a Peter Sagan, che si è lasciato sfuggire con un grave errore una grande possibilità di aggiudicarsi la corsa.

Come di consueto andatura altissima nelle prime fasi: la fuga è andata via dopo 30 chilometri. Nove i corridori all’attacco: Hugo Houle (Ag2r-La Mondiale), Ryan Mullen (Cannondale-Drapac), Marc McNally (Wanty-Groupe Gobert), Loic Chetout (Cofidis), Christophe Masson (WB-Veranclassic Aqua Protect), Elmar Reinders (Roompot Oranje Peloton), Jay Thomson (Dimension Data), Preben Van Hecke (Sport Vlaanderen-Baloise) e Dennis Van Winden (Israel Cycling Academy). Il plotone ha lasciato un vantaggio massimo di 7′.

A circa 170 chilometri dal traguardo i primi movimenti importanti in gruppo: il vento laterale ha favorito un aumento di ritmo, con il plotone frazionato in più tronconi. Il nervosismo nelle strette strade del Belgio ha causato anche tanti problemi: molte le cadute nelle prime fasi di gara, coinvolti anche il nostro Filippo Ganna (costretto al ritiro) e il vincitore della Milano-Sanremo 2016 Arnaud Démare. La situazione però si è andata a calmare prima dell’imbocco dei muri.

Ci hanno provato la BMC e la Quick-Step Floors ad animare la situazione, sfruttando prima i muri, e poi gli inediti tratti di Plugstreet (strada non asfaltata, simile alle Strade Bianche italiane). Tutto ciò è servito solo a far fuori dalla lotta i corridori della Katusha Alpecin Alexander Kristoff e Tony Martin, il primo vittima di una foratura, il tedesco invece caduto. Nel frattempo al comando l’unico a resistere è stato un mai domo Preben Van Hecke, raggiunto dal plotone solo a 40 dall’arrivo.

Il momento decisivo è arrivato sull’ultima scalata di giornata, quella al Kemmelberg (502 m al 3,2%, massima 5,7% con pavé): si sono lanciati all’attacco i due grandi favoriti Greg Van Avermaet (BMC) e Peter Sagan (Bora Hansgrohe), rispettivamente campione olimpico e campione del mondo. Alle loro spalle però si sono accodati in seguito John Degenkolb (Trek – Segafredo), Zdenek Stybar, Niki Terpstra, Matteo Trentin (Quick-Step Floors), Edvald Boasson Hagen, Scott Thwaites (Dimension Data), Sonny Colbrelli (Bahrain – Merida), Michael Matthews, Soren Kragh Andersen (Team Sunweb), Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale) e Alberto Bettiol (Cannondale – Drapac).

Pochi chilometri dopo un’ulteriore svolta. Se ne vanno in cinque: Keukeleire, Kragh Andersen, Van Avermaet, Sagan e Terpstra. Un buco creato dal campione del mondo per discutere con l’olandese della Quick-Step Floors ha lasciato andar via la coppia di belgi: Van Avermaet-Keukeleire, che con una gran collaborazione sono riusciti a guadagnare subito una quindicina di secondi, che si sono portati fino allo sprint conclusivo. In uno stato di forma monstre il campione olimpico non poteva sbagliare la volata, battendo di misura il connazionale. Terzo il grande deluso: Peter Sagan. A regolare il gruppo invece John Degenkolb; migliore degli azzurri, decimo, Sacha Modolo.

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gianluca.bruno@oasport.it 

Foto: Pier Colombo

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