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Pentathlon, alla scoperta della giovane promessa azzurra Matteo Cicinelli: “Le Olimpiadi sono l’Obiettivo che si prefissa ogni atleta ed io non vengo meno a questa consuetudine…”

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La seconda tappa della Coppa del Mondo di Pentathlon Moderno 2017, al Cairo, ha portato molteplici “buone novelle” ai colori azzurri: il podio di Alice Sotero (sua prima medaglia internazionale a livello assoluto!), l’incoraggiante ritorno ai vertici di Gloria Tocchi e, in campo maschile, lo strabiliante quinto posto del diciannovenne romano Matteo Cicinelli, che si è affacciato seriamente al mondo “Senior” alla grande… Il nome di Cicinelli sarà suonato nuovo solo ai meno avvezzi dello Sport del Soldato, in realtà il giovane atleta dei Carabinieri è da tempo considerato una delle promesse più brillanti di tutto il comparto-pentathlon italiano. Noi di OA Sport abbiamo subito avvertito l’obbligo (dolcissimo) di presentarvelo, in modo da farlo conoscere meglio al virtuale parterre affollato dai nostri sempre più numerosi lettori… Buon divertimento!

Ciao Matteo. Prima di presentarti ai nostri lettori come pentatleta di grande prospettiva per l’Italia, parlaci un po’ di te, della tua “biografia in pillole”, magari spiegandoci come e quando ti sei avvicinato al tuo meraviglioso sport.

“Salve a tutti! Sono nato a Roma il 12 marzo del 1998, ora sono residente a Capena, in provincia di Roma. Sono entrato a far parte del favoloso mondo del Pentathlon Moderno iniziando con il solo nuoto all’età di 6 anni, al CPO di Montelibretti. Qui, poi, vedendo che il nuoto mi riusciva abbastanza bene, mi hanno consigliato di introdurre gli altri sport come la corsa, poi il tiro e, progressivamente, gli altri due…”.

Quali sono stati i tuoi risultati nelle competizioni internazionali giovanili?

“La mia prima competizione internazionale è stato un Europeo categoria Youth B (Under-16) in Polonia, dove ho sfiorato la medaglia arrivando 4° al fotofinish con il secondo e il terzo classificato. La prima medaglia è arrivata invece al Mondiale Youth A (Under-19) in Ungheria, dove ho conquistato il bronzo nella staffetta, mentre i primi grandi risultati individuali sono stati la medaglia d’oro ai Campionati Europei Youth B in Spagna e il bronzo agli Europei Youth A di Praga”.

Non sappiamo se per dimenticanza o per modestia, ma il “maturando” Matteo Cicinelli ha omesso i risultati conseguiti nella categoria Junior lo scorso anno (categoria nella quale, in teoria, egli ancora potrebbe gareggiare!): oro in staffetta mista e argento a squadre ai Mondiali del Cairo, città che evidentemente lo ispira in particolar modo…

…e siamo ripartiti proprio dal caro Egitto: il 5° posto del Cairo in World Cup è stato davvero stupefacente. Raccontaci le tue sensazioni in gara, pensieri ed emozioni vissute…

“Le mie aspettative, ad essere onesti, non erano altissime…essendo quella la mia prima tappa di Coppa del Mondo lontano dall’Italia! E l’emozione ha giocato un brutto scherzo… Non credevo neanche di qualificarmi per la finale, invece sono entrato nei 36 con una certa facilità. In finale, ancora non credevo nelle mie possibilità, ma dopo la prima gara – cioè il nuoto – mi sono ritrovato primo in classifica con il miglior tempo assoluto! A scherma le aspettative erano, se possibile, ancora più basse… Tutti gli avversari avevano esperienza da vendere (ho dovuto affrontare anche atleti olimpionici), ma mi sono comunque difeso restando nella seconda metà della classifica. Dopo due prove ero settimo e l’equitazione mi ha dato sensazioni bellissime, trovando subito la giusta sintonia con il cavallo. Ormai, partendo terzo nel laser run, a soli 20 secondi dal primo, sapevo di potermi giocare chances da podio: con un’ottima corsa e un ottimo tiro, sono riuscito a restare nella top five!”.

Aggiungiamo noi: a due punticini dal quarto, a sei dal terzo e a sette dall’argento di un tale Valentin Prades, non proprio uno qualsiasi…

Mentre crescevi, come uomo e come atleta, i senior azzurri più competitivi erano i vari De Luca, Benedetti, Poddighe, Petroni, Franceschini… Con qualcuno di questi hai un rapporto particolare, sono stati dei modelli per te?

“Diciamo che, guardando indietro di un paio d’anni, i big del Pentathlon italiano sembravano irraggiungibili… Ora, invece, sono maturato dal punto di vista mentale e fisico e so che manca ormai poco per poter competere al 100% con loro; tra l’altro, la maggior parte di questi sono miei colleghi al Centro Sportivo Carabinieri! Questo quinto posto è servito anche a darmi un po’ di coraggio e capire che posso essere un atleta competitivo a livello senior”.

Quali sono stati, invece, i “Maestri di Vita e Sport” più importanti nella tua crescita?

“Non è un mistero che un atleta da solo non può eccellere… Io credo che il 70% di quello che sono ora lo devo ai miei primi istruttori, che sono stati con me in tutti questi anni e continuano a seguirmi come una vera famiglia: Ivan Lo Giudice e Gabriele Macioce. So benissimo che credono nelle mie possibilità ed io non li deluderò di certo! Un po’ più tardi, invece, è arrivato il mio attuale maestro di scherma Gianluca Montecchia, con il quale stiamo lavorando duramente sotto alcuni aspetti tecnici per migliorare in vista delle gare future più importanti…”.

Come si riparte da un risultato tanto buono quanto inatteso come quello conseguito in Egitto? Solo super-carichi o anche più responsabilizzati, “adulti”?

“Sicuramente ho portato a casa un bagaglio di esperienza non indifferente. Sono senz’altro ‘gasato’ per il risultato inaspettato e per l’essere arrivato così vicino al podio. Fa tutto bene alla voglia di allenarsi, che adesso è per me ancora maggiore, per raggiungere i primi posti del ranking mondiale”.

Secondo te, qual è lo stato di salute attuale del Pentathlon Moderno italiano? Soprattutto in relazione alla crescita dei giovani ed alla promozione dello Sport del Soldato in scuole, università, TV, eccetera…

“Noi pentatleti sappiamo benissimo che il nostro sport risente di una ‘non buona’ risonanza mediatica… E’ una disciplina che non riceve le attenzioni e le possibilità che merita. Secondo me, il Pentathlon Moderno è affascinante e seguirlo per un’intera giornata può regalare emozioni uniche. Nelle scuole si parla in assoluto poco di sport, se non di calcio, io lo so bene essendo ancora studente al V anno delle Superiori… Le pubblicità non parlano mai di ‘sport minori’ come il nostro e questo lascia sempre molta amarezza…”.

Immaginiamo che oggi può sembrarti lontana come meta, ma il Giappone rappresenta, per il diciannovenne Matteo Cicinelli, solo un Sogno o una vetta sublime raggiungibile in tre anni di dura scalata?

“Le Olimpiadi sono l’Obiettivo che si prefissa ogni atleta ed io non vengo meno a questa consuetudine… Arriverei al 2020 con l’età giusta e un’esperienza ancora maggiore. Io e i miei tecnici del Centro Sportivo Carabinieri stiamo lavorando per arrivare a quel sogno tanto ambito e fare anche qualcosa di buono…”.

Dalle ultime tre risposte, possiamo sicuramente evincere una caratteristica peculiare del piccolo-grande Matteo Cicinelli: avrà pure 19 anni, sarà anche alla ricerca della Maturità (in tutti i sensi), ma in quanto a determinazione e “idee chiare” pare già un pentatleta navigato e…vincente. Allora, AD MAIORA…!

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: archivio privato Matteo Cicinelli

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