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Sci di fondo, Coppa del Mondo 2017: Italia da grandi appuntamenti con Federico Pellegrino trascinatore. Annata no per Francesco De Fabiani

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Discussione più o meno valida in tutti gli sport, più che mai per lo sci di fondo in questa stagione. Meglio una stagione con risultati costanti o raccogliere il massimo possibile nell’appuntamento clou della stagione? L’annata azzurra, sopratutto al maschile, va inserita nella seconda categoria con il leader Federico Pellegrino capace di vincere l’oro nella sprint e l’argento in coppia con Dietmar Noeckler nella prova a coppie. Tutto era stato programmato per l’appuntamento di Lahti e alcune gare, sopratutto nella prima parte di stagione, sono state ‘sacrificate’. Un percorso opposto ai cugini dello sci alpino, dove a una stagione di World Cup da record è seguita una rassegna iridata al di sotto delle aspettative. Vediamo uno a uno il percorso degli azzurri, decisamente in crescendo anche dopo i Mondiali finlandesi.

Federico Pellegrino: l’esempio più nitido. Il poliziotto di Nus non ha trovato la continuità dello scorso anno ma nonostante ciò è arrivato a giocarsi la coppetta sprint all’ultima gara. Decisiva l’eliminazione nella sprint a tecnica classica di Drammen, in cui ha perso troppi punti rispetto al vncitore Johannes Hoesflot Klaebo. Oltre agli strepitosi risultati mondiali vanno rimarcati la vittoria di Falun e il secondo posto nella sprint della Val Muestair al Tour de Ski, l’unico podio azzurro della manifestazione.

Francesco De Fabiani: l’influenza non ha permesso all’azzurro di imitare i compagni di squadra. Eccezion fatta per i Mondiali e per un inizio di stagione difficile, il valdostano ha comunque chiuso al 25° posto della generale con qualche sprazzo di classe al Tour de Ski. Nella 15 chilometri a tecnica classica della Val di Fiemme ad esempio l’alpino ha terminato ai piedi del podio; sempre nella corsa a tappe alpina si è inoltre ben comportato nella 10 km di Dobbiaco.

Giandomenico Salvadori: tanta fatica, risultati che non arrivano e il passo indietro in Opa Cup. La stagione del finanziere sino a febbraio era stata al di sotto delle aspettative. La vittoria ai Campionati italiani e lo strepitoso decimo posto nello skiathlon di Lahti non possono tuttavia che far sorridere l’azzurro, cresciuto in maniera esponenziale nelle gare iridate e pure nel fine settimana canadese.

Dietmar Noeckler: incomincia a diventar rilevante il palmares iridato dell’altoatesino che al bronzo di Falun 2015 ha aggiunto l’argento di Lahti. Come per i compagni di squadra, gradino dopo gradino, Didi è tornato ai livelli che gli competono, superando quota 100 punti in Coppa del Mondo e centrando a Quebec City una top ten che mancava da due anni. Da non dimenticare nemmeno il bronzo nella team sprint di Dobbiaco e il 14° posto nella leggendaria 50 km di Holmenkollen.

Ilaria Debertolis: miglior stagione della carriera per questa poliziotta che dopo la splendida nona piazza nella 10 km di Davos, è riuscita a difendersi egregiamente concludendo 29^ nella generale. Ai Mondiali si è poi ben comportata sia in staffetta che nella 30 km a tecnica libera.

Elisa Brocard: una delle note liete della squadra femminile. Tanti piazzamenti a ridosso della 20^ posizione, l’ottima frazione nella staffetta iridata e il 15° posto nella 30 km sempre a Lahti con la vittoria in volata su Ilaria Debertolis. Continuità ed esperienza, può dare una mano anche alle giovani alle prime armi.

Caterina Ganz: senza paura ai Mondiali, si è conquistata il posto in Coppa del Mondo dopo i brillanti risultati in Opa Cup. Più performante in classico che a skating, deve continuare su questa strada per continuare a scalare le gerarchie.

Virginia De Martin Topranin: annata da dimenticare in fretta. Dopo essere stata la migliore azzurra nel 2016 erano ben altri i piani di questa specialista del passo alternato, mai al top in tutte le fasi della stagione. Il fatto che non sia stata schierata nella staffetta iridata la dice lunga sulle prestazioni della 29enne nata a San Candido.

Gaia Vuerich, Greta Laurent, Lucia Scardoni: le specialiste delle sprint non sono mai riuscite a superare lo scoglio dei quarti di finale eccetto in un’occasione con Vuerich. Ci si aspettava sicuramente di più sopratutto dalle prime due.

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