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Sci di fondo, Mondiali 2017: podio possibile soltanto con il miglior De Fabiani, tattica perfetta per Norvegia e Russia

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“Francesco De Fabiani doveva prendere parte alla staffetta, ha un talento che gli permetterà di togliersi parecchie soddisfazioni nei prossimi anni e da questa esperienza non potrà che imparare”. Da manuale le parole di Dietmar Noeckler rilasciate a Eurosport al termine della sua frazione. Il minuto pagato dal valdostano al termine della prima frazione ha immediatamente tolto l’Italia dalla lotta per le medaglie ma è altrettanto vero che pur lasciando a riposo l’alpino, l’Italia avrebbe difficilmente potuto sperare nel podio.

Il ritmo di gara subito elevato imposto dagli scatenati russi Andrey Larkov e Alexander Bessmertnykh ha messo in crisi infatti tutte nazioni fatta eccezione per la Norvegia. Ipotizzando l’Italia a contatto con il bronzo, l’unica medaglia oggi accessibile, sembra difficile immaginare il talentuoso Sebastiano Pellegrin tenere il ritmo dello scatenato Marcus Hellner in terza frazione. Corretta dunque la scelta dello staff tecnico di dare fiducia a De Fabiani. Avere il 23enne di Gressoney al top oggi era l’unica possibilità per salire sul terzo gradino del podio.

Per il resto soltanto applausi a Norvegia e Russia. Forse è mancata la volata finale a sancire un duello entusiasmante ma va dato merito a Finn Haagen Krogh di aver resistito, come solo i campioni sanno fare, a tutti gli attacchi di Sergey Ustiugov. Del margine di 17 secondi accumulato dal compagno Martin Johnsrud Sundby, Krogh ne ha conservati quattro, quanto basta per evitare di giocarsi tutto allo sprint con il rivale russo. Non rimane a mani vuote nemmeno la Svezia che nonostante le deludenti prove di Daniel Rickardsson e Johan Olsson, riemerge grazie a Hellner. Di Calle Halfvarsson poi la zampata decisiva che vale la prima medaglia in campo maschile a Lahti.

francesco.drago@oasport.it

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