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Taekwondo, Daniela Rotolo: “In ottica olimpica, penso ai -67 kg. D’Angelo e Ciuchitu amiche prima che avversarie”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Daniela Rotolo è uno dei profili più interessanti del Taekwondo italiano. Anche sull’atleta laziale in forza alle Fiamme Oro la stessa FITA ha deciso di puntare per provare a rilanciare un comparto passato dalle brillanti spedizioni olimpiche di Pechino e Londra allo “zero” (numero di rappresentanti qualificati) di Rio 2016… La brava e bella Daniela non ha nemmeno vent’anni ma ha le idee chiare sul suo presente e sul suo futuro: andiamo a conoscere pensieri e parole della Rotolo, cognome che ci auguriamo di ascoltare sempre più spesso in occasione di importanti cerimonie di premiazione… Buona lettura!

Facciamo partire la nostra chiacchierata dal Dutch Open 2017. Un bel bronzo, quello arrivato in Olanda qualche giorno fa: raccontaci un po’ come sono andati i combattimenti, le sensazioni e le impressioni su avversarie e su te stessa…

“Il Dutch Open è da molti anni considerato un torneo di grande interesse internazionale, sia per il numero di partecipanti sia per l’alto livello agonistico della competizione. Arrivare a medaglia in un torneo simile è comunque un buon risultato, anche se il mio primo obiettivo era quello di salire sul gradino più alto del podio. Per arrivare in semifinale ho dovuto affrontare tre incontri: ai sedicesimi, l’atleta Alzak del Kazakistan (battuta 23 a 2), agli ottavi la polacca Mazurek, contro la quale ho avuto la meglio al Golden Point dopo un punteggio di 8 pari, ed ai quarti ho battuto 18 a 7 l’atleta Olandese Schoenmakers. Arrivata in semifinale, purtroppo sono stata sconfitta dalla Shkurko, atleta dell’Azerbaijan, per 9 a 15. Fin dall’inizio non mi è mancata la concentrazione ma, nonostante questo, all’ultimo incontro sono andata in svantaggio e nel tentativo di recuperare non sono riuscita a trovare l’incastro giusto”.

Tu sei tra gli atleti sui quali la nostra Federazione ha puntato forte (e senza nasconderlo) in ottica-rilancio del Taekwondo azzurro. Senti il peso delle responsabilità o questa “sfida” non fa altro che galvanizzarti e spingerti maggiormente a dare il massimo giorno dopo giorno?

“Per il mio modo di essere, nonostante la posizione che occupo, non sento assolutamente alcuna pressione. Sono fiera della fiducia che la Federazione dà a me e ai miei compagni di squadra e noi quotidianamente ci impegniamo per fare del nostro meglio. I miei risultati sono frutto di un lavoro mirato a raggiungere determinati obiettivi individuali. Quello principale è senza dubbio Tokyo 2020…”.

La tua categoria, i -62 kg, in Italia è probabilmente la più competitiva e “affollata” di talenti. L’abruzzese Natalia D’Angelo e l’italo-moldava Ana Ciuchitu sono due ossi veramente duri da battere: quali sono i vostri rapporti, solo avversarie o anche amiche fuori dal tatami? Si è detto tanto sulla possibile “italianizzazione” di Ana Ciuchitu, soprattutto in considerazione di una categoria come la vostra già molto competitiva…

“Queste due atlete sono ottime avversarie e, malgrado tra noi ci sia competizione sportiva, rimane viva l’amicizia e la stima che provo tanto per Ana quanto per Natalia; per quest’ultima in particolar modo, essendo anche mia collega e compagna di stanza. Sinceramente non saprei dirti quale nazionalità preferirebbe avere Ana, la sua presenza in squadra la vedrei soltanto come uno stimolo, per avere così la possibilità di confrontarmi con più atlete del mio stesso peso e sfruttare questa occasione per migliorarmi. In Nazionale, abbiamo già categorie con più atleti di valore, perciò anche da questo punto di vista non sarebbe un problema. In questo sport si va avanti per meriti, parlano i risultati ed il punteggio che si acquisisce nel ranking”.

A proposito di categorie di peso… I -62 kg non sono “olimpici”, quindi in prospettiva Cinque Cerchi bisognerà scegliere fra -57 kg e -67 kg. Qual è oggi l’orientamento tuo e dei tecnici federali?

“Fisicamente, non potendo scendere nella -57 kg, sono senza dubbio orientata verso la categoria olimpica -67 kg. Questa affermazione non è ‘infondata’ dal momento che ho già testato questo ‘peso’ in precedenti competizioni; alla fine del quadriennio, i miei punti-ranking saranno trasferiti automaticamente in questa categoria”.

La WTF (Federazione Mondiale Taekwondo) ha stabilito lo scorso anno delle modifiche regolamentari, relative all’attribuzione dei punti-ranking, che verranno applicate ufficialmente a partire dai Mondiali 2017 che si terranno a Seul. Il tuo parere personale a riguardo, sono parametri più chiari/onesti adesso o preferivi la situazione precedente?

“Francamente preferivo il regolamento precedente. Con le nuove regole che ha stabilito la WTF sarà molto difficile raggiungere i vertici del ranking olimpico. Le atlete che vi si trovano ad oggi hanno sicuramente molti punti e questo vuol dire che nei prossimi tre anni bisognerà dare il massimo, soprattutto nelle gare più importanti e fare in modo di entrare a far parte delle prime sei, per non doversi così giocare il tutto-per-tutto nelle qualifiche continentali…”.

Dopo il bronzo agli Europei 2016, ti senti pronta per il definitivo “salto di qualità”? Manca ancora qualcosa per colmare il gap dalle migliori interpreti mondiali della tua categoria?

“Considerando la mia giovane età ed il fatto che abbia iniziato a gareggiare tra i senior da pochi anni, non mi lamento della mia posizione ranking. Al Mondiale ci saranno diverse atlete con più esperienza alle spalle, ma non mi sento inferiore a loro e penso di potermela giocare con tutte”.

Nel tuo piccolo, prova a “giustificare” la drastica parabola discendente che ha visto il Taekwondo azzurro passare dalle medaglie olimpiche di Pechino 2008 e Londra 2012 agli zero qualificati di Rio 2016…

“Penso che la mancata qualificazione a Rio 2016 sia stata causata da diversi fattori, tra cui gli infortuni ed in particolare la mancanza di esperienza dovuta alla giovane età di alcuni atleti”.

Che ne pensi del progetto-talent voluto dalla FITA, e in particolare dal Direttore Tecnico Claudio Nolano, per scovare nuove giovani speranze con le qualità necessarie per poter entrare far parte del giro della Nazionale?

“In molte palestre d’Italia c’è un ottimo vivaio, quindi penso che il progetto ‘Entry Stage’ sia una buona idea per scovare questi nuovi talenti, fino ad ora sconosciuti”.

Chiudiamo con due domande “leggere”… Quando e perché hai scelto proprio il Taekwondo?

“Mi sono avvicinata al Taekwondo all’età di 13 anni; un giorno ho accompagnato in palestra una mia amica che praticava questo sport e sono stata attratta subito da una disciplina che rafforza il carattere, insegna regole, rispetto, sacrificio e molti altri valori. Senza dubbio, questi stessi insegnamenti mi sono stati dati dal mio Maestro, Alessandro Stozzo. È anche grazie a lui se mi trovo qui adesso”.

La giornata-tipo di Daniela Rotolo sportiva agonista…

“Passo tutte le mie giornate al CPO Giulio Onesti, dove due o più volte al giorno mi alleno. Tutto il mio tempo è condiviso con i compagni di squadra, che sono diventati ormai la mia seconda famiglia… Come in ogni sport affrontato agonisticamente, si va incontro a diversi sacrifici che personalmente non reputo tali in quanto ho sempre bene a mente gli obiettivi da raggiungere!”.

Un carattere leonino, una caparbietà ed una voglia di “arrivare” entusiasmanti: ad maiora, piccola grande Daniela!

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: archivio privato Daniela Rotolo

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