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Triathlon, Alice Betto: “Ad Abu Dhabi ho chiuso la gara stanca ma contenta. In estate spero di essere di nuovo molto competitiva”

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ESCLUSIVA OA SPORT – Back in track: diciottesima ad Abu Dhabi, prima tappa del circuito WTS, dopo due anni di lontananza dalle competizioni per infortunio! Stare da subito là davanti in fuga con le prime, come se il tempo non fosse passato, è stata una soddisfazione enorme, così come poter gareggiare senza dolore. Ho vinto la scommessa di rientrare sul palcoscenico più prestigioso senza nessuna preparazione specifica, con solo un mese e poco più di corsa alle spalle: certo, ieri è stato un ‘allenamento’ massacrante, ma alla fine ne è davvero valsa la pena… La strada è ancora lunga e dura, le avversarie sono tante, nuove e agguerrite, ma ho la consapevolezza di poter tornare più forte di prima! Dopo questo test di altissimo livello possiamo iniziare a fare sul serio… Un ringraziamento infine a tutti coloro che hanno creduto in me e giorno per giorno hanno condiviso e vissuto questo lunghissimo periodo: ‘E quindi uscimmo a riveder le stelle’…

Vi abbiamo proposto questo estratto di un post datato 4 marzo 2017 comparso sulla pagina Facebook della triatleta lombarda Alice Betto perché, secondo noi, immortala perfettamente il suo “sentire” all’indomani del ritorno in gara dopo il lungo calvario legato al suo tendine d’Achille (clicca qui per leggere la nostra intervista dello scorso luglio)…

L’abbiamo raggiunta telefonicamente di nuovo, dopo otto mesi, per carpire quel che resta delle sue sensazioni all’alba di una nuova vita agonistica: AD MAIORA, ALICE!

Alice, la prima domanda è d’obbligo: quanto vale il 18° posto di Abu Dhabi in WTS?

“Vale tanto, sicuramente. E’ stata una giornata molto positiva per me, più che per il piazzamento in sé, per l’aver disputato una gara con la testa libera! Avevo l’enorme bisogno di rimettermi in gioco, tagliare un traguardo, senza pensieri per il tempo o la classifica… Volevo solo tornare a divertirmi spensierata, anche arrivando ultima ma felice. Contavano solo le sensazioni ad Abu Dhabi e il risultato è stato quello sperato…”.

Allora quali sono state le tue sensazioni in gara? Prova a vivisezionarla segmento per segmento, ponendo soprattutto l’accento sulle “risposte” del tuo tendine d’Achille…

“In gara non ho mai pensato al piede, a differenza dell’ansia che ho provato in gara all’indomani della prima operazione… Già questo è importantissimo, non ho mai pensato all’infortunio! E ciò mi ha dato tanta energia positiva. Il nuoto è stato buono ma non ottimo, avrei preferito uscire un po’ più avanti; ma in acque libere, mi sono ritrovata principiante, non bastano gli allenamenti per riprodurre le situazioni che si creano in acqua durante le competizioni… In bici ho riscontrato le difficoltà maggiori: non ho sentito confidenza con il mezzo perché anche in questo caso l’allenamento non è la stessa cosa… Nel corso dei primi giri ero rigida, poco fiduciosa e fluida, poi pian piano mi sciolta un po’ ma ormai la frazione era andata… Infine, la corsa: non ho cercato la prestazione, l’obiettivo era finirla bene, senza forzare. Sentire il traguardo più vicino mi ha aiutato tanto a prendere fiducia, cancellare anche quei blocchi che ho provato in allenamento per via della paura di un eventuale dolore”.

A chi/cosa hai pensato quando hai tagliato il traguardo negli Emirati Arabi Uniti?

“Sinceramente, non ho pensato a nulla o nessuno in particolare. Ero solo contenta, seppure stanchissima, ma non mi interessava né tempo né piazzamento. Ricordo solo di aver salutato verso la telecamera a fine gara come a dire ai miei familiari ‘sto bene, ho finito la gara, state tranquilli’…”.

Classifiche a parte, c’è stata qualche collega che ti ha impressionato in particolar modo in gara?

“Più delle singole prestazioni altrui, ho notato e mi ha impressionato una cosa su tutte: atlete che mi è capitato di battere in passato sono migliorate tantissimo, soprattutto in bici. Prima si creavano dei pericoli tra noi donne, nel corso della frazione in bici… Adesso tutte sanno come muoversi al meglio; e in quella frazione che ho notato un netto miglioramento complessivo”.

Prossimo appuntamento in WTS: Gold Coast, 9 aprile. Vogliamo sapere con quali aspettative Alice Betto volerà in Australia.

“L’intenzione è quella di migliorarmi costantemente, per gradi. Giugno-luglio è il periodo che ci siamo fissati per cercare di tornare competitiva su larga scala… Quindi, a Gold Coast basterà fare meglio (non necessariamente a livello di piazzamento in gara) di Abu Dhabi”.

E nel frattempo, come ti preparerai al prossimo appuntamento delle World Series?

“Lunedì partirò per l’Australia. Prima di Gold Coast, gareggerò a New Plymouth in Nuova Zelanda (si tratta dell’ITU New Plymouth Sprint Triathlon di World Cup, 2 aprile, ndr); un bel percorso, fisico, che mi piace parecchio. Quella neozelandese sarà una tappa di passaggio; saranno due gare-sprint in una settimana e saranno molto utili per ridarmi il ritmo-gara. Sia io sia il mio allenatore pensiamo che la corsa andrà migliorandosi da sé, però ne stiamo già aumentando intensità e durata. Oggettivamente, non c’è una frazione su cui lavorare in particolare, perché il ‘problema’ è complessivo. Ma da gennaio mi sto allenando a pieno regime, non posso pretendere troppo e subito…”.

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: archivio privato Alice Betto

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