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Basket
Basket, Final Four Champions League 2017: Venezia sogna l’impresa
Mancano pochi giorni alla Final Four della prima edizione della Champions League di basket. L’atto finale della competizione si svolgerà a Tenerife. Tra le quattro squadre qualificate ci sarà anche la Reyer Venezia, che affronterà in semifinale proprio i padroni di casa, grandi favoriti. La squadra italiana però, ha tutte le carte in regola per sorprendere e raggiungere il primo titolo europeo della sua storia. Scopriamo perché.
La Final Four conquistata rappresenta innanzitutto il giusto premio per una crescita cominciata tempo fa. Sin dalla sua promozione in Serie A nel 2011, Venezia si è prima inserita tra le contendenti ai playoff, per poi alzare ulteriormente il proprio livello. Nelle ultime due stagioni infatti, la squadra della laguna ha centrato le semifinali scudetto e lo scorso anno invece, è arrivata alle Last 32 di Eurocup. Non sono mancati i momenti negativi, come l’esonero lo scorso anno del coach Carlo Recalcati, sostituito dall’attuale allenatore Walter De Raffaele, che sta proseguendo il lavoro iniziato dall’ex CT della Nazionale essendone stato assistente.
Per molti, la presenza di Venezia alla Final Four è sorprendente. La Reyer infatti, ha la peggior efficienza offensiva e difensiva tra le quattro finaliste. Tanti altri però, sono i punti di forza di questa squadra che non rientrano nei parametri statistici. Innanzitutto, la versatilità difensiva. Venezia non è dotata del tipico pivot dal fisico imponente ma possiede lunghi atletici, che le offrono la possibilità di sostenere facilmente cambi in difesa sui “piccoli”. La squadra italiana fa dell’intensità la sua forza. Aiuti, recuperi, palle sporcate, passaggi deviati: tutte quelle piccole cose che un tabellino non è in grado di raccontare. Anche a rimbalzo infatti, i giocatori di De Raffaele sanno dove posizionarsi e spesso riescono a deviare la palla quel tanto che basta perché possa essere recuperata da un compagno. La scarsa fisicità ha però i suoi lati negativi: Venezia soffre tremendamente nel pitturato contro squadre lunghe e fisiche (come Tenerife). In semifinale servirà dunque un grande lavoro di squadra.
In attacco invece, la squadra italiana è molto organizzata e lascia poco spazio alle iniziative individuali. La palla circola, sempre alla ricerca del tiro migliore. Venezia ha inoltre dimostrato di sapere sfruttare bene le incertezze difensive degli avversari, applicando pochi schemi ma leggendo il posizionamento difensivo: i giocatori della Reyer infatti, riescono a concludere dall’arco, dalla media distanza oppure a chiudere l’azione al ferro. Tanta disciplina, per una squadra che preferisce mantenere il ritmo basso (72 punti a partita), ma che non disdegna qualche sortita in contropiede, soprattutto dopo un recupero difensivo. La forza di questa squadra sta dunque nella mentalità che ha saputo coltivare coach De Raffaele. Ne servirà tanta in semifinale, in un Pabellón Santiago Martín più ostico che mai.
Vincere in trasferta non è certo la specialità della squadra italiana. Venezia ha costruito il suo cammino in Europa al Taliercio, dove ha vinto tutte le 10 partite disputate. Lontano da casa infatti, sono arrivate sconfitte anche pesanti (99-59 contro il Pinar Karsiyaka, 102-67 contro l’Avtodor Saratov), alle quali però la Reyer ha saputo reagire alla grande. La sconfitta di 40 punti contro i turchi era arrivata nel momento migliore della stagione degli orogranata, che hanno saputo vendicarsi ai quarti di finale. Sullo stesso campo è infatti arrivata una grande prestazione, con una sconfitta di soli tre punti, poi ribaltata al ritorno con la vittoria e la qualificazione alla Final Four. Venezia può sognare quindi l’impresa. Non sarà sicuramente l’Eurolega, ma è giunta l’ora per l’Italia di tornare a trionfare in Europa.
Foto: Twitter Reyer Venezia
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